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ACAB: La serie

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2025-2025
  • 6 episodi

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mck

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La recensione su ACAB: La serie

di mck
8 stelle

.ll .ops .re .astards

 

S’un Fiat Ducato 4x4 III serie restyling customizzato all’uopo corre lungo la rete autostradale italica, dal GRA al Frejus e ritorno, la squadra di celerini di uno dei nuclei operativi del I reparto mobile antisommossa romano della Polizia di Stato: antagonisti estremisti No-TAV, hooligans/ultras, fascisti/sbirri, paesani ambientalisti, no-vax: chi più chi meno le danno, chi più chi meno le prendono, e a volte alcuni ci restano ed altri ci rimangono.

 

(E poi ingoiare una lametta da barba piuttosto che tornare in Libia.)

 

 

In una linea spazio-temporale leggermente sfasata... -{torna Mazinga, ma non è proprio lo stesso Mazinga, e a Marco Giallini (sempre più Valerio di "Boris 3": l'Odore della Notte, Faccia di Picasso, Emma Sono Io, B.B. e il Cormorano, l'Amico di Famiglia, Buttafuori, Romanzo Criminale - la Serie, Tutti al Mare, Tutti Contro Tutti, Rocco Schiavone, Io Sono Tempesta, il Grande Salto, Villetta con Ospiti, il Principe di Roma) si affiancano Valentina Bellè (qui alla sua prova migliore assieme a quella di "Amori che Non Sanno Stare al Mondo" e "Volevo Fare la Rockstar": una sorta di filmografia quasi completa in questa pagina), Adriano Giannini (e le sue felpe scozzesi di pile, più: le Conseguenze dell'Amore, Per Amor Vostro, Vivere, Lacci, Tre Piani, Adagio, SuperSex e Sei Fratelli, sempre con Bellè), Pierluigi Gigante [qui al suo primo ruolo principale: bravo, tra il surreale e l’iperreale, ma non sempre (la regìa) controlla il fuori controllo], Fabrizio Nardi (gran caratterista di razza) e Donatella Finocchiaro [Angela, il Regista di Matrimoni, Galantuomini, Sorelle Mai, Terraferma, l’Accabadora, Youtopia, Capri-Revolution, le Sorelle Macaluso, la Stranezza, Monterossi, e magnifica Prima Corifèa nella trasposizione in siciliano e greco moderno (al Teatro Antico di Siracusa) di Moni Ovadia de "le Supplici" di Eschilo] e metà del gioco è fatto}- ...rispetto a quella in cui una dozzina d’anni fa si svolgeva “ACAB - All Cops Are Bastards” di Stefano Sollima (qui co-produttore esecutivo) & soci, col nostro universo a fare da comun denominatore a entrambi, questa “ACAB” di Carlo Bonini (autore del libro omonimo uscito a fine anni zero su cui è basato anche il film) e Filippo Gravino (oltre a “il Primo Re” e “la Terra dei Figli” per una sua filmografia più completa si veda quanto riportato qui: “Come Pecore in Mezzo ai Lupi”), da loro scritta con Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini e diretta da Michele Alhaique (“Senza Nessuna Pietà”, “Non Uccidere”, “Bang Bang Baby”, “Romulus”), prodotta da Cattleya (Tozzi/Chimenz), distribuita da Netflix, fotografata da Vittorio Omodei Zorini (e dedicata all’operatore alla macchina & steadycam Gianluca Bombardone, "giovane veterano" morto pochi mesi dopo le riprese), montata da Patrizio Marone e Gianluca Scarpa e musicata da Mokadelic con la punteggiatura, tra un Vasco Rossi ("Quanti Anni Hai") e un Lucio Dalla ("E Non Andar Più Via"), senza farsi mancare un Ruggeri e un paio di Grignani, d’una playlist che spazia da Margherita Vicario ("Magia", inserita e utilizzata molto bene) ad Agar Agar ("I'm That Guy") passando per Jackson C. Frank ("My Name Is Carnival") e Bryan Ferry & Todd Terje ("Johnny & Mary"), è un ottimo aggiornamento sul tema.

 

* * * ¾  

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Ultimi commenti

  1. mck
    di mck

    "Be', capolavoro!" (cit.): https://youtu.be/2iy2dad1Cbg
    (Cmq. continuerò ad usare climax al maschile.)

  2. mck
    di mck

    Un bell'articolo di Vincenzo Scalia per Volere la Luna che, a prescindere, andrebbe letto. Ne riporto due paragrafi e, tra parentesi quadre, aggiungo un paio di note, partendo dal fatto che paragonare, nel contesto che segue, "ACAB" a "SanPa" (più "Report" che Errol Morris) e "Mare Fuori" (bruttina) è strutturalmente e analiticamente sbagliato in partenza.

    "Lo schema analitico del realismo di sinistra ci torna in mente in relazione alla produzione di serie tv che riguardano fatti di criminalità prodotti dalla piattaforma Netflix. Da Sanpa, su San Patrignano, ad ACAB, che propone in versione televisiva anche i fatti relativi alla protesta No-Tav, passando per Mare Fuori [creatura di Picomedia (di Roberto Sessa) e della RAI che la RAI babbalona s'è lasciata in parte "scippare" da Los Gatos; NdR], sulla criminalità minorile, la piattaforma televisiva si accredita come un attore sproporzionatamente rilevante in merito alla lettura dei fatti criminali. Ne scaturiscono la formazione dell’opinione pubblica e una produzione di panico morale che ispirano molto spesso, specialmente negli ultimi anni, le politiche governative. In particolare, colpisce come Netflix si collochi sempre simmetricamente a chi evoca ed avoca l’implementazione di misure maggiormente repressive per risolvere questioni sociali stridenti. Partendo dalla buona fede di chi ha prodotto e realizzato le serie, non si possono non riscontrare i limiti insiti in ogni spettacolarizzazione dei fenomeni sociali, quantomeno di quelle prodotte in anni recenti. In altre parole, il canovaccio viene adeguato ai parametri richiesti dal format di successo, per cui bisogna proporre sempre la dicotomia tra figure positive e negative, con la vittoria ovvia dei primi, e la resa mediatica consiste nell’accentuazione caricaturale di queste caratteristiche.

    Con riferimento, in particolare ad ACAB e alla questione del Tav, le caratteristiche negative si attribuiscono ovviamente ai protestatari, un po’ affetti da fanatismo ideologico e un altro po’ composti da una popolazione anziana, nostalgica del passato, non criminalizzabile per questioni di anagrafe, ma sicuramente preda del fanatismo
    [falso: insomma, ci sono giovani E anziani, e che il Movimento NoTav sia soprattutto altro rispetto a una molotov lanciata "a tradimento" chiunque abbia un pollice opponibile che gli ha consentito di abbonarsi a Netflix, cosa un po' più complicata che pagare il canone in bolletta di default, dovrebbe riuscire a comprenderlo; NdR]. Ai No-Tav viene reso l’onore delle armi all’interno di un’epica degli scontri che, oltre ad essere figlia del politicamente corretto odierno, marcia in parallelo con quell’estetica della violenza che fa la fortuna dei prodotti mediatici ispirati all’azione. Last but not least, la scelta di identificare i buoni tra le schiere delle forze dell’ordine [ma proprio falso, ed anzi è quasi vero il contrario; NdR], è figlia del vento che soffia dalla caduta del muro di Berlino in poi, per cui chi ricopre un ruolo istituzionale si colloca sempre dalla parte giusta. Un’impostazione che sorvola sugli abusi compiuti dalle forze di polizia, in particolare quelli sui dimostranti, come da Genova 2001 a Pisa nella scorsa primavera, abbiamo avuto modo di constatare. E che strizza pericolosamente l’occhio all’assunto della premier per cui “criticare i poliziotti è pericoloso”, tanto da ispirare il disegno di legge 1660, lo scudo penale per le forze dell’ordine, la modifica (cioè l’abolizione de facto) del reato di tortura. Le ragioni della protesta rimangono fuori [perché altrimenti staremmo assistendo a "NoTav", non ad "ACAB": occorre davvero ribadire che in "Gomorra" NON esistono le forze dell'ordine, e che in "the Sopranos" hanno poche - ma in quel caso fulminanti - apparizioni?; NdR], eppure avrebbero potuto interessare il pubblico. Dallo scempio del territorio alla distruzione di intere comunità, per non dire dello sperpero di ingenti quantitativi di risorse pubbliche, oltre all’inutilità dell’opera, asserita anche Oltralpe, argomenti con cui attirare l’attenzione del pubblico ce ne sarebbero stati molti. Altri importanti aspetti, come la criminalizzazione dei No Tav operata dalla magistratura torinese, l’uso discutibile degli arresti e delle carcerazioni preventive, le accuse di terrorismo, la carcerazione di una donna in età avanzata come Nicoletta Dosio* [allora, li vuoi 'sti anziani o no?; NdR], avrebbero meritato ben altra sorte dell’essere omessi o considerati implicitamente come normali conseguenze."

    https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2025/01/29/il-realismo-a-senso-unico-di-netflix-da-mare-fuori-ad-acab/

    *Persona che meriterebbe sì un'ALTRA serie che ne raccontasse le istanze, dovere che non può essere accollato ad "ACAB".
    https://ilmanifesto.it/nicolatta-dosio-disobbedire-allingiustizia-e-un-dovere

    Aggiungo, in coda, un articolo più a fuoco sul tema e non su "Netflix brutto brutto brutto": "Lo stato odierno, in Italia, della libertà di dissenso" di Luigi Ferrajoli per il Manifesto poi ripubblicato su Volere la Luna: https://volerelaluna.it/commenti/2025/01/28/askatasuna-no-tav-e-le-nuove-frontiere-della-repressione/

    E comunque: https://youtu.be/YdIXTnp_1qI

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