2 stagioni - 20 episodi vedi scheda serie
La seconda stagione di “Vita da Carlo” è abbastanza deludente e poco riuscita. La serie si sviluppa sempre intorno alla quotidianità di Carlo Verdone uomo e artista e sul progetto di mettere in scena un capitolo del suo ultimo romanzo: Maria F. Finalmente un film serio in risposta ai tentativi dell’invasivo produttore di girare un “Famolo anziano” per stare sui personaggi anche nella terza età. Qualche guizzo coglie nel segno come il casting da follower, il nuovo metro di giudizio per valutare i talenti e riempire soprattutto cast da dare in pasto al nuovo pubblico da social. Ecco Sangiovanni da Amici, ben guidato a dire il vero da Verdone e Valerio Vestoso. Cosa convince e cosa no di questa seconda stagione? Non convincono più i quadretti familiari ristretti o allargati poco cambia, subentra una stanchezza di analisi e sguardo e una banalità degli affetti e dei ti voglio bene. Per non parlare della vena ecologista della figlia, davvero risibile. Non convincono più i Chicco con la faccia da terzo fratello Castellitto, i Max Tortora e volgare consorte, i siparietti tenebrosi con il lugubre Adalberto (Corrado Solari). Non convince la storia d’amore con Stefania Rocca perché imbastita da scarsa spontaneità. Ma il problema non sta nelle performance degli attori, tra cui Augusto Zucchi e il sempre grintoso Stefano Ambrosi nei panni del produttore, il problema sta in un Verdone scoglionato, malinconico tendente al depresso quando dovrebbe fare il brillante. Imbarazzanti i sogni/incubi in b/n. Il personaggio del figlio avvocato per una buona causa è efficace, però come altre situazioni si sfilaccia episodio dopo episodio. Come sono efficaci le entrate in scena di Fabio “Fabris” Traversa, tranne che nella patetica incursione tra Norman Bates e Rupert Pupkin di “King of a comedy”. Scena che andava chiusa meglio, invece scade nella macchietta. I camei non arricchiscono granché, sprecati Christian De Sica e la citazione da “Borotalco”. Bene quello di Ibra con i suoi saggi consigli. Inutile la partecipazione a suon di schiaffi di Claudia Gerini, tant’è tagliata da un cinico Gabriele Muccino. Funzionale alla storia il cameo con voce enfisemica di Maria De Filippi.
"Vita da Carlo” 2 sa troppo di fiction alla Medico in famiglia o la pazza famiglia di Montesano, della ingerenza tv nel cinema che Verdone non riesce più a polarizzare, sia nella realtà che nella rappresentazione di Maria F. Cosa salvare? Carlo che nel finale si rifugia in un parco, l’incontro con Maria F. e la riflessione/morale conclusiva. Un po’ poco per un prodotto in cui si coniugano a fatica esigenze commercial televisive con quelle artistiche e personali del Verdone autore e personaggio. In preparazione la terza stagione, ma de che!?
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