1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
Il mestiere dell'attore. (E non dimenticare la tuta spaziale!)
Al contrario di molte buone o discrete serie recenti tratte da romanzi che propongono apparati, dispositivi, argomenti, contenuti e situazioni più o meno riconducibili al genere fantascientifico quali sono “MonsterLand” da Nathan Ballingrud, “Made for Love” da Alissa Nutting, “Station Eleven” da Emily St. John Mandel, “Shining Girls” da Lauren Beukes e “the Essex Serpent” da Sarah Perry questa “Night Sky” (già conosciuta col titolo di lavorazione di “LightYears”) invece è, parimenti alla coeva ed altrettanto nuova (primavera-estate 2022) “Outer Range” di Brian Watkins, totalmente frutto della fantasia dei suoi due creatori, Holden Miller e Daniel C. Connolly, che sceneggiano i ¾ degli ep., ma come e più del serial western-SF appena succitato promana e mantiene il passo lungo, complesso e deciso del romanzo: ciò sì, grazie alla scrittura e alle regìe (affidate al Juan José Campanella di "El Secreto de sus Ojos" e a Philip Martin, Robert Pulcini & Shari Springer Berman, Sara Colangelo, Jessica Lowery e Victoria Mahoney) che fotografano/dipingono in pieno l’atmosfera “codificata” - e/ma proprio perché, come luogo comune, del tutto realistica - della Provincia Americana, nello specifico l’Illinois rurale a nord-ovest fuori Chicago (le pro-loco del posto hanno di che gioire), ma soprattutto, perché in certe occasioni e circostanze la storia subisce evidentemente degl’inceppamenti
-[dopo una partenza “fulminante in minore” legata a quello che non è un MacGuffin (come ad esempio avviene nella già summenzionata “the Essex Serpent”), ma un vero e proprio motore e deus ex machina della vicenda, prosegue con alcuni momenti di stanca inframmezzati ad altri molto riusciti, per poi carburare alla grande e “risolversi”, con le 3 grandi linee narrative che s’incrociano e collassano fra loro in un unico tempo presente e luogo costante, la casa della famiglia York, in un finale non proprio perfetto dal PdV delle dinamiche non tanto psicologiche dei protagonisti, quanto piuttosto della mera messa in scena realizzativa delle loro correlate e conseguenti azioni]-,
per merito del cast: J. K. Simmons (che ha rimpiazzato per motivi famigliari Ed O’Neill) e Sissy Spacek sono i T•I•T•A•N•I•C•I protagonisti, coadiuvati dal più che buon cast secondario composto da Chai Hansen, Adam Bartley, Kiah McKirnan, Julieta Zylberberg, la giovane Rocío Hernández, Piotr Adamczyk, Cas Buggé, Stephen Louis Grush, Tim Griffin, Angus O’Brien, Beth Lacke (molto brava) e la sempre ottima Sonya Walger.
Notte stellata (Night Sky) (2022): J.K. Simmons, Sissy Spacek
Notte stellata (Night Sky) (2022): J.K. Simmons, Sissy Spacek
Musiche come sempre molto valide e peculiari degli stakanovisti (appena terminata la colonna sonora del suddetto “Outer Range”, eccoli qua) Danny Bensi & Saunder Jurriaans. Bob Dylan a cappella viaggiando in automobile è sempre un bel tocco, Billy Joel magari un po’ meno, toh.
Non-Spoiler. Resta da capire come mai quei topi, esposti all’atmosfera dello xeno-pianeta, siano morti (sempre che Franklin sia effettivamente ancora “vivo”, eh). E rimane la pacata, ma non poca, voglia di assistere all’eventuale (necessaria) seconda stagione, nell’auspicante speranza che il tutto non frani in spuria belluria new-age (termine inteso nella sola accezione possibile, quella negativa).
* * * (¼) ½ (¾)
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