1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
Solaris, Alpeis, les Revenants, Dark, Curon: sì, le opere sono elencate secondo una progressione in netto declino, e la serie di Kormakur e soci si situa, comunque, ben prima di Curon: insomma... è "quasi" salva.
Il Katla, vulcano sub-glaciale del sud dell'Islanda la cui caldera è interamente ricoperta dal ghiacciaio Mýrdalsjökull (in alcuni punti spesso anche più di mezzo chilometro), erutta [producendo, oltre a nubi di ceneri piroclastiche, le jökulhlaup, possenti e travolgenti (aka: tremende/terrificanti) inondazioni a fiumara di acqua fangosa] mediamente due volte al secolo, ma sono oramai 103 anni che tace quieto, ed è il periodo di «riposo» maggiore in quasi un millennio di fenomeni documentati con sufficiente attendibilità, un margine di tempo adeguato per distanziare la modernità dal mito, la contemporaneità dall’arcaico ancestrale e la scienza dal folclore: non che nel qui - pur un po’ fuori dal mondo - ed oggi della modernità l’impossibilità scientifica sembri essere «respinta» né «analizzata/studiata» con lo scetticismo e il metodo sperimentale che l’occasione, con le conoscenze acquisite nel frattempo, richiederebbe: l’unico carattere che sembra voler scoprire realmente la natura dei ritorna(n)ti è Gríma (una molto brava Guðrún Ýr Eyfjörð, totale esordiente), ché persino l’unico personaggio-ricercatore (geologo) vero e proprio, Darri (Björn Thors), più che indagare il problema vuole… eliminarlo alla radice: c’è solo una scena che tenta di affrontare il mistero dal PdV scientifico (e, tanto di partenza quanto di conseguenza, filosofico*), ma - e quindi no, se pur in presenza di un meteorite, non siamo dalle parti del Peter Høeg di «il Senso di Smilla per la Neve» - è banalmente realizzata ed utilizzata, buttata lì e ai fini della progressione del racconto sostanzialmente inutile (e il cliffhanger di serie sul finale di stagione è altrettanto abusato, convenzionale e pedestre).
** Se accetti il fatto che sia impossibile che quello sia tuo figlio (o figlia, o sorella, o madre, o moglie, o amante), allora rimane solo una possibilità… altrettanto impossibile: un artefatto - sostituto e/o doppelganger - biologico. Ed ecco che, di conseguenza, s’è dunque possibile l’impossibile… ritorna la possibilità che quello potrebbe anche essere proprio tuo figlio.
Baltasar Kormákur («Everest»), il creatore, showrunner-sceneggiatore (con Sigurjón Kjartansson: avevano già lavorato insieme per «Trapped») e regista (con Börkur Sigþórsson e Thora Hilmarsdottir) della serie co-prodotta e distribuita da Netflix, sorvola l’Europa come fecero nel 2010 le nubi di ceneri piroclastiche dell’Eyjafjallajökull (vicino del Katla) e raccatta di volta in volta suggestioni cinematografiche continentali – «Álpeis» (GRE, Yorgos Lanthimos, 2011), «the Revenants» (FRA, 2 stag., 2012-’15), «Dark» (GER, 3 stag., 2017-’20), «the Third Day» (UK, 1 stag., 2010), «Curon» (ITA, 1 stag., 2010), e scomodando con molta prudenza ed attenzione la Russia di «Solaris» (Stanislaw Lem, 1961, e Andrej Tarkovskij, 1972), che tuttavia rimane sostanzialmente il paragone più pertinente dal PdV psico-filosofico* e tecno-scientifico – senza però saperle amalgamare e reinventare in un discorso attraente che sia in grado e capace di non appoggiarsi reiteratamente con stolida continuità alle codificate scelte narrative appartenenti al sotto-genere sovradescritto: ad esempio, i comportamenti sconclusionati in circostanze eccezionali non si autogiustufucano [nonostante l'a tratti ottimo cast, completato da Íris Tanja Flygenring (Ása, la sorella di Gríma), Ingvar Sigurdsson (il loro padre; "Everest", "Trapped" e il prossimo "the NorthMan" di Dave Eggers e Sjón), Þorsteinn Bachmann (lo sceriffo), etc...] di per loro: se sono assurdi, ridicoli, imbarazzanti, mal gestiti e incoerenti rispetto al contesto che li genera tali rimangono anche se nel dipanarsi della vicenda li si vuole far apparire come «normali».
Fra le cose buone della storia c'è il fatto che le risposte dei ritornanti alla domanda espressa dal puro e semplice fenomeno rappresentato dalla loro propria esistenza sono eterogenee fra loro: una volta assolto - volenti o nolenti, in toto o pure solo parzialmente, e comunque una volta raggiunto un punto di rottura, che sia una soluzione o un cul de sac - al compito di agevolare l'elaborazione del lutto alle persone loro care o ai loro stessi originali le soluzioni sono, perpetrate o subite, consapevoli o involontarie: suicidio, omicidio, fuga liberatoria autodeterminante. Caso a parte è l'alter ego di Grima: quanto reale e quanto frutto di uno sdoppiamento della personalità? All'eventuale seconda stagione sarà affidato l'ulteriore compito di dare risposte che non siano solo altre domande.
**¾ (***) - 5.75
[Parallelamente a questa pagina ho redatto una playlist comprendente un elenco di film appartenenti al cinema iperboreale: ICE LAND.]
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