1 stagioni - 10 episodi vedi scheda serie
Weird Detective Dude.
Alla fine – come ci racconta prima in extra-diegesi e poi, una volta rivelata la sua appartenenza, in intra-diegesi la parzialmente onnisciente-reticente (dato che racconta col senno di poi eventi di un immediato/recente passato svelandoli e commentandoli come si conviene mano a mano che la storia procede) voce narrante (appartenente a un personaggio secondario interpretato dal grande caratterista sunshinestatesco Tom Nowicki, ovvero il capitano Fitzpatrick, il quale quegli avvenimenti però, come detto, li vive diegeticamente nel flusso della storia) che funziona (contro ogni logica aspettativa per quanto riguarda un prodotto di questo genere) alla stra-grandissima restituendo e mantenendo in pieno il passo del flusso romanzesco (si può quasi “letteralmente” sentire il fruscìo delle pagine mentre vengono girate dal lettore-spettatore) che predomina amabilmente: e del resto il titolo completo della serie in 10 episodi da circa 45 minuti l’uno creata e sviluppata da Bill Lawrence ("Scrubs", "Cougar town", "Ted Lasso", "Shrinking") per Apple è, dal nome dell’autore della crime novel di partenza, “Carl Hiaasen’s Bad Monkey” – si ritrova al punto di partenza, il (non più, per ora) detective Andrew Yancy (un Vince Vaughn che sta al gioco dello sfiorare perennemente l’eccesso di ammiccamenti riuscendo a non far raggiungere, mai, alla sua caratterizzazione la saturazione completa), “senza distintivo […], sostanzialmente felice, ma con nessuno con cui condividerlo”, pronto però per un altro giro di giostra.
Dunque: praticamente un telefilm anni ‘80 che si è evoluto in una serie anni ‘20 mantenendo però (sull’onda lunga della Terza Golden Age della Complex/Peak/Prestige TV) quell’allure “magnetico” e al contempo mondandosi dalle forzate ed eccessive facilonerie che innerva(va)no prodotti oramai mitici quali “Magnum, P.I.” e “Quantum Leap”, entrambi di Donald P. Belisario: per l’ambientazione keys-miami-floridense (♦), con l’aggiunta delle Bahamas e di un epilogo portoghese, si potrebbe definire come un “Dexter” (James Manos, da Jeff Lindsay, 2006-'13 e il sequel, "New Blood", del 2021; e da entrambe queste proviene Marcos Siega, il regista principale di "Bad Monkey", qui affiancato da Colin Bucksey - Breaking Bad, Fargo, Better call Saul -, Erica Dunton, Liz Friedlander e Sam Jones) “realista” o un “BloodLine” (Todd & Glann Kessler e Daniel Zelman, 2015-'17) action/black-comedy con giusto solo un po’ di drama (e no, se mai sapete cos’è, dimenticatevi di “C.S.I.Miami”: nel senso che sì, non c’entra alcunché, ma soprattutto che, a prescindere da ciò, cancellare dalla memoria collettiva l’ennesimo spin-off bruckehimeriano è cosa buona e giusta, punto), e il suddetto gioco vale la candela (o, meglio, i watt).
↑ Lamantino (o Manato) dei Caraibi (Trichecus manatus) ↑ - ↓ Aracnide araneide nephilide: Ragno Tessitore...
...di Sfere di Seta Dorata (Trichonephila clavipes) ↑ - ↓ Grande Granchio Blu di Terra (Cardisoma guanhumi) ↓
(♦) Recent Florida Paper Essential: “Duma Key” (2008) di Stephen King, “Back to Blood” (2013) di Tom Wolfe, “Challenger” (2015) di Guillem López.
Belle musiche di WAZ & Jamie Jackson, e poi, ecco: Jodie Turner-Smith (“the Neon Demon”, “Queen & Slim”, “After Yang”, “White Noise”), che dopo “Jett” dev’essersi abituata alle braccia amputate (che per lo meno in questo caso non sono le sue) e alla quale viene affidata, nei panni della Dragon Queen, una delle battute migliori - “Non sono magica, cammino solo veloce!” - assieme alla “C’era questo grosso e bellissimo uomo spaventoso…” pronunciata invece da Natalie Martinez (“the I-Land”), che con Meredith Hagner (“Horse Girl”, “Palm Springs”), Michelle Monaghan (“Source Code”, “True Detective 1”, “MaXXXine”) con...
...lamantino, L. Scott Caldwell (“Lost”, “Chilling Adventures of Sabrina”), Krys Marshall (“For All Mankind”) e Nina Grollman chiude il cast femminile principale, mentre quello maschile è costituito, oltre che dal già menzionato protagonista Vince Vaughn (“Psycho”, “Into the Wild”, “True Detective 2”, “Brawl in Cell Block 99”, “Dragged Across Concrete”, “Arkansas”), da Rob Delaney (“Catastrophe”), Ronald Peete (“the I-Land”), John Ortiz (“Luck”, “Ad Astra”, “Horse Girl”, “American Fiction”), Scott Glenn (per dire: the Baby Maker, Angels Hard as They Come, Hex, Nashville, Fighting Mad, She Came to the Valley, Apocalypse Now, Urban Cowboy, Personal Best, the Challenge, the Right Stuff, the Keep, the River, Silverado, the Silence of the Lambs, the Player, Carla’s Song, the Virgin Suicides, Sucker Punch, the Leftovers), Alex Moffat (“Saturday Night Live”) e Zach Braff (“Scrubs”, “Garden State”, “In Dubious Battle”, “Alex, Inc.”), nella parte forse più drammatica della sua carriera (e del film, se si esclude il “lieto” fine riservato alla succitata Dragon Queen.
Nulla di trascendentale, tutto estremamente gradevole (anche se, come già detto, un po’ troppo spesso si raggiunge quasi il limite di sopportaz… saturazione per quanto riguarda la “forzata simpatia” che deve esprimere - ¡“Bad Monkey” NON dev’essere "Scrubs"! - per contratto - e chissà se nel romanzo tutto ciò possa risultare molto più diluito - il personaggio principale) e, in somma, il mondo (una parte del quale nel frattempo ha dovuto affrontare l’uragano Milton, un ciclone atlantico-tropicale ben più devastante di quello presente qui, cioè Mel, "parzialmente interpretato" da Gizel Jiménez) è pronto per la trasposizione del secondo volume della serie che Carl Hiaasen sta costruendo attorno alla figura di Andrew Yancy: “Razor Girl”.
Weird Detective Dude.
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