1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie
Andrea Goes Est-Nord-Ovest-Sud.
“Swarm” = “Vox Lux” (idolatria e dintorni) & “Ingrid Goes West” (lo sciame) + “Poker Face” (lo sviluppo verticale dei singoli episodi on the road) + “I May Destroy You” (la junkie-addiction verso i social media/network) + “Harry: Portrait of a Serial Killer” & “C'est Arrivé Près de Chez Vous”.
“Nigger… Twitter?!”
Creata da Donald Glover (“Atlanta”, “Guava Island” - con Rihanna, mentre qui una figura simile, riconducibile però verso un tipo à la Beyoncé e sviluppata per la maggior parte del tempo fuori campo, è la destinataria dell’ossessione della protagonista - e qui regista del 1° ep.) e dalla drammaturga & commediografa Janine Nabers, che la showrunnerizza e ne scrive la maggior parte degli episodi assieme a Stephen Glover (fratello minore di Donald e anche regista del 6° ep., un, ebbene sì, in stile «Cartello Iniziale di “Fargo”», fiction-non-fiction mockumentary...
“This is not a work of fiction. Any similarity to actual persons, living or dead, or actual events, is intentional.”
(“Questa non è un'opera di fantasia. Qualunque somiglianza con persone reali, vive o morte, o eventi reali, è intenzionale.”)
...unreal-true crime d’autofiction - i singoli casi di cronaca sono realmente avvenuti, qui trasfigurati, ma non esiste alcun serial killer, solamente un serial author - fotografato da Gabriel Patay), Ibra Ake (anche regista del 4° e del 5° ep., mentre Adamma Ebo dirige i restanti 3 dei 7 totali), Jamal Olori, Kara Brown, Malia Ann (Obama) e Karen Joseph Adcock, questa “Swarm” avvince e convince (nonostante il fatto che, dopo il primo, assolutamente inaspettato, gli altri colpi di scena seguenti a cascata relativi a chi uccide chi, e come, sono un po’ scontati e prevedibili, tranne però l’ultimo, quando oramai lo spettatore poteva anche sperare in una “guarigione”) grazie soprattutto alla magistrale prova d’attore della protagonista Dominique Fishback (“Show Me a Hero”, “the Deuce”, “Judas and the Black Messiah”, “the Last Days of Ptolemy Grey”).
Da rimarcare, nel cast di contorno: Chloe Bailey (sorella maggiore della Halle nuova Sirenetta live action per il pesantissimo Rob Marshall), Billie Eilish (qui al suo sorprendente - in senso non buono: ottimo - esordio assoluto, se proprio non vogliamo contare “The Simpsons: When Billie Met Lisa”), Kate Lyn Sheil (AutoErotic, Gabi on the Roof in July, the Zone, Silver Bullets, Green, the Color Wheel, Sun Don’t Shine, Listen Up Philip, Queen of Earth, Buster's Mal Heart, Golden Exits, She Dies Tomorrow, Kendra and Beth), Kiersey Clemons (SweetHeart, AnteBellum, Am I Ok?, SomeBody I Used to Know), Paris Jackson, Damson Idris e poi Rory Culkin che porta e ci mette le fragole.
Fotografia (granulosa e contrastata su pellicola in formato 3:2) di Drew Daniels (“Krisha”, “It Comes At Night”, “Outer Range”), musiche di Michael Uzowuru (“Guava Island”). Co-produce e distribuisce Amazon.
“Black women falling through the cracks.”
(“Donne nere che passano inosservate.” → Donne nere che si perdono tra le pieghe della storia.)
Andrea Goes Est-Nord-Ovest-Sud.
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