3 stagioni - 30 episodi vedi scheda serie
Frequenza, durata, intensità. Punch! Punch! Punch!
Let’s Roll!
C’è chi la/si butta in politica e chi si affida e investe nell’aerobica.
“Physical”, creata, showrunnerizzata e co-sceneggiata (da sola per la metà dei 10 ep. in totale da 30’ circa l’uno, mentre i restanti sono scritti da Rosa Handelman, Lex Edness, Jessica Dickey, Justin Bonilla e Alexandra Cunningham, in solitaria o in terzetto) da Annie Weisman per AppleTV+ è un piccolo gioiello che, ambientato in quel di San Diego, South California, nei “sovra-esposti/sfruttati” anni ‘80, surfa con acume, grazia, forza, leggerezza e stile tra gli anni ‘70 di “SwingTown” (Mike Kelley, 2008, CBS, 1 stag. come mid-season/summer replacement che avrebbe meritato maggior fortuna), gli ‘80 della magnifica “GLOW” [Liz Flahive & Carly Mensch (e Jenji Kohan), 2017-’19, Netflix, 3 stag., cassata dalla società di produzione di Los Gatos, che possano bruciare all’inferno, rinascere dalle proprie ceneri, e poi bruciare di nuovo] e i ‘90 dell’ottima “On Becoming a God in Central Florida” (Robert Funke & Matt Lutsky, 2019, ShowTime, 1 stag., prima rinnovata e poi cancellata, mannaggia all’anima de li morti del network newyorkese), senza scordare – per ambientazione, non per story-line – il sottovalutatissimo “Perfect” di James Bridges con Jamie Lee Curtis e John Travolta.
Innervata e sostenuta - con quella che si potrebbe definire come una “voce (non) narrante in prima persona indiretta”, tanto sadomasochista (la seria questione della bulimia) quanto adorabile - da una splendida Rose Byrne mattatrice, a sua volta circondata da un cast quasi in stato di grazia composto da Rory Scovel [il marito, fresco ex-professore universitario non di ruolo, “spinto” a candidarsi per un posto dei 40 al Senato (la camera alta) o per uno degli 80 all’Assemblea Generale (la camera bassa) della California o comunque, insomma, anche se non ho ben capito, per una seggiola democratica da qualche parte al Campidoglio di Sacramento], Geoffrey Arend (lo spin doctor fricchettone), Della Saba [immigrata libanese di seconda generazione, prima insegnante (suo malgrado) di danza aerobica (non di fitness anaerobico), poi collega, poi socia e infine amica della protagonista, e qui al suo primo ruolo importante - e finalmente! - non da doppiatrice di film d’animazione], Lou Taylor Pucci (il di lei fidanzato, surfista e regista porno amatoriale strafumato), Paul Sparks (grosso imprenditore locale che appoggia i repubblicani), Ashley Liao (ex-studentessa e ora stagista per la campagna elettorale del candidato progressista, suo ex-mentore), e poi Dierdre Friel, Ian Gomez, Al Madrigal, Mary Holland, Erin Pineda, etc., cattura immediatamente con intelligenza e sincerità l’attenzione dello spettatore, e, anche se forse si adagia un po’ col passare delle puntate, regge alla grande e lascia una bella curiosità per la seconda stagione presto confermata e in arrivo, ad oggi, a cavallo tra maggio e giugno 2022, tra pochi giorni.
Il pilot di questa prima annata è diretto con molta inventiva da Craig Gillespie (“Lars and the Real Girl”, “United States of Tara”, “I, Tonya”), mentre gli altri, altrettanto svegli e ben impostati, sono suddivisi fra i 6 affidati a Stephanie Laing (“Made for Love”) e i 2 a Liza Johnson (“Elvis & Nixon”), col finale di stagione firmato a quattro mani/occhi da entrambe.
Fotografia di Paula Huidobro (“Tallulah”) e colonna sonora di Isabella Summers, anche se sono le musiche preesistenti a farla da padrone: Donovan, Jethro Tull, Blondie, Depeche Mode, QuarterFlash, Bonnie Tyler, the FolkLords, New Yorkers, Geater Davis, Exile, Pages, Duran Duran, the Go-Go’s, Stevie Nicks, Eddie Rabbitt, Pat Benatar, Laura Branigan, A Flock of SeaGulls, the Gay Intruders…
“Ora basta smancerie. Dobbiamo mobilitare gli elettori! Oggi ci scontriamo con un nemico difficile: onde grandi, bellissime e lucenti, con un venticello propizio di terra…”. Sarà dura portare i potenziali elettori democratici dalla spiaggia e dall’oceano alle cabine elettorali. L’aerobica, invece, è adesso - mentre il VHS sconfigge definitivamente il BetaMax - alla porta(ta) di tutti.
Frequenza, durata, intensità. Punch! Punch! Punch! I conati (politici, ginnici, emetico-peristaltici) della vita.
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