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La direttrice

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

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La recensione su La direttrice

di mck
8 stelle

“The Chair” ("La Cadrega", "La Poltrona", "La Cattedra") riesce in due ore e mezza a creare un contesto articolato e credibile e a chiudere un discorso attuale e complesso.

 

 

Dove (e Quando e Come) eravamo rimasti, con Sandra Oh?

"Dancing at the Blue Iguana"?

 

 

"SideWays"?

 

"Grey’s Anatomy"? [Dall'account Instagram della stessa Oh, un "passaggio di testimone (fra ABC e Netflix) ri-conciliante".]

 

"Killing Eve"?

No, agli anni ‘90, verso gli anni ‘00.

Dai ghosts (tradotti in italiano con zulù) di Coleman Silk e Nathan Zuckerman aka Philip Roth.

«[Era] l’estate in cui il segreto di Bill Clinton venne a galla in ogni suo minimo e mortificante dettaglio. L’estate di un’orgia colossale di bacchettoneria, un’orgia di purezza nella quale al terrorismo subentrò, come dire, il pompinismo, e un maschio e giovanile presidente di mezza età e un’impiegata ventunenne impulsiva e innamorata, comportandosi nell’Ufficio Ovale come due adolescenti in un parcheggio, ravvivarono la più antica passione collettiva americana, storicamente forse il suo piacere più sleale e sovversivo: l’estasi dell’ipocrisia.»  


Philip Roth - "the Human Stain" – 2000 ("la Macchia Umana", Einaudi, 2001, trad. di V.Mantovani)

E agli anni ‘10.

A Will McAvoy (Jeff Daniels), il Grande Folle in Missione Civilizzatrice.

"[All'intervistatore] Non siamo affatto il migliore e più grande paese del mondo, professore, contento adesso? [Alla collega democratica] Sai perché i liberali non piacciono alla gente? Perché perdono. Cazzo, ma se i liberali sono così intelligenti e geniali, perché diavolo perdono sempre? [Al collega repubblicano] E tu, con che faccia dici ai tuoi studenti che l'America è un paese grandioso, come se fossimo gli unici al mondo ad avere la libertà? In Canada c'è libertà ! In Giappone c'è libertà ! In Inghilterra, Francia, Italia, Germania, Spagna... Australia...! In Belgio c'è libertà! Ci sono circa 207 stati sovrani al mondo e in almeno 180 di questi c'è libertà. [Alla studentessa che gli ha posto la domanda scatenante...alla quale però Will non aveva alcuna intenzione di rispondere se non con una battuta e alla quale non avrebbe proprio riposto se il conduttore della serata non avesse insistito...] Ah...e tu, sciocca ragazzina, se mai un giorno per sbaglio entrerai in una cabina elettorale devi sapere un paio di cose : ad esempio che non ci sono prove a sostegno dell'asserzione che siamo il miglior paese del mondo : siamo settimi al mondo per alfabetizzazione, 27esimi in matematica, 22esimi nelle scienze, 49esimi per aspettativa di vita, 178esimi per mortalità infantile, e soltanto terzi per reddito familiare medio, solamente quarti per forza lavoro ed esportazioni. Siamo i primi al mondo soltanto in tre categorie : massimo numero di cittadini in carcere pro capite, numero di adulti che credono negli angeli, e per le spese militari, settore in cui spendiamo più delle 26 nazioni che ci seguono, 25 delle quali sono nostre alleate... Certo, se le cose stanno così non è per colpa di una studentessa ventenne, però tu fai sicuramente parte della peggiore-punto-generazione-punto-di sempre-punto. E quando ci chiedi cosa fa grande l'America nel mondo non so di che cazzo stai parlando. Di Disneyland? [In realtà dice: “Yosemite?”] Certo, lo eravamo : una volta. Lottavamo per cause giuste, per delle ragioni morali : creavamo le leggi o le cancellavamo per dei principi morali. Combattevamo la povertà, non i poveri. Ci siamo sacrificati, pensavamo agli altri, aiutavamo il prossimo e facevamo delle cose concrete senza stare lì a vantarci ed essere spocchiosi. Noi abbiamo creato novità, costruito cose straordinarie, fatto progressi tecnologici pazzeschi e assolutamente inimmaginabili, esplorato l'universo, curato malattie. Noi potevamo vantare al contempo i più grandi artisti al mondo e l'economia più forte del mondo. Puntavamo sempre in alto, alle stelle. Agivamo da uomini, comportandoci da tali, aspiravamo all'intelligenza, la esaltavamo e la consideravamo un pregio, non una vergogna, e non avevamo complessi d'inferiorità, non ci sentivamo inferiori. Non ci identificavamo con chi avevamo votato alle ultime elezioni, la nostra identità non dipendeva da questo, e non eravamo così paurosi, non bastava così poco per farci paura. E se avevamo tutte queste qualità che hanno reso possibile tutto ciò è solo perché eravamo bene informati, da grandi uomini, uomini che erano rispettati. Per risolvere un problema si deve prima riconoscere che ce n'è uno, ammetterne l'esistenza. L'America ormai non è più il migliore e il più grande paese al mondo. [Al moderatore] Soddisfatto?"

the NewsRoom” di Aaron Sorkin - stag. 1, ep. 1 - 2012

Fino all’oggi di “I May Destroy You” di Michaela Coel.

E un tocco di pieni ‘80.

He thought he was the King of America
Where they pour Coca Cola just like vintage wine
Now I try hard not to become hysterical
But I'm not sure if I am laughing or crying
I wish that I could push a button
And talk in the past and not the present tense
And watch this hurtin' feeling disappear
Like it was common sense
It was a fine idea at the time
Now it's a brilliant mistake

She said that she was working for the ABC News
It was as much of the alphabet as she knew how to use…

Elvis Costello - “Brillant Mistake”, da “King of America”, 1986 (con T-Bone Burnett alle chitarre e ai cori).

 

Partendo da un Herman Melville decontestualizzato dal suo tempo, passando per Fox Mulder & Hank Moody incarnati in uno slip di costume da bagno rosso ("X-Files") e in un iperrealistico alter ego di David Duchovny nella “coraggiosa” parte di sé stesso medesimo ("Californication"), e giungendo a una rivoltante “interpretazione” di “Moby Dick” in (s)forma di “musical” rap, “the Chair”, creata da Amanda Peet (Identity, Melinda and Melinda, Syriana, Studio 60 on the SunSet Strip, TogetherNess, the Romanoffs) e Annie Julia Wyman, e da loro prodotta con David Benioff & D.B. Weiss di “Game of Thrones”, col regista di tutti i 6 episodi (un film di tre ore fotografato da Jim Frohna) della lunghezza di mezz’ora l’uno, Daniel Gray Longino, e dalla protagonista Sandra Oh (vedere florilegio fotografico soprastante), sembra un HBO easy, ma è un Netflix dramedy che, pur con qualche incaglio (ad esempio quando la “sicurezza” del Professore (non) di Desiderio evapora all’improvviso durante il confronto all’aria aperta col muro di gomma degli studentelli niubbi alla vita e già “bacchettoni”), funziona e convince.

- “La vita non è ciò che pensate. E non lo sarà, mai. “Fascism”. Tutto il significato è ascritto allo stato. “Absurdism”. Non c’è significato. “Heil Hitler”. L’idea che esistiamo in un universo senza scopo nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale. 85 milioni di morti, inclusi i campi. Cos’hanno in comune Camus e Beckett?”
- “Hanno combattuto nella resistenza.”
- “Per due persone convinte che non esista una cura all’essere sulla Terra, che non ci sia niente da fare, ci hanno comunque provato. Cesare Pavese scrisse che l’unico modo di sfuggire dall’abisso è quello di guardarlo, misurarlo, sondarlo e discendervi…”

 


Sandra Oh si muove sul crinale dell’ottima routine recitativa, rodata e funzionale, con alcuni momenti però molto intelligenti e divertenti. Jay Duplass (regista e sceneggiatore col fratello Mark e, in assolo, attore in “Prospect” e “Horse Girl”) è un validissimo contraltare, mentre eccellente è Bob Balaban e seraficamente sottotono David Morse. Chiudono il cast Nana Mensah, Ji Lee, Ron Crawford (il terzo delle cariatidi, pardon, dinosauri) e la piccola, bravissima, Everly Carganilla.

- Colson Whitehead.
- Riprovi! Qualcuno che le piacerà!
- Mi piace Whitehead.
- David Duchovny!

E poi, Holland Taylor, signor(in)e e signor(in)i…

- Non crede sia la verità?
- Verità è una parola tendenziosa.
- Lei dice? Se qualcosa è vero, non c'è niente di tendenzioso. È una constatazione. Per esempio, sarebbe vero se dicessi che tutti le vedono la fica.
- Prego?
- Il sedere le sbucava dagli shorts, quando sono entrata. Lei è il primo contatto per coloro che vengono qui, persone che magari devono denunciare una violenza. E lei… Capisco l'accettazione e la libertà dei corpi, ma forse non è questo l'ufficio giusto per tanta libertà.
- Professoressa Hambling, una delle cose belle di questa legge è che non bada all'abbigliamento.
- Non è un avvocato, vero? Come ha avuto il lavoro?
- Vengo da una no-profit dove aiutavamo a dare in adozione i figli dei rifugiati.
- Spero non dovessero guardarle la fica, mentre lo faceva.

Passati i proverbiali 92 minuti di applausi, lo stesso personaggio, successivamente…

- Aspetta, quello [indica un dipinto alla parete, uno dei tanti “uomini (nel senso di maschi) appesi” che hanno contribuito a costrure il prestigio della (inesistente: ScreenRant e AtlasOfWonder) Pembroke University] c’è sempre stato?
- Oh, non ho avuto modo di toccare ancora nulla.
- Gli ho fatto un lavoretto di mano nella sua auto per festeggiare il mio passaggio di ruolo.
- È il presidente dell’università del 1924.
- Sembra il tipo della sega.
- Ma poi… Una sega per festeggiare te?
- Giusta osservazione. Mi deve un orgasmo, chiunque egli sia!

 


“The Chair” ("La Cadrega", "La Poltrona", "La Cattedra") riesce in due ore e mezza a creare un contesto articolato e credibile e a chiudere un discorso attuale e complesso.

- Ha più di 8.000 follower su Twitter, più di tutti noi insieme.
- Sai chi giudicava se stesso dal numero di follower? Jim Jones. David Koresh. Gesù aveva solo 12 seguaci.

* * * (½) ¾       

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