2 stagioni - 15 episodi vedi scheda serie
...scorrere, piegarsi/flettersi, ripetersi...
Un banale scheletro basato sui tòpoi architettonici codificati e portati a compimento da “Yellowstone” rimpolpato da qualche cicciolo steroideo raschiato via dalla carcassa troncata di “the OA”: e no, di questa seconda stagione (in “attesa” della terza ed ultima?) di “Outer Range” (composta da 7 ep. al posto di 8), che apre ai “paradossi” e alle linee spazio-temporali parallele/divergenti e (ma la cosa invece poteva anche essere un pregio derivato!) conferma ogni peggiore aspettativa pronosticabile ben anzitempo rispetto al termine della precedente (Brian Watkins, il creatore, showrunner e co-sceneggiatore, sparisce dalla writers’ room, sostituito in parte da Cameron Litvack e da altri 7 nuovi scrittori che come lui non hanno minimamente avuto a che fare con la prima annata, ma la situazione non cambia), non se ne sentiva - col senno di poi, di ieri e di sempre - alcun bisogno: certo, Josh Brolin, Lily Taylor, Will Patton, Tom Pelphrey e Lewis Pullman (Lean on Pete, Catch-22, the Caine Mutiny Court-Martial, Lessons in Chemistry) sono ottimi attori (troppo malamente condotti e sfruttati: un ep. è diretto dallo stesso Brolin, ma ben poco si discosta dagli altri), certo, Imogen Poots è bellina e caruccia (e recitativamente ha fatto ben di meglio altrove: "Knight of Cups", "Green Room", "Vivarium"), e certo, la sottotrama che vede coinvolta Tamara Podemski in mezzo agli shoshoni non è malaccio, però: no.
"Come" il tempo, "Outer Range", parafrasandola, scorre (senza colpo ferire, e senza lasciare alcun segno), si piega e si flette (alle regole dello stufo) e si ripete (inesorabilmente), e per un prodotto che ha dollari a sufficienza per pagare i diritti di “Time”, beh, è un’aggravante imperdonabile. Anche perché...
* * ¾ - * * * (¼) – 5.75
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta