2 stagioni - 9 episodi vedi scheda serie
Snap Snap! (See You Next, Wednesday!)
Alfred Gough e Miles Millar, creatori di “Smalville”, “Into the Badlands” e “the Shannara Chronicles” (insomma: “L’orrore! L’orrore!”), e però anche soggettisti, con Michael Chabon, di “Spider-Man 2”, riescono, praticando lo stesso sport sul medesimo campo da gioco, e con l’aiuto in fase di sceneggiatura di Kayla Alpert, April Blair e Matt Lambert, a superare (in meglio) “Chilling Adventures of Sabrina”, vale a dire lo spin-off non-x-subnormali di “Riverdale”: questa “Wednesday”, basata sui caratteri originali di Charles Addams (ch’era ben altra cosa rispetto alla Archie Comics), vuoi per la presenza attiva di Tim Burton (i primi 4 episodi - da lui diretti - degli 8 totali - chiudono dietro alla macchina da presa, con un dittico ciascuno, Gandja Monteiro e James Marshall - componenti questa prima stagione sono un tour de force di regia e direzione attoriale mica male davvero: poi la serie sfrutta l’abbrivio accumulato e giunge in scioltezza e disimpegno alla fine cliffhangerosa), qui al suo primo, vero e serio approccio con la serialità, vuoi per la presenza scenica di Jenna Ortega (anche senza l’iconica scena della danza…
…rockabilly - forzatamente pensata/studiata a tavolino, almeno quanto l’inevitabile chiusura à la “Carrie” - sulle note e le parole di “Goo Goo Much” dei Cramps, che comunque non guasta, eh), classe 2002, esprime alla perfezione la definizione di binge-watching: divertente, ma senza gratuità (“Se urlo come una forsennata… significa che probabilmente mi sto divertendo…” / “Sei in bianco e nero! Un filtro Instagram vivente!”), disimpegnata, ma non idiota (“It’s about how whitewashing the sins of our past will come back to kill us all...”), con rapporti di causa-effetto relativi alle azioni dei personaggi che non interrompono la sospensione dell’incredulità psicologio-comportamentale e una trama mistery non affogata nella sciatteria di ribaltoni infiniti né nella belluria dei deus ex machina un tanto al chilo.
Completano l’oliatissimo cast gli studenti della Nevermore (Emma Myers, Hunter Doohan, Joy Sunday e Percy Hynes White), i docenti della Nevermore (Gwendoline Christie e Christina Ricci, con per lei nessun momento catartico di “specchiamento” metacinematografico: qui non si campa di rendita giocando sul “facile”!), le autorità di Jericho, Vermont (Jamie McShane e Riki Lindhome) e il parentado vario della schiatta Addams (Catherine Zeta-Jones, Luis Guzmán e Fred Armisen).
Fotografia di David Lanzenberg e Stephan Pehrsson, musiche di Danny Elfman e Chris Bacon.
Produce MGM e distribuisce Netflix.
“On n' est pas sérieux quand on a dix-sept ans.” - Arthur Rimbaud / Léo Ferré
“I social sono un buco nero di vuote gratificazioni per l'anima.” - Wednesday Addams (16 anni finzionali)
“Le vetrine social sono le vetrine di Amsterdam.” - Francesca Calearo (17 anni reali)
Quanto può essere riempito un programma di un corso scolastico con la materia “Piante Carnivore”? A quanto pare con 9 mesi di lezioni.
Ciliegina sulla torta: la decisione d’inserire nel titolo di ogni episodio la parola “woe(s)” (resa di volta in volta da parte dei curatori dell’edizione italiana - la serie ovviamente va fruita, salvo impossibilità varie, in versione originale, punto - con l’aggettivo “triste”, il sostantivo “tristezza” e l’avverbio “tristemente”).
E dunque no, non è un film scritto e diretto da Todd Solondz, ma se la cava.
Snap Snap!, ovvero: See You Next, Wednesday! (parafr. & semi-cit.)
Primi 4 episodi: * * * ¾
Ultimi 4 episodi: * * * ¼
Media aritmetica & ponderata: * * * ½
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