1 stagioni - 3 episodi vedi scheda serie
Ce Magnifique Gâteau!
CASA: QUALCHE AVVERTENZA
Se hai una casa
bisogna che ci pensi di continuo
mentre la abiti, quindi la casa
deve abitarti in testa...
Grace Paley - "Volevo Scrivere una Poesia, Invece Ho Fatto una Torta" - 1985/2001 - Big Sur
Asseverati i requisiti tecnici per gl’interventi volti a mirare il via libera per l’applicazione dell’aliquota di detrazione al 110% del super-bonus edilizia la variegata pagura umanità s’apprest’ad affrontare il passato classista, il presente straniato/alienato e il futuro che storna lo sguardo dall’evidenza di sé: la mini-serie di cortometraggi o il lungometraggio antologico ch’è “the House”, creata e scritta (su soggetto dei vari registi) per Netflix dal drammaturgo irlandese Enda Walsh, si dimostra quale un magnifico sformato di esseri umani (gomitolosi Homo s. sapiens e antropomorfizzati Rattus rattus e Felis silvestris catus) incarnati frame by frame attraverso l’unione di lana uncinettata, plastilina digitata/plasmata e stoffa (cotone/fustagno e seta/organzino) imbastita/cucita assemblate assieme per essere poi mosse a passo uno: l’apoteosi del Falso Movimento, la Stop Motion: la quintessenza letterale della parola Animazione.
Tre storie da circa mezz’ora l’una affidate a quattro registi:
- I. “E dentro di me, s’intesse una menzogna.” (And heard within, a lie is spun.) Disperazione e speranza. (Horror d’atmosfera gotica.) Regìa di Emma de Swaef & Marc James Roels: la meraviglia. Le voci di Mia Goth, Matthew Goode e Miranda Richardson accompagnano la presa di coscienza del quanto sia difficile creare con della sola fibra tessile animale e un po’ di luce artificiale un ultra-iper miyazakiano fuoco ardente nel camino e con della sola lana aggomitolata e un po’ d’ombra una ruga della fronte. Nota: i bambini so’ de “gomma” (rimbalzano - se le altezze sono adeguate e non impossibili - senza farsi troppo male), come le scale in pietra e cemento del resto… PS: carta da parati mandelbrotiana. Voto: 9.0
- II. “Perduta è la verità che non si può vincere.” (Then lost is truth that can’t be won.) Disperazione (Horror kafkiano: cinico e sarcastico.) Regìa di Niki Lindroth von Bahr (soggetto condiviso con Johannes Nyholm). Voce di Jarvis Cocker, assediato. Giganteschi (rispetto alle reali dimensioni che caratterizzano quella famiglia di coleotteri) dermestidi, allo stadio adulto e larvale, come in un musical di Bubsy Berkeley (ovvero: la Vita al Tempo del SuperBonus 110%). Arrendersi all’animalità. Voto: 8.0
- III. “Ascolta di nuovo e cerca il sole.” (Listen again and seek the sun.) Speranza. (Fantascienza: il farsi della post-apocalisse in corso: una parvenza di solar-punk). Regìa di Paloma Baeza. Voci di Helena Bonham Carter e Paul Kaye. Altra carta da parati: meno inquietante e più dispettosa. Fondamenta galleggianti, e vento in poppa: un’epitome della specie/civiltà umana (viene in mente la 5ª stag. di "the Affair", con Joanie Lockhart e la casa avita a Montauk assediata dalla marea crescente). Voto: 8.5
Producono i Nexus Studios (Charlotte Bavasso e Christopher O’Reilly). Scenografie (set design & art direction): Alexandra Walker (e Nicklas Nilsson). Montaggio: Barney Pilling. Fotografia: Malcolm Hadley (I) e James Lewis (II e III). Direzione dell’animazione: Tobias Fouracre (I) e Chris Tichborne (II e III). VFX: German Diez. Sets & Props: ClockWork Frog e Mackinnon & Saunders (che si occupa anche delle riprese vere e proprie e - con Arch Model Studio - fabbrica pure tutti i pupazzi).
Fila la lana…
Il fil rouge che “tiene insieme” le tre storie sono le ottime e a tratti eccellenti musiche di Gustavo Santaolalla (sui titoli di coda con Jarvis Cocker in veste coheniana).
This house is… I don’t know what it is…
Nothing but a big, massive collection of bricks.
A home is a place you never feel alone,
a home is a place love and life can mix.
But a house, oh, a house is nothing,
nothing, just a collection of bricks.
Voto complessivo: * * * * ½
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