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Irma Vep

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Irma Vep

di supadany
9 stelle

Procedimenti creativi: miniere da perlustrare (in lungo e in largo) e frontiere da valicare/affiancare/avvicendare (senza sosta). In un fase storica come quella contemporanea, che nel segmento dell’audiovisivo gode/soffre di un eccesso spasmodico di offerta, la quasi totalità della proposta è strettamente riconducibile a entità preesistenti e ampiamente riconosciute, tanto che i riferimenti sono sbandierati sperticatamente, in modo tale da richiamare/invitare - a gran voce – tutti gli amanti/sostenitori del soggetto/genere specifico.

Proprio per questa ragione, chi va oltre, chi si eleva su un ulteriore livello di lettura, merita a prescindere una considerazione speciale.

Anche quando va a pescare nella farina del suo sacco, com’è successo a Olivier Assayas con Irma Vep, una miniserie senza eguali, d’autore fino al midollo, che sfrutta il più ampio respiro offerto dal format per scandagliare e implementare le direttive emesse nell’omonimo film che, nel lontano 1996, aveva trafitto il cuore dei cinefili, seppur ristretto in una sintesi quanto mai estrema.

Per giunta, non si parla di una semplice traduzione/rivisitazione, bensì di un’occasione colta nella sua essenza, sprigionando una visione d’autore che non sembrava attendere altro.

Fermamente decisa a vivere un’esperienza estranea alle sue abitudini e a lasciarsi alle spalle la tormentata relazione con Laurie (Adria Arjona6 Underground, Pacific rim 2 – La rivolta), Mira Harberg (Alicia VikanderEx machina, Jason Bourne), una star assoluta del cinema mainstream, approda a Parigi per recitare nel remake di Les Vampires, un classico del cinema muto.

Mentre sul set le riprese procedono faticosamente tra varie complicazioni, con il regista René Vidal (Vincent MacaigneIl gioco delle coppie, Due amici) sempre sull’orlo di una crisi di nervi, attori insoddisfatti, come Edmond Lagrange (Vincent LacosteIppocrate, Il primo anno), e altri contraddistinti da personalità debordanti, come Gottfried von Schack (Lars EidingerPersonal shopper, Lezioni di persiano), Mira entra gradualmente nel personaggio, aiutata da Regina (Devon Ross, artista poliedrica), la sua assistente personale, e da Carla (Nora HamzawiIl gioco delle coppie, Alice e il sindaco), l’assistente di produzione.

Mira arriverà al punto di acquisirne le capacità fuori dalla sfera della finzione, andando a curiosare dove altrimenti non sarebbe possibile, in quelle porzioni di intimità che ormai le sono precluse.

 

Alicia Vikander

Irma Vep (2022): Alicia Vikander

 

Con Irma Vep, Hbo si conferma come un network/produttore che guarda prima di tutto alla qualità e che, coadiuvato da un altro marchio dall’indubbia autorità qual è A24, assegna integralmente carta bianca a Olivier Assayas, che sceneggia e dirige l’intera opera.

L’autore francese gioca in casa, coglie la palla al balzo e ricambia il favore, elaborando un approccio immersivo che avanza acquisendo campo, allestendo una sinfonia trascinante che pullula di personaggi invitanti, diversificati e definiti dettagliatamente, di dissertazioni che sviscerano un corposo quantitativo di filamenti, tra citazioni cinefile e implicazioni umane, tratti psicologici e calamite legate al desiderio, vizi e vezzi, soluzioni sofisticate e tentazioni intime, come tali incontrollabili.

Un moto perpetuo che intavola/sovrappone layer che si snodano tra realtà e finzione, sogno e immaginazione, oscillando dentro e fuori, dietro e davanti lo schermo, creando una piacevole sensazione di smarrimento. Una prelibata congiunzione astrale, resa possibile da un registro brillante, da una iperattività che fornisce una miscela effervescente, che feconda la materia primaria, un terreno fertile che germoglia senza porsi limiti, pur detenendo un controllo che non lascia nulla al caso, che ottiene esattamente ciò che si è prefissato.

Una boccata d’aria fresca, nella quale tanti personaggi lasciano il segno, dove praticamente tutti gli interpreti scivolano nelle relative parti con un’aderenza encomiabile. Se Alicia Vikander domina la scena, meravigliosa e munifica, stordente e ricettiva delle molteplici suscettibilità a cui è sottoposta come musa, Vincent Macaigne incarna alla perfezione una quantità esorbitante di pulsioni, distruttive e creative, dando vita a un alterego del regista e della sua ingombrante/snervante/produttiva funzione, nel sottobosco vivono/brulicano/emergono tante altre personalità, molte strettamente correlate al cinema di Olivier Assayas. Dunque, occorre menzionare la deliziosa Nora Hamzawi, lo spirito ribelle – e pienamente assecondato - di Devon Ross, la performance sopra le righe – imprendibile e succulenta, trasandata ed eccentrica - di Lars Eidinger, nonché Kristen Stewart arruolata come special guest, come a specificare che in questo gran galà imbastito da un autore puro e messo a nudo, nessuno dei suoi prediletti poteva/voleva mancare.

 

Vincent Macaigne, Alicia Vikander

Irma Vep (2022): Vincent Macaigne, Alicia Vikander

 

In sintesi, questo update che si snoda tra arte e vita, è una sorta di esperienza miracolosa, la testimonianza che una passione sincera e immacolata può ancora prendere il sopravvento, dando vita a un cerchio magico lanciandosi senza alcuna rete di protezione in un giacimento sostanzioso. Un unicum dove tutto è possibile, un rifugio nel quale la perdita dell’orientamento è un regalo prezioso/gradito/gratificante, che ha tutto per mandare in brodo di giuggiole il cinefilo, al quale – per una volta - vanno tutte le attenzioni.

Tra fantasie agognate e condotte necessarie, industria e contenuti, abboccamenti e gradazioni, crolli verticali e abbracci sinceri, nevrosi e panacee, richieste stringenti e contromisure istantanee, fantasmi invadenti e vertigini inimmaginabili, valvole di sfogo e nicchie di puro godimento, debolezze e virtuosismi eccelsi, riflessioni trasversali e suggestioni autentiche.

Una rara avis, avvolgente e rutilante, seducente e cangiante.

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