1 stagioni - 5 episodi vedi scheda serie
“È ancora razzista?” - “Sì. Ma meno.”
Questa è la storia di Matthew Collins [londinese di origini irlandesi, classe 1972, neonazista in gioventù e poi, sul fronte opposto, attivista e giornalista di Hope Not Hate, un’organizzazione antifascista e antirazzista (che spesso collabora con le forze di polizia, anche se in alcuni casi vi sono attriti per divergenze di vedute d’approccio alle problematiche da affrontare e risolvere) per la quale è stato un informatore infiltrato nel National Front e nel British National Party], e di Robby Mullen (una sua variazione sul tema della generazione successiva).
Una storia, lunga quasi un lustro, che incrocia strutturalmente quella di Jo Cox (1974-2016), deputata laburista ed europeista contraria alla Brexit, uccisa da un terrorista cane sciolto di etnia caucasica che prima le sparò tre colpi di pistola e poi la finì accoltellandola più volte, e quelle di Rosie Cooper (1950), parlamentare liberal-laburista, e Victoria Henderson, ufficiale di polizia, entrambe salve grazie alle rivelazioni fatte da Mullen che hanno consentito l’arresto e poi la condanna all’ergastolo di Jack Renshaw, ventenne neonazista che aveva deciso di uccidere e martirizzare le due donne, col beneplacito dei suoi camerati, per sviare l’attenzione dal fatto che stava per essere arrestato, processato e condannato per pedofilia, immolandosi “alla causa” per pretesto.
- https://www.theguardian.com/uk-news/2019/may/17/neo-nazi-jack-renshaw-who-planned-to-labour-mp-jailed-for-life
E ad un certo punto (irlandese) arrivano John William “Paul” Weller (Jam, Style Council) e Suggs (Madness) aka Graham McPherson: “Ooh Do U Fink U R”.
- Non ce la faccio più, quaggiù. Dio, ho camminato lungo Bethnal Green Road e sembrava di stare proprio nel fottuto Pakistan.
- Beh, mio padre è irlandese. Disse che in passato c'erano cartelli fuori le pensioni con scritto "No Irlandesi, No Cani". Poi diventati "No Irlandesi, No Neri, No Cani". Poi solo "No Neri, No Cani". Le cose cambiano, Lenny. A meno che tu non sia un cane.
“Matthew, ascoltami. Non è cattivo. È solo perso.”
«Sai, la parte migliore del processo, per me, Rob, è stata quando ti hanno chiesto se eri ancora razzista, e tu hai detto: “Meno”. Sai, non si tratta solo di persone come me che sono state colpite da un fulmine e improvvisamente vedono il mondo in modo diverso. Si tratta anche di persone come te, che cambiano solo un po’.»
“The Walk-In”, mini-serie in 5 ep. da ca. 45' l’uno, prodotta da Jo Johnson per ITV, sceneggiata da Jeff Pope basandosi in larga parte su “Hate: My Life in the British Far Right” e “Nazi Terrorist: the Story of National Action”, due saggi scritti (il secondo in collaborazione con lo stesso Robby Mullen) proprio da Matthew Collins (che in seguito pubblicherà, a ridosso della serie, “the Walk-In: Fascists, Spies & Lies - the True Story Behind the ITV Series”), diretta da Paul Andrew Williams (“London to Brighton”, “Bull”), fotografata da Aaron Reid, montato da James Taylor e musicato da Lindsay Wright, vive della presenza scenica - comportamentale, costitutiva, fisica, proattiva – dell’immenso Stephen Graham [Snatch, Gangs of New York, This Is England (il film e le 3 mini-serie), the Damned United, Baby Face Nelson in Public Enemies, Al Capone in BoardWalk Empire, Texas Killer Fields, Taboo, the IrishMan, the Virtues, Time, Help, Boiling Point (film e serie), Peaky Blinders, Bodies, Blitz], attorno al quale orbita il satellite Andrew Ellis (“This Is England” - il film e le 3 miniserie -, “Boiling Point” - il corto/mediometraggio - e “the Owners”) ed altri luminosissimi corpi “minori” quali Dean-Charles Chapman (“Game of Thrones”, “Catherine Called Birdy”), Jason Flemyng (“Two Weeks to Live”), Leanne Best e Shvorne Marks.
This Is United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland (Europe).
“È ancora razzista? Ricordi: è sotto giuramento.” - “Sì. Ma meno.”
Arte didattico-scolastica, nell’accezione più nobile del termine.
* * * * (¼) - 8.25
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