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Loro

2 stagioni - 18 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2021-2021
  • 10 episodi

L'autore

mck

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La recensione su Loro

di mck
8 stelle

Us, and Them… Who will survive (in) America? Few Americans, very few Negroes and no crackers at all.

 

 

Pur manifestando - essendone non intrisa, ma sostenuta sì - evidenti difetti --[fra i quali un’aura para-stilosa alla Ryan Murphy, vale a dire i vari “American Horror Story” e bolsa compagna stonante (“Nip/Tuck”, “Glee”, “Feud”, “Pose”, “HollyWood”, “Ratched”) e un’aria noisosa alla Infamy”, la seconda stagione (basata sulla segregazione in campi di concentramento di cittadini statunitensi di origine asiatica durante la seconda guerra mondiale) della serie antologica the Terror, passata dalle abili mani di David Kajganich (da Dan Simmons) a quelle fossorie di Max Borenstein (“Minority Report” - salvato da P.K.Dick e da S.Spielberg - e il MonsterVerse) e del meno colpevole Alexander Woo (“Manhattan” e, da Rebecca Skloot, “the Immortal Life of Henrietta Lacks”), e un utilizzo “esagerato” di alcuni - in-consapevolmente ingenui e/o in-volontariamente ammiccanti - topos, artifici retorici, iper-metafore a guisa di luogo comune, stratagemmi dimostrativi e scorciatoie e-semplificative, ovvero: non vi sono - non essendoci alcun bisogno di utilizzare, presentare e descrivere - neri malvagi e bianchi buoni, a parte un omosessuale che, in uno scatto d’orgoglio personale, e non razzial-riferito, pesta un suprematista-omofobo, e le motivazioni ambivalenti ed ambigue dell’agente immobiliare che sta collaborando ad una gentrificazione al contrario con contropartita di rivalutazione immobiliare speculativa (tentativo all’acqua di rose - è una donna in un mondo di maschi - di far del bene perseguendo il profitto del male) e dell’agente di polizia che lavora per mantenere lo status quo del quieto vivere tenendo sotto controllo lapidazioni, impiccagioni e roghi per tornaconto, e, detto ciò, d’altro canto e per contro, ma sempre da questo PdV, occorre altresì considerare il fatto che la genesi della “innata” e costitutiva cattiveria della malefica, bionda e wasp co-protagonita si deve rintracciare nei sistematici abusi sessuali ricevuti in famiglia sin da bambina]--, “Covenant”, la prima stagione di “Them”, la serie antologica creata da Little Marvin e prodotta da Amazon, è un bell’insano pugno nello stomaco, ma possiede --[pur nella sua derivatività costretta, ma indipendente: è un precipitato/condensato - a loro reciprocamente connesso attraverso lo ZeitGeist, performandolo - di Us” di Jordan Peele, His House” di Remi Weekes, Lovecraft Country” di Misha Green (da Matt Ruff) e Fargo - 4” di Noah Hawley per la mitopoiesi arcaica collegata al presente (letteratura, musica, cinema, cronaca fattasi storia, etc…), di the Shining” di Stanley Kubrick (e Diane Johnson da Stephen King) per alcune intuizioni di regia (il ballerino di tip tap in white-black face che si rapporta al co-protagonista come fanno il custode Grady e il barista Lloyd con Jack Torrance) e di BrimStone” di Martin Koolhoven e the Nightingale” di Jennifer Kent per l’estrema violenza (non tirerei in ballo l'omonimo "Them / Ils" di Moreau & Palud) non edulcorata/stemperata, se non in un'occasione, con le classiche, e qui parossisticamente iperrealistiche, pecette rettangolari nere]-- anche molti altri pregi che, mi accorgo, ho appena descritto.

 

 

• (Some)Things Have Changed...

 

 

• Se dio esistesse per prima cosa dovrebbe vergognarsi.

“Gli stranieri stabilitisi presso di voi saranno vostra proprietà. Ma, quanto ai vostri fratelli, nessuno domini sull’altro con durezza.” - Riassunto di Levitico, 25

“Sono esausti perché vengono da un posto peggiore. Vengono sempre da un posto peggiore. Quindi vogliono davvero stare qui. E se vogliono davvero stare qui... mandarli via non sarà facile.” (Elizabeth "Betty" Wendell - Alison Pill)

 

 

I 10 episodi di lunghezza variabile tra i 30’ [i due in cui è suddivisa la genesi della storia, quel patto (covenant) che ne titola l’annata] e i 50’ [i restanti 8 nei quali vengono raccontati i 10 giorni del 1953, nella suburba piccolo-borghese / alto-proletaria di (East) Compton, contea di Los Angeles,, in cui la storia si svolge] sono scritti dal creatore e showrunner Little Marvin (tra cui, ovviamente, pilot e final season) e da Francine Volpe, David Matthews, Dominic Orlando, Seth Zvi Rosenfeld e Christina Ham e sono diretti - con caratteristiche di stile e forma ben emergenti - da Nelson Cragg, Craig William Macneill, Ti West, Janicza Bravo e Daniel Stamm.

- “Da qui [un punto del salotto; NdR] si riesce a vedere l’intera casa.”
- “Oh, è fantastico.”
- “Ed è un bene.”

 

 

Gran bel cast: la famiglia Emory [Deborah Ayorinde (Livia, soprannominata “Lucky”) e Ashley Thomas, i genitori, e Shahadi Wright Joseph (già in "Us") e Melody Hurd, bravissime, che interpretano le due figlie], che dalla Carolina si trasferisce, durante la Grande Migrazione della prima parte del XX secolo che interessò milioni di afroamericani che dal sud delle leggi di Jim Crow si trasferirono verso il nord-est, il mid-west e la west-coast, la famiglia Wendell (Alison Pill e Liam McIntyre), il fattore-lattaio con bunker antiatomico (Ryan Kwanten), l’agente immobiliare (Brooke Smith) e le varie incarnazioni del Faust/Giobbe: Christopher Heyerdahl (l’originario reverendo), Jeremiah Birkett (il ballerino di tip-tap con la white/black face), etc…

- Lei era dispiegato ad Arles, Signore?
- Sì…
- Avevate delle belle trincee durante la Grande Guerra.
- Ci hai ma cagato dentro? Perché non servivano ad altro.   

 


Ottima come al solito la scelta dei brani musicali pre-esistenti effettuata da Randall Poster.

Amiri Baraka (Everett LeRoi Jones: professore cattedratico → mussulmano → marxista → complottista anti-sionista) - “Who Will Survive America?” da “It’s Nation Time” (Black Forum, 1972). 

Who will survive (in) America?
Few Americans,
Very few Negroes
And no crackers at all.  

 

 

Nina Simone - “To Be Young, Gifted and Black” da “Black Gold” (RCA Gold, 1970).

 

 

• Il diavolo, probabilmente

 


• Us, and Them…

 

 

• The (r)Age of the Future...

 

 

* * * (½) ¾                 

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