2 stagioni - 12 episodi vedi scheda serie
A Corviale abita Christian, quarantenne che vive assieme alla madre Italia, affetta da demenza senile. L’uomo lavora come picchiatore per Lino, boss locale che lo impiega come esattore. Un giorno, mentre sta per picchiare un debitore, Christian si accorge che le mani iniziano a sanguinargli, inoltre si rende conto che toccando le persone può guarirle da qualunque malattia.
La libera rilettura della graphic novel di fine anni ’90: Stigmate, scritta a quattro mani da Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti, diventa nelle mani del regista e sceneggiatore Stefano Lodovichi un modo per narrare la periferia di Roma in maniera differente. Curiosamente ancora una volta fra i protagonisti, in tal caso, di una serie ‘ai margini’ appare Claudio Santamaria, già protagonista in Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti. In quel caso abitante della piazza di spaccio di Tor Bella Monaca e che questa volta passa indifferentemente dalle stanze del Vaticano a quelle dell’eco mostro più celebre della penisola: il serpente di Nuovo Corviale. Inno all’inurbazione dell’agro romano e che dalla metà dei ‘70 rappresenta il trait d’union fra città e campagna. Un mondo a sé stante sullo sfondo del quale si muove Edoardo Pesce, legato a doppio filo con un boss spietato e silente impersonato da Giordano De Plano. Capo incontrastato che con paura e intimidazione ha saputo schiacciare sotto scelte personali qualunque speranza di riscatto da parte degli abitanti del luogo dove lavoro, prestiti, stupefacenti, prostituzione e l’assegnazione delle abitazioni, sono regolate da lui. Proprio quella speranza capace di essere portata dal protagonista, perfettamente caratterizzato dal 43enne attore romano non nuovo a parti da coatto, come già lo avevamo apprezzato in Romanzo Criminale – La serie, e rappresentando alla fine ben più di un semplice ‘creatore di miracoli’.
Prima stagione molto godibile e condensata in sei episodi, diretta a quattro mani dallo stesso Lodovichi e dal regista, prevalentemente di videomusicali, Roberto ‘Saku’ Cinardi, per un prodotto che funge da trait d’union fra il profano della periferia, fatta di regolamenti di conti ai quali ci ha abituato la TV, e il sacro dell’argomento toccato. Il tutto unito a un lato più thriller dato proprio dalla presenza di Claudio Santamaria nel ruolo di un postulante alla perenne ricerca di misteri religiosi e finti miracoli. Si parla già di eredità di Gomorra - La serie, sempre prodotta da Sky Atlantic, e sempre sullo sfondo della periferia più degradata, ma è difficile a dirsi dopo una sola stagione. Di certo c’è che siamo al cospetto di un prodotto molto trasversale e non prigioniero di un solo genere, capace sia d’intrigare grazie a una trama avvincente ma anche riflettere proprio grazie all’argomento toccato.
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