3 stagioni - 30 episodi vedi scheda serie
Nulla di che, ma le serie-benzodiazepine son altre.
Dopo Sangiovanni arrivano Lucio Corsi, Nino D’Angelo, Gianna Nannini, Gianni Morandi, Zucchero e Motta ed è subito “the Last Waltz”, “Stop Making Sense” e “This Is Spinal Tap”: no, ok, non sarebbe bastato il fantasma di Béla Bartók per farci dimenticare del Giovanni Pietro Damian della scorsa stagione, però quasi quasi, forse forse… Macché! Anche se… Massì!
“Perciò mi legai una cipolla alla cintura, com’era di moda in quegli anni.”
E poi, certo, frasi come “Pur di essere qualcuno siamo disposti ad essere qualcun altro”, tra l’aforismatico Schopenhauer momelosegnolo e il sublime Marzullo schnitzler-kubrickiano, convergono tutte verso la ferale domanda “È scritto con le I.A. o è solo brutto?”, ma, se si esclude il contorno extra-filmico attraverso il quale Carlo Verdone non perde occasione (stampata, radiofonica, televisiva) per dimostrarsi Nonno Simpson
[https://www.ilfollio.it/cinema/2024/09/18/news/carlo-verdone-sul-set-non-si-può-piu-dire-nulla-cosi-il-politicamente-corretto-ha-cambiato-la-commedia--6954693: il link è rotto apposta: se siete sadomasochisti – anche se, una volta tanto, il contenuto (che lascia a desiderare, e sarà questa la causa di cotanta funzionalità) è ben riassunto dal titolista – aggiustatevelo, ma per l’appunto il titolo dice già tutto],
questa terza stagione di “Vita da Carlo” [da lui creata con Nicola Guaglianone e Roberto “Menotti” Marchionni, scritta con Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni e diretta (ep. 1-4 e 10) con Valerio Vestoso (ep. 5-9; “gli Stati Generali”, mentre come sceneggiatore spazia incredibilmente da “una Pezza di Lundini” a “il Santone - #lepiùbellefrasidiOscio” passando per “Vincenzo Malinconico, Avvocato d’Insuccesso”], la cui cosa più riuscita, ripeto
[ché il fatto lo si può evincere da quasi ogni intervista in cui immancabilmente salta fuori (non che ad esempio Paolo Rossi e molti altri e altrettanto insospettabili non cadano in questo boomerismo affetto da doppia negazione del “Non si può più dire niente signora mia!”) il politically correct],
è - se pur del tutto involontariamente - la restituizione dell’inadeguatezza di Verdone stesso di fronte al contesto del proprio medium immerso nella contemporaneità, alla fine non è l’equivalente/generico del Bitrazepam → Nitrazepam → Mogadon (una benzodiazepina che comunque, caro Verdone, non è un neurolettico), ché il product placement applicato ai farmaci nun se po’ fa’.
“La cosa importante è che avevo una cipolla alla cintura, come andava di moda a quel tempo.”
Accanto all’one man show Carlo Verdone il cast principale composto da Monica Guerritore, Antonio Bannò, Caterina ♥ De ♥ Angelis, Maria Paiato, Filippo Contri, Stefania Rocca, Stefano Ambrogi, Giada Benedetti e Pietro Ragusa è confermato (tranne, purtroppo, Max Tortora, impegnato altrove) e le new entry sono rappresentate da Marcello Macchia, Ema Stokholma, Demetra Bellina, Giovanni Esposito, Roberto D’Agostino, Aida Flix, Mascia Musy, Serena Dandini e i cantautori summenzionati (praticamente quasi in toto una mezza puntata del Maurizio Costanzo Show vien fuori). E, per ribadire la pacata aura cimiteriale del prodotto, due piccole ultime parti per Luis Molteni ed Ernesto Assante. Fotografia di Roberto Forza, montaggio di Pietro Morana e musiche di Fabio Amurri. Infine, l’infra-scena dei titoli di coda, sineddoche per tutte le altre di questo tipo, non si capisce se sia una presa in giro dell’ipocrisia della dirigente RAI o uno svergognato auto-omaggio dell’autore verso sé stesso: e se anche fosse vera la prima ipotesi (e di ciò ne dubito solamente un poco) il punto è che soltanto il fatto che il dubbio sorga costituisce un bel problema. Insomma: nulla di che, ma le serie-benzodiazepine son altre.
- Stag. 1 (10 ep., 2022) - * * ¾ (***) - 5.75
- Stag. 2 (10 ep., 2023) - * * ¾ (***) - 5.75
- Stag. 3 (10 ep., 2024) - * * ¾ (***) - 5.75
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