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Bloodline

3 stagioni - 33 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2016-2016
  • 10 episodi

L'autore

mck

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La recensione su Bloodline

di mck
6 stelle

Just drive, John.

 

Questa diluita/dilungata (gli episodi, rispetto alla prima stagione, sono passati da 13 a 10, ma la durata degli stessi si è assestata di conseguenza da una media di 50 minuti ad una di 55) e prevedibile annata di mezzo, che sorge sulla metaforica terra smossa di una tomba e termina accelerando in solitaria fuga verso nord, si risolleva un poco dalla noia [lo spettatore è ormai “affezionato” a questi “dilettanti con la coscienza sporca” (no, non mi sto riferendo agli autori) che sono i componenti della famiglia Rayburn, ma ogni limite ha una pazienza] e dal fastidio [specialmente il carattere di Nolan (Owen Teague), il figlio di Danny (un sempre bravo Ben Mendelsohn che qui ritorna in flashback e in apparizioni psico-fantasmatiche, andando così a ricoprire il ruolo che la scorsa volta toccò in sorte a Mia Kirshner), è trattato e gestito malissimo] solo all’altezza del giro di boa, quando i personaggi interpretati da Andrea Riseborough (la madre di Nolan nella serie e protagonista o co-protagonista di Mandy, Nancy, Possessor, Luxor, Here Before, Please Baby Please, To Leslie, Lee, Funny Birds, the Regime e Alpha Gang nel resto della vita/lavoro) e John Leguizamo (il suo in divenire ex) vengono sviluppati con un po’ di criterio (con i due full frontal - totale per lei e parziale per lui, as usual - che, “soddisfando” tutti i gusti, non guastano), evitando così il disastro totale: lo showrunner è, con l’aiuto di David Manson, Glenn Kessler, mentre il fratello minore Todd (che attendo al varco con “the New Look”) e il terzo creatore, Daniel Zelman, si limitano a dirigere (un episodio il primo e due il secondo) al fianco di Ed Bianchi, Michael Morris, Jean de Segonzac, Dennie Gordon, Stephen Williams e Mikael Håfström (e difatti le regìè sono valide).

Portfolio defatigante.

(Chiedo scusa, anche alla pastorizia, m’altrimenti ‘sta stagione è proprio un po’ piatta, eh...)

 


Dialogo tra Kevin e Belle.         
- Ti ho mai raccontato di quando avevo sei anni e ho imparato ad andare in bici da solo? Te l'ho mai detto? Avevo sei anni, ok? Sono uscito fuori di casa e sono salito sulla bici, nel vialetto. Sono salito su questa cazzo di bici e sono cascato subito. Sono risalito su e ricascato giù. Ci ho riprovato, l’ho fatto di nuovo e di nuovo ancora. Mi sono spaccato la testa, ed ero ricoperto di sangue. Ma alla fine della giornata sapevo andare su quella cazzo di bici... Hai capito cosa cerco di dirti?
- Dov'era tuo padre? Tua madre?
- Cosa? Non è quello il punto.
- Non ti hanno aiutato, non c'erano per te.
- Non riguarda i miei genitori. Non si tratta di loro. Si tratta di me. Riguarda me… Che c'è?
- Pensi che sia un lieto fine? Non lo è.

Menzioni speciali – oltre che per i già citati Mendelsohn, Riseborough e Leguizamo, mentre Kyle Chandler fa il suo dovere - per Linda Cardellini, Sissy Spacek, Chloë Sevigny, Jamie McShane, Enrique Murciano, Norbert Leo Butz, Jacinda Barrett, Katie Finneran, David Zayas e, in tanto veloce quanto terrificantemente indimenticabile comparsata analettica, Sam Shepard.

Fotografia di Jaime Reynoso e musiche di James S. Levine. Più, in outro di stagione, Lou Reed.

It must be nice to disappear
To have a vanishing act
To always be looking/moving forward
And never looking back
How nice it is to disappear
Float into a mist…

 

 

Just drive, John.

* * ¾ (***)  

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