1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
Nella storia del cinema sono molti gli esempi di pellicole nate dall’incontro tra fiction e inchiesta giornalistica, con risultati a volte alterni ma anche, pur se occasionalmente, splendidi.
Anche il piccolo schermo, specie negli ultimi anni, si é spesso adoperato in tal senso ma non sempre ottenendone i risultati sperati.
Ci prova ora a fare il (definitivo?) salto di qualità una nuova miniserie in otto puntate, creata da Danny Strong e distribuita negli Stati Uniti da Hulu (in Italia su Disney Plus)
Nei giornali americani viene dato spesso enorme risalto alla crisi degli oppioidi, ovvero il rischio di morire per l’abuso di sostanze e/o medicinali utilizzate dalle case farmaceutiche per combattere il dolore acuto ma che crea una forte dipendenza nei consumatori, e che se mischiata ad altre sostanze (o anche da sole) risultano essere estremamente pericolose, per una situazione molto spesso fuori controllo che dal 1999 al 2017 ha portato a più di quattrocento mila morti nei soli Stati Uniti.
Si é discusso e si discute molto ancora oggi (la stessa amministrazione Trump é stato portavoce di una feroce battaglia legale contro l’abuso di tali farmaci) di una crisi di cui nel 2018 é stato pubblicato un best-seller scritto dalla giornalista Beth Macy dal titolo, piuttosto esplicativo, di Dopesick: Dealers, Doctors and the Drugs Company that addicted America.
Risultato di sei lunghi anni di ricerche, indagini e interviste soprattutto nelle aree rurali e minerarie della Virginia documenta la dipendenza diffusasi nella regione, come in seguito anche in altre regioni d’America, in seguito alla commercializzazione dell’antidolorifico OxyContin da parte della Purdue Pharma per una vicenda che si é rivelata come uno degli scandali farmaceutici più clamorosi degli Stati Uniti.
Il regista e sceneggiatore Danny Strong decide di adattare per la TV, romanzandolo, il report della Macy, dirigendone anche diversi episodi e fregiandosi anche dell’aiuto di Barry Levinson (Good Morning, Vietnam, Rain Man, Sleepers), anche come produttore, e di Michael Cuesta (Six Feet Under, Homeland) e Patricia Riggen.
La storia di Dopesick, girato rigorosamente in loco per rafforzarne il realismo, si sofferma, tra salti temporale e flashback come in un vero resoconto investigativo, in modo deciso soprattutto sugli aspetti più drammatici (e umani) di un’epidemia ancora oggi incontrollata, partendo dai primordi, nel 1996, della messa in vendita dell’Oxycontin come panacea di ogni male ed esaminando come una sola compagnia (la Purdue Pharma), sviluppando e commercializzando un oppioide come antidolorifico e spacciandolo fraudolentemente per sicuro, abbia potuto innescare la peggiore crisi farmaceutica della storia americana.
Una struttura narrativa tentacolare, apparentemente disorientante ma anche necessaria, costruita come un thriller mozzafiato e supportato da un montaggio vivace e inclusivo e che dai CDA della Big Pharma fin dentro agli uffici della DEA permetto di veicolare un messaggio fondamentale a un racconto coinvolgente e in una confezione di primordine.
Anche grazie a personaggi che nonostante la presenza numerica, e per merito di un’attenta scrittura degli autori e a interpretazioni eccellenti, vengono sempre trattati con profondità e dignità in modo da assistere per alcuni alla discesa nell’inferno della tossicodipendenza, per altri al contrario dell’ascesa al successo e al benessere economico approfittandosi della situazione (e trattando quindi di un altro tipo di dipendenza, quella al denaro e al potere) come anche della lotta contro lo strapotere delle Big Pharma da parte delle amministrazioni locali ma senza mai calcare enfaticamente la mano ma restando sempre in equilibrio tra la (fredda) cronaca dei fatti e il (duro) realismo di quella vicenda ma sforzandosi (sempre) di stimolarne comunque una riflessione o un dibattito su quanto mostrato nella serie.
A impreziosire ulteriormente un’opera così ben strutturata c’é anche, come già detto, un cast di primissimo livello a partire da un bravissimo (e umanissimo) Michael Keaton, anche produttore esecutivo dello show, fino alla combattiva Rosario Dawson per proseguire poi con il luciferino Michael Stuhlbarg, Peter Sarsgaard, John Hoogenakker, Will Poulter, Kaitlyn Dever, Phillipa Soo, Jack McDorman e Mare Winningham.
VOTO: 8
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