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La donna del lago

1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

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La recensione su La donna del lago

di mck
8 stelle

“Non puoi piangere se stai ridendo.”

 

NO NIGGERS
NO JEWS
NO DOGS 

 

 

Il quasi unico difetto (c’è solo un altro svarione nelle 5 ore lungo le quali si sviluppano i 7 episodi, ovvero quel momento, nella penultima puntata, malpensato e soprattutto malriuscito, in cui Slappy Johnson (Byron Bowers: Honey Boy, Concrete Cowboy, No Sudden Move, Kimi, Irma Vep, Swarm), il marito di Eunetta “Cleopatra” Johnson, detta Cleo (una magnifica Moses Ingram: the Queen’s Gambit, the Tragedy of Macbeth, Obi-Wan Kenobi, All Dirt Roads Taste of Salt, the Big Cigar, the End), la narratrice…

“Soprattutto mi vergognavo per non aver mai amato qualcuno così come amavo il ricordo di mio padre: chi diventerò se smetterò di aspettare il suo ritorno?”

…inaffidabile, viene arrestato per il suo assassinio, e i poliziotti gli lasciano il tempo di scambiarsi uno sguardo pregno - troppo pregno - di significatohhh col loro figlioletto: scrittura, regia, montaggio: no!, ma è solo un attimo in un flusso narrativo abbastanza continuativamente inventivo e avvincente - fra questione nera, questione…

- L’ambizione non è una nemica della verità!
- E la mia verità? Non hai mai raccontato la mia storia!
- Quale storia? Avevi una vita bella e tranquilla e poi è finita, Anna Frank se l’è vista molto peggio!

…ebraica e questione femminile - stabilito dalla perizia della messa in scena grazie alla quale persino le molte interpolazioni arty-oniriche non stancano, anzi) di “Lady in the Lake”, la serie creata, showrunnerizzata, co-esecutivamente prodotta…

– assieme all’eccellente protagonista Natalie Portman (Léon, Heat, Everyone Says I Love You, Mars Attacks!, Star Wars I-II-III, Garden State, Closer, Free Zone, V for Vendetta, My Blueberry Nights, Hotel Chevalier, the Darjeeling Limited, Brothers, Black Swan, Your Highness, Knight of Cups, A Tale of Love and Darkness, Jane Got a Gun, Jackie, Song to Song, Annihilation, Vox Lux, Lucy in the Sky, May December), al principale dei co-sceneggiatori Boaz Yakin e al compianto Jean-Marc Vallée

…e co-montata per Apple da Alma Har’el (Tel Aviv, 1975: dai videoclip per the Rolling Stones, Sigur Rós e Beirut al documentario dylaniano “Shadow...

 

 

...Kingdom”, passando per il debutto nel lungometraggio di “Honey Boy”) basandosi sull’omonimo romanzo del 2020 di Laura Lippman (classe 1959 e, incidentalmente, ex-moglie, separata, ma non divorziata, di David Simon) è che esattamente al giro di boa della serie, quindi a metà del 4° ep., uno dei due misteri da risolvere viene palesemente (anche qui, troppo: che sia voluto?) svelato (per contro: laltro rimarrà forse irrisolto) con una lunga teoria manifesta di lampanti establishing shot di sceneggiatura (che, ancora e di nuovo, stabiliscono troppo), e il plot twist viene disinnescato con un anticipo tremendo (ribadisco e ripeto, però: in una maniera tanto forzatamente esagerata da instillare il dubbio che si tratti, chissà poi perché, di una ben precisa scelta consapevole: forse può essere che nel libro di partenza la cosa funzioni meglio).

 

 

“You can't cry if you're laughing.”

 


Ai principali attori già citati vanno aggiunte le belle prove di Y’lan Noel, Pruitt Taylor Vince, Josiah Cross, Brett Gelman, Wood Harris, Dylan Arnold, Masha Mashkova, Jennifer Mogbock e Noah Jupe. Fotografia di Lachlan Milne (Minari, Love and Monsters) e musiche di Marcus Norris, con un ottimo utilizzo delle splendide (ed inflazionate) SinnerMan nella leggendaria interpretazione da “Pastel Blues” di Nina Simone (in extradiegesi) e Feeling Good nella versione (diegetica) di Moses Ingram (mentre la miliare registrazione sempre di Nina Simone tratta da “I Put a Spell on You” recentemente è stata egregiamente utilizzata in “Legion” e “A Quiet Place: Day One”).

 

 

E dopo Detroit adesso anche Baltimora con Washington, Kansas City e Chicago possono andare a fuoco.

 


E mentre rido dimentico di aver pianto
E la mia lingua si muove da sola
E canto!  

 

* * * ¾ (****)      

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