1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
“Oh! A’mo acciso ‘a Bambi!”
A circa un decennio di distanza dalla prima messa in onda di “Ginnaste - Vite Parallele” (I.Bernardini & V.Mieli, 5 stag., 2011-2016, MTV: C.Ferlito, E.Preziosa, S.Ricciardi e le altre, ma non V.Ferrari), e della coeva (e co-societaria) satirizzazione da parte di Caterina Guzzanti in “Ginnaste - Vite di Merda”, contenuto nel suo “la Prova dell’Otto” (1 stag., 2013, MTV), Chiara Barzini e Ludovica Rampoldi, con la stessa Ilaria Bernardini (da Victoria Cabello a “In Treatment”), adattando il suo omonimo romanzo del 2011, creano e, con Giordana Mari, scrivono per Indigo Film (Nicola Giuliano e Francesca Cima), Paramount e Rai i 6 ep. da circa 50' l’uno della 1ª stag. (la serie è tanto aperta quanto chiusa: potrebbe terminare così, ma una 2ª annata sarebbe opportuna, se non necessaria) di “Corpo Libero”, tutti diretti dalla coppia composta da Cosima Spender e Valerio Bonelli, già al lavoro, moglie alla regìa e marito al montaggio (“The Martian”), sul documentario “SanPa - Luci e Tenebre di San Patrignano”, e il difetto più evidente che li pervade puntiformemente è esemplificabile attraverso la riproposizione nell’ultimo episodio del monologo introduttivo del primo: quel prologo “letterario” se vi si assiste una volta lo si assimila, ma se viene rispolverato ecco che allora tutte le magagne d’inverosimiglianza (del come, non del cosa) impediscono alla sospensione dell’incredulità d’intervenire, disinnescandola.
“Corpo Libero” è una serie cui sembra sia stata somministrata la triptorelina per renderla meno complicata sospendendone lo sviluppo puberale: non è dal PdV cinematografico sufficientemente adulta e come le sua atlete inconsapevolmente - ¡spoiler! - dopate soffre di qualche effetto collaterale schizoide.
Però la recitazione [Antonia Truppo (“Il Mio Corpo Vi Seppellirà”) e Filippo Nigro (“ACAB - All Cops Are Bastards”), in buon’alchimia, Barbara Chichiarelli (“Favolacce”), un po’ fuori fuoco, e poi le giovani atlete, le... Bambi mannare, tutte alla loro prima esperienza s’un set, e tutte molto brave, Alessia De Falco, Giada Savi, Federica Cuomo, Eva Iurlaro, Giada Pirozzi e Catinca Petrescu, per concludere con Lorenzo Gioielli, Fiorenza Tessari, Emanuele Maria Di Stefano, Alexandra Bob e Roberto Nocchi), l’ambientazione (le pendici del versante nord del Gran Sasso, la fotografia di Francesco di Pierro e la location dell’ex Hotel Miramonti nei pressi degli alturali Prati di Tivo che durante un passaggio di gestione interpreta senza sforzo alcuno una struttura un po’ vecchio stile, mentre il gergo dei nuovi ed insicuri investitori la definirebbe retriva ed agée) e financo le musiche di repertorio, oltre a quelle originali di Eduardo Aram (“El Chapo”, “SanPa”), scelte pescando nel meglio del flusso principale, da Madame ad Ariete, rendono l’aleatoriamente gradevole fruizione fluida, ovvero scorrevole e impersistente.
* * ¾ (***)
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