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Sugar (2024)

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sugar (2024)

di mck
8 stelle

Oh eh oh, quando mi dicon "Va' a casa!" / Oh eh oh, rispondo "Sono già qua!"

 

Zeitgeist: maschi bianchi etero upper-class stupratori, torturatori e serial killer che si suicidano come lemmini* durante la settimana circolopolareartica dello sconto burroni, dirupi, precipizi e scogliere per cricetidi arvicolini.

*No, i lemming (Dicrostonyx, Lemmus & C.) non si suicidano in massa, sono solo adorabili batuffoli di pelo e guanciotte paffute un po’ scemi.

 


A.D. 2023, California (Dreamin’), girando per Los Angeles sulla sua spider Chevrolet Corvette C2 anni sessanta accompagnato da Rosalía, Kim Gordon, Iggy Pop, Angel Olsen e tutti gli altri messi in ottima track-list da Gabe Hilfer (che qui, nel suo ambiente, compone una compilation migliore, anche se tutto sommato in alcuni passaggi un po’ troppo prevedibile/scontata, del trattamento riservato a De André e Battiato in “the White Lotus 2”, mentre le belle musiche originali sono di Ali Shaheed Muhammad e Adrian Younge), il detective privato John Sugar, che Guarda la Luna (sineddoche per qualcos’altro) con una un po’ troppo scoperta insistenza melancolica, è in cerca della nipote dell’anziano produttore cinematografico Jonathan Siegel (un tipo à la Arnon Milchan) che, a dispetto del figlio (impresario con una carriera un po’ meno brillante rispetto a quella del genitore) e padre della ragazza non sembra eccessivamente preoccupato per le sorti della figlia, lo ha incaricato di ritrovarla.

 

 

“Ribalta il mondo di lato e tutto quello che non è fissato finirà a Los Angeles”, diceva quello (aka Frank Lloyd Wright), e Mark Protosevich (un curriculum altalenante: the Cell, Poseidon, I Am Legend, Thor, Oldboy) con questa “Sugar” (un pilot da tre quarti d’ora e altri 7 ep. d’all’incirca mezz’ora l’uno scritti da lui stesso, 1-5, in un'occasione con David Rosen, e dal Donald Joh di "the Romanoffs" col Sam Catlin di "Breaking Bad", 6-8, e diretti alternandosi da Fernando Meirelles, 1-2, 5-6 e 8, e Adam Arkin, 3-4 e 7) lo parafrasa più o meno (ulteriormente metaforizzandolo) così: “Scuoti la Cintura di Gould del Braccio di Orione della Via Lattea e tutto ciò che non ha un’orbita stabile e un forte legame gravitazionale col proprio spazio locale finirà sulla Terra.”

 


Nel frattempo e per l’appunto sempre quel “qualcos’altro” – oltre a Raymond Chandler / Philip Marlowe, Dashiel Hammett / Sam Spade, Mickey Spillane / Mike Hammer, James Ellroy / Bucky Bleichert & Lee Blanchard & Pete Bondurant & Kemper Boyd & Ward Littell & Bud White & Jack Vincennes & Ed Exley, Pynchon / Sportello, Hogan & Parkhouse, the Great Train Robbery (Porter), the Maltese Falcon (Huston, Bogart, Astor), the Big Sleep (Hawks, Bogart, Bacall), the Chase (Ripley, Lorre, Cummings, Morgan, Cochran), Double Indemnity (Wilder, Stanwyck, Mac Murray, Robinson), the Killers (Siodmak, Lancaster, Gardner), the Strange Love of Martha Ivers (Milestone, Stanwyck, Douglas), Dead Reckoning (Cromwell, Bogart, Scott), The Lady from Shanghai (Welles, Hayworth), Knock on Any Door (Ray, Bogart, Dereck), In a Lonely Place (Ray, Bogart, Grahame), the Third Man (Reed, Welles, Cotten, Valli), Sunset Blvd. (Wilder, Brackett, Swanson, Holden, Stroheim), the Big Heat (Lang, Ford, Grahame, Marvin), Johnny Guitar (Ray, Crawford, Hayden), Kiss Me Deadly (Aldrich, Meeker), the Night of the Hunter (Laughton, Mitchum, Gish, Winters), Sweet Smell of Success (Mackendrick, Lancaster, Curtis), Touch of Evil (Welles, Heston, Leigh), Vertigo (Hitchcock, Stewart, Novak), Minnie and Moskowitz (Cassavetes, Rowlands, Cassel), the Long Goodbye (Altman, Brackett, Gould, Hayden), Chinatown (Polanski, Towne, Nicholson, Dunaway, Huston), the Man Who Fell to Earth (Roeg, Tevis, Bowie), the Thing (Carpenter, Russell), L.A. Confidential (Hanson, Basinger), Black Dahlia (DePalma, Johansson, Swank, Kirshner), Inherent Vice (Anderson, Phoenix, Waterston), True Detective 2 (Pizzolatto, Farrell, Vaughn, McAdams), Under the Silver Lake (Mitchell, Keough) e Resident Alien (Sheridan, Tudyk), alcuni direttamente e nettamente percepibili (proiettati), altri “subliminali” – s’insinua in superficie oltre la trama della realtà.

 


“A Ruby piace preoccuparsi, e la adoro per questo.”

 

Colin Farrell (the New World, Miami Vice, In Bruges, the Way Back, Seven Psychopaths, the Lobster, the Killing of a Sacred Deer, the Beguiled, After Yang, the North Water, the Banshees of Inisherin, A Big Bold Beautiful Journey) plasma un physique du rôle che non ha, ma che aveva già indossato nella summenzionata 2ª stag. di True Detective, ed è quasi perfetto, mentre Amy Ryan fatica un po' nelle vesti di para/semi-femme fatale e Kirby Howell-Baptiste è una buona spalla, ma è il cast "secondario" ad eccellere: John Cromwell (la versione "buona" di una crasi fra il Noah Cross dei suddetti Huston, Polanski e Towne e il Dudley Smith di... Cromwell stesso e dei succitati Hanson ed Ellroy), Dennis Boutsikaris, Nate Corddry, Jason Butler Harner, Anna Gunn, Scott Lawrence, Jonathan Slavin, eccetera...

 


Bel filmone "anni novanta" di quasi quattro ore e mezza, quindi, questa “Sugar”, che infila un terzetto di ep. iniziali da urlo (posizionamento e movimenti della macchina da presa, utilizzo degli zoom, montaggio jazz e precisissimo: un lavoro di squadra dei direttori della fotografia Charlone e Rutkowski e degli assemblatori Stutz, Petaja, Colonna e Colina) che restituiscono - anche metacinematograficamente, senza strafare, e anzi con perizia – una sincera atmosfera hard boiled (vale a dire, signore e signori, ebbene sì, romantico), per poi ingolfarsi un po’ nel 4° e riprendersi nel 5° senza però che i 375 cavalli vapore assemblati a St. Louis, Missouri, riescano a carburare ancora come nei primi 3: però oramai il vantaggio e l’abbrivio accumulati ne garantiscono la spinta necessaria per superare indenne le parole “the end” e porre le basi per una seconda e sperabilmente una terza stagione che possano chiudere la parabola narrativa con un certo qual coerente costrutto.    

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