7 stagioni - 80 episodi vedi scheda serie
Health Care and Cinema.
Sniffando ossicodone (a rilascio lento: OxyContin; a rilascio immediato, in associazione con paracetamolo: Percocet) e idrocodone (sempre in associazione con analgesici e antipiretici, e molto amato da “House M.D.”: Vicodin).
- Mamma... la peste bubbonica potrebbe tornare di nuovo?
- No, tesoro. Abbiamo medicine e igiene che allora non avevano.
- Allora... che mi dici dell'influenza? Un'epidemia influenzale potrebbe uccidere 40 milioni di persone come nel 1918?
- Amore, non è una cosa import...
- Potrebbe?
- ...No.
Piccolo esperimento (da pulito e più o meno sobrio): pubblico qui di seguito, senza aggiungere (a parte delle note tra parentesi ai “refusi”) o togliere (la parola “Soprano” comparirà spesso) alcunché, gli estemporanei appunti sparsi presi con inchiostro su carta più di una dozzina d’anni fa a proposito della prima stagione (col pilot diretto da Allen Coulter e le altre regìe affidate a Craig Zisk, Steve Buscemi, Paul Feig e Scott Ellis) di “Nurse Jackie” – creata da Liz Brixius & Linda Wallem (con Evan Dunsky), che la svilupperanno per le prime quattro annate (2009-2012), mentre per le ultime tre (2013-2015) ci penseranno Clyde Phillips con Liz Flahive & Carly Mensch di “GLOW” – alla quale per l’occasione ho riassistito in attesa di recuperare le altre sei.
Ma prima, una notazione: la versione italiana presenta un doppiaggio ben sopra la media grazie soprattutto ad Emanuela Rossi [qui sincronizzata sulla protagonista Edie Falco e già allora e via via sempre più storica “interprete” di Cate Blanchette (Blue Jasmine, Don’t Look Up, TÁR), Michelle Pfiffer, Emma Thompson e Jennifer Beals in “the L Word”, oltre che di Jodie Foster ad inizio carriera] e Rossella Acerbo [che presta la voce a Merritt Wever (“Series 7: the Contenders”, “Signs”, “Studio 60 on the SunSet Strip”, “Michael Clayton”, “InTo the Wild”, “GreenBerg”, “Tiny Furniture”, “BirdMan”, “MeadowLand”, “Godless”, “Charlie Says”, “Welcome to Marwen”, “UnBelievable”, “Marriage Story”, “Run”, “ROAR” e nella prossima 2ª stag. di "Severance") dopo averlo fatto per praticamente tutta la carriera di Drew Barrymore, da “E.T.” a “Santa Clarita Diet” passando per “Charlie’s Angels”, per Amy Wong in “Futurama” e per Phoebe (Lisa Kudrow) in “Friends”].
“Nurse Jackie”, stag. 1 (12 ep., 2009).
Ep. 1-2: ovattato accecante [uno dei due è un aggettivo usato a mo’ di sostantivo; NdR], candida luminosità, abbagliante biancore, dominio dell’immacolato fulgore: un badge fotoidentificativo disappuntato [dal camice; NdR], ma indifferente [quindi non pieno di disappunto; NdR], a suddividere 16 microsferette rubizze risucchiate x [sic!] via nasale: Edie Falco da Mrs. Soprano (una vita scissa a non vedere & non vedersi e a non far vedere alla figlia & non farsi vedere dalla figlia) a infermiera dalla doppia vita scissa da un anello d’oro: i primi piani su di lei sono “Titti all’LSD” in un mondo di gatti domestici affamati, tonti e pericolosi. La durata [25’ x ep.] congeniale in parte x [sic!] “Weeds” e “Scrubs” qui è troppo sacrificante [riflessivo; NdR].
Ep. 3-4: Edie Falco è un’attrice grandiosa e deliziosa: i suoi primi piani rivelano un folletto strafatto e vizioso in the sky with diamond coi piedi ben piantati a terra: la versione “morale” di Carmela Soprano, l’improbabile altra faccia / lat’opposto di un mondo parallelo e contiguo a pochi chilometri di distanza oltre l’Hudson. Craig Zisk [e Mark Hudis; NdR] ci dimostra[no] la valenza di uno stetoscopio e di un cucchiaio - “Assaggiane solo un po’!” - di zuppa/brodo di pollo. Ed eterna lode sia per Eli Wallach, da Reno al Mystic River, passando per l’Almeria. Steve Buscemi, a proposito di New Jersey, inizia una ri-collaborazione dietro alla MdP, e “sceglie” un bel disegno infantile quale storyboard emotivo: puntigliosi minimali mattoni, genitori e sorellina a guardarla e l’autrice ritrattasi guardarsi: un’opera terminata appartiene al pubblico e non sarà un grosso sole giallo raggiante - “Ecco, era tanto difficile?” - a snaturarla.
[MA PERCHÉ FINO A QUESTO PUNTO NON AVEVO ANCORA MAI SPESO UNA PAROLA PER MERRIT WEVER?!]
Ep. 5-6: Florida senza sole: cielo plumbeo, palme piegate sferzate dai venti di un uragano. Raggiunte quasi le due ore di programmazione netta “Nurse Jackie” (le cui iniziali corrispondono al New Jersey, il Garden State dei Soprano: ché sempre lì, siamo e stiamo) si dimostra essere – convincentemente – un autentico long seller in crescita (un po’ come x [sic!] la “matrice” letteraria ch’è il feuilleton), e il fatto poi che in Italia (Sky/Cielo) gli episodi vengano proposti trasmettendoli a coppie incrementa al forza propulsiva e la tenuta narrativa. Steve Buscemi qui molto sopranamente chase-winteriano nella seq.za a camera fissa posta di fronte alle doppie porte scorrevoli d’ascensore: una farsesca tragedia sfiorata (taser), sospesa (letteralmente) sul vuoto spinto del “caso colposamente causato” (quella roba che ti fa finire in Pronto Soccorso), un comico dramma divertito trucemente slapstick: un mix perfetto. Craig Zisk [e Rick Cleveland; NdR] affronta[no] l’eutanasia cosciente autoassistita via cocktail e non flebo endovenosa, con un preventivamente inscatolato, imballato, sistemato appartamento: Edie Falco che in abiti civili fuori dall’All Saints [sulle note e la voce di Patty Griffin in “When It Don’t Come Easy”; NdR] e non in casa sua sale la rampa di scale interne che la portano sul pianerottolo nel quale si trova la porta d’ingresso della casa della sua ex-collega ed amica: se non è Cinema questo, nient’e nulla lo è.
Ep. 7-8: Dio non prende più le sue medicine; un neonato asiatico abbandonato lì, sullo sfondo; granellini colorati spolverati sul gelato di una bambina alla fermata della stazione della metropolitana sopraelevata (montaggio di Malcolm Jamieson e fotografia di Vanja Cernjul); la resa dei conti con l’amante (Paul Schulze), che verrà sostituito da una Pill O-Matix e adesso sa, come il dottor Cooper (Peter Facinelli), che Jackie ha (almeno) una figlia [e non ch’è sposata con Kevin (Dominic Fumusa) e che di figlie ne ha due], nella farmacia dell’ospedale, mentre l’infermiere gay, Mohammed de la Cruz (Haaz Sleiman [che durante il passaggio tra la 1ª e la 2ª stag. sparirà dal cast, così, de botto, senza (?) senso; NdR]), sa che è fidanzata e la dottoressa O’Hara (Eve Best) non sa quant’è drogata. Un altro fantastico dittico diretto da Steve Buscemi, qui col suo "doppio" - il fratello Michael - in versione Dio [ruolo che poi Mr. Pink ricoprirà realmente un decennio dopo nella 1ª stag. di “Miracle Workers”; NdR]. Ottime canzoni sul finale di entrambi gli episodi: un’improvvisazione di Dio e il karaoke di Edie Falco (ep. scritto da Liz Flahive, mentre coprono tutta la stag. le musiche di Wendy (Melvoin) & Lisa (Coleman) e le scenografie del futuro scorsesiano Bob Shaw e completano il cast principale Stephen Wallem - fratello della co-creatrice - e Anna Deavere Smith) sulla “Up On the Roof” di Carole King e Gerry Goffin, nella versione dei Drifters e non in quella di Carole King e James Taylor.
[MA PERCHÉ FINO A QUESTO PUNTO NON AVEVO ANCORA MAI SPESO UNA PAROLA PER MERRIT WEVER?!]
Ep. 9-10: nel dittico diretto da Paul Feig (con la seconda parte scritta da Lix Brixius) vi sono momenti (al parco coi palloncini, al telefono con la figlia, la martellata sull’anulare) in cui la MdP rimane in steady-cam fissa ad inq.re Edie Falco che resta di fronte ad essa assumendo valori mitopoietici di liturgia fisiognomica [crea e perpetua la caratterizzazione; NdR]: un’attrice strepitosa. ShowTime rivaleggia con HBO: se in “Dexter”, pur ben strutturata nell’allestimento del proprio micro-universo, prevale la spinta vespertina verso l’estremizzazione, e in “Weeds” [un ca-po-la-vo-ro; NdR] per contro e similarmente la “stessa ma non la medesima” estremizzazione tocca vette di assurdo più vero del vero, l’una di matrice drammatica (tragica) con tocchi sarcastici, l’altra di stampo commediale (comico) con impronte, pennellate ed intarsi di autentica cinicità deterministica (ovvero: il libero arbitrio c’è, esiste, ma è un processo che quando non è indifferente allora è egoistico), “Nurse Jackie” è una perfettamente dicotomica - compartimentata e comunicante - via di mezzo empaticamente immedesimatrice [superiore a “Dexter” e rivaleggiante con “Weeds”; NdR].
Ep. 11-12: nel dittico di ep. diretto da Scott Ellis ch’è il finale di questa 1ª stag., ecco: “Ladri di Biciclette”, adorabili coniglietti [indossati dall’infermiera Zoey (MERRIT WEVER: ci ho messo più di una dozzina d’anni, ma alla fine - e con questa sono ben quattro volte - l’ho citata!); NdR], sovradosaggio di solfato di morfina vs. “ShowGirls” [al tempo non ancora rivalutato dalla critica - qui impersonata per sineddoche da Victor Garber -, mentre io non avevo già allora alcun bisogno di farlo perché mi era piaciuto sin da sùbito; NdR] e ratti al neon elettrici. Tra le guest (future / not yet) star, Christopher Abbott.
- What movie won the Oscar for Best Picture last year?
- When was Showgirls? That was a good movie.
- Oh, my God, I broke him.
Health Care and Cinema.
* * * * ¼ - 8.5
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