1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
These (Bloody Sunny) Days, ovvero: “Sì, è pazzo. Ma lo è sempre stato.”
Il Fantabosco della Melevisione coi Muppets in acido. (Però senza - purtroppo! - Éric Cantona.)
La drammaturga e sceneggiatrice gallese classe 1958 Abi(gail) Louise Morgan (Shame, the Hour, BirdSong, River, the Split) si trasforma in David Simon (the Corner, the Wire, Generation Kill, Treme, Show Me a Hero, the Deuce, the Plot Against America, We Own This City), con un pensiero – anche in questo caso scatenato per via del gran numero dei personaggi rilevanti coinvolti, della vastità delle ambientazioni descritte e degli argomenti affrontati – al “Collateral” di David Hare, e lo innesta – o viceversa – con gemmazioni (senza tirare in ballo né l’Harvey di Mary Chase cinematografato da Henry Koster e James Stewart né il James P. "Sulley" Sullivan di John Goodman nel “Monster, Inc.” di Pete Docter, Lee Unkrich, David Silverman e Andrew Stanton), anche strutturali, da “Kidding” (2 stag., ‘18-’20, Dave Holstein, Michel Gondry, Jim Carrey) e “Happy!” (2 stag., ‘17-’19, Grant Morrison, Brian Taylor, Christopher Meloni), e, a parte un paio di passaggi di facile scorciatoiame spammante moraleggiamenti a spaglio (tipo quella sorta di tagline ch'è "I veri mostri non sono sotto il letto!"), sui quali comunque lo script non insiste a ritornare più di tanto e che – potendoli/volendoli bypassare senza sforzo – non lasciano strascichi, crea una miniserie in 6 episodi da poco più di 50 minuti l’uno (tutti diretti con mano inventiva e occhio sicuro dalla Lucy Forbes della 1ª stag. di “In My Skin”, della 1ª metà della 2ª stag. di “the End of the Fucking World” e della 1ª metà di “This Is Going to Hurt”) per un totale di circa 5 ore nella quali risulta difficile individuare alcun momento di stanca o superfluo.
Il gran cast, a tratti perfetto, aiuta nell’impresa: Benedict Cumberbatch è una certezza che esprime sé stessa, qui nei panni di un padre - problemi psichiatrici a parte - forse un po’ troppo imperfetto (e la serie si compie nel momento in cui la cattiva eredità viene riconosciuta e spezzata), ma sono Dan Fogler (Hysterical Psycho, Don Peyote, Europa Report, the Offer), Gaby Hoffmann (Everyone Says I Love You, Life During Wartime, Girls, Transparent), McKinley Belcher III (“We Own This City”, per l’appunto), Clarke Peters (“the Wire”, per l’appunto), John Doman (“the Wire”, per l’appunto), Rebecca Colindrez (“I Love Dick”, “Vida”, “Monsterland” e, per l’appunto, “the Deuce”), Adepero Oduye (“Pariah”, “Monsterland”, “Five Days at Memorial”) e – con Bamar Kane, Eika Soto, Wade Allain-Marcus, Ioachim Ciobanu, eccetera eccetera – il piccolo e bravo esordiente Ivan Morris Howe a impastare un mercuriale amalgama d’impatto concreto.
E persino una parvenza di prolettica anastrofe sceneggiativa non stona:
- Vedrà, Eric tornerà a casa.
- Non sarebbe incredibile*?
*Fantastico, eccezionale.
Perché sì, “Eric” è una fiaba: dei fratelli Grimm, e aggiornata ai tempi dell’AIDS, dei tre mandati di Edward Koch, della Coalition for the Homeless e della gentrificazione contro l’edilizia sociale, ma pur sempre una fiaba.
“Homes for All! Not Homeless!”
Fotografia di Benedict Spence (sodale collaboratore della regista), scenografie di Alex Holmes (Babadook, the Nightingale, the Invisible Man, Blaze) e musiche originali di Keefus Ciancia (Saving Grace, True Detective, Killing Eve, Made for Love) che lavorano di concerto con una soundtrack/playlist/compilation (ammiccante, ma) da urlo.
Sixto Rodriguez (1942-2023) – “Crucify Your Mind”
Nico & Jackson Brown & the Velvet Underground – “These Days”
The Velvet Underground – “Heroin”
Bob Dylan – “Meet Me In the Morning”
Nick Cave & the Bad Seeds - “Tupelo”
Sandy Denny & Fairport Convention - “Who Knows Where the Time Goes?”
Terry Callier - “900 Miles”
E: Joan Armatrading – “Love and Affection”; Billie Holiday - “These Foolish Things (Remind Me of You)”; 10cc – “I’m Not In Love”; Laura Branigan (Tozzi & Bigazzi) – “Gloria”; The Cure – “A Forest”; Echo & the Bunnymen – “the Killing Moon”; Marc Cerrone – “Supernature”; Bobby Orlando - “I’m So Hot for You”.
These (Bloody Sunny) Days, ovvero: “Sì, è pazzo. Ma lo è sempre stato.”
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