1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
Questi Cazzo di Anni Zero, ovvero: the Dumb Apocalypse.
“Class of ‘07”, creata, interamente diretta per ognuno degli 8 episodi e scritta (con la collaborazione di Romina Accurso in un paio di occasioni e di Gretel Vella in un’altra) da Kacie Anning (“the Other Guy”) è (oltre che la contro-versione NON adulta del "LadyWorld" di Amanda Kramer) una puttanata sesquipedale (sin dall’inizio, coi geyser e l’innalzamento repentino, letteralmente dalla notte al giorno, del livello delle acque aperte, anche se il meglio – un coltello piantato nella schiena di una delle protagoniste che se ne va in giro tranquillamente perché nessuno vuole toglierglielo essendo stata ostracizzata – arriva alla fine, ma a quel punto TUTTO è stato reso accettabile, ovviamente senza alcun intervento della sospensione dell’incredulità, completamente inutile - perché evidentemente non ce n’è alcun bisogno - in casi come questo), ma c’ha pure dei difetti, eh, che però sono stemperati dalla sua lucida idiozia: praticamente uno «“YellowJackets” al contrario» in salsa (senza tirare in ballo “Animal House”, per carità) “The To Do List” (Carey, 2013) e “Mike and Dave Need Wedding Dates” (Szymansky, 2016), entrambi con Aubrey Plaza (ma è solo un caso…?), mentre qui il gran cast è capitanato da Emily Browning (“Ned Kelly”, “Sucker Punch”, “Sleeping Beauty”, “God Help the Girl”, “Golden Exits”, “American Gods”, “the Affair”, “Monica”), un essere umano fatto di burrosa madreperla, Megan Smart e Caitlin Stasey, e poi Emma Horn, Claire Lovering, Sana'a Shaik, Bernie Van Tiel, Chi Nguyen, Steph Tisdell e Rose Flanagan, con una menzione speciale per l’attraente respingenza della molto brava semi-esordiente Sarah Krndija.
- Perché non siete nel panico?!
- Lo eravamo alle 4 di questa mattina. Te lo sei perso.
Fotografia di Bruce Young e musiche di Bryony Marks, con un profluvio - non solo australiano - di “hit” da the Ting Things, Black Eyed Peas, Scissor Sisters, Amy Winehouse, Gwen Stefani, Nelly Furtado, Gossip, Lisa Mitchell, Devendra Banhart, Kasabian, Vampire Weekend, Missy Higgins, the Pussycat Dolls, the Dandy Warhols, Lisa Mitchell, the National, Yeah Yeah Yeahs, Basement Jaxx, Chumbawamba, Lykke Li, Goldfrapp, Phoenix, Ok Go, Bright Eyes, Laura Marling, Justice vs. Simian, KT Tunstall, the Jezabels, Lily Allen, SpiderBait, Gabriella Cilmi, Kelis, San Cisco, Ida Maria, Art vs. Science, Augie March, Sarah Blasko e the Temper Trap: beh, prima o poi, dopo i ‘50 di “Happy Days”, i ‘60 di “Mad Men” e “Master of Sex”, i ‘70 di “That '70s Show” e “SwingTown”, gli ‘80 di “Stranger Things” e i ‘90 di “That '90s Show” e la stessa “YellowJackets”, già citata, il revival ad un certo punto doveva arrivare anche per “questi cazzo di anni zero”, no?
“Facciamole complimenti falsi finché non diventa insicura!”
Ed ecco una mio autoritratto direttamente per l’appunto dalla metà degli anni zero, quando saltavo i fossi per la lunga annegandoci dentro…
Come (non) ti cambia il tempo!
Dicevamo: una sesquipedalica puttanata lucidamente idiota. (Ovviamente ci sto, e apocalisse sia.)
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