1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
Giunto alla conclusione della seconda serie televisiva, mi sembra chiaro che i Marvel Studios abbiano trovato nel piccolo schermo una dimensione nella quale, e con la quale, attuare una serie di riflessioni concomitanti al loro ultradecennale storytelling: se WandaVision è stato un percorso di elaborazione del lutto – parallelo ad un’analisi (e relativa sperimentazione) del linguaggio televisivo in evoluzione nel corso dei decenni, dalla soap opera alla miniserie moderna –, The Falcon and the Winter Soldier è la volontà di fare il punto di una situazione che sembra non essere mai cambiata (e non voler cambiare mai) in quel grande conglomerato oltreoceano che riporta lo ‘United’ nel proprio nome quasi ironicamente: United States of America; il reale protagonista di quest'ultima miniserie, tanto che, volendo azzardare, si sarebbe potuta chiamare proprio così.
Il plot, direttamente dall’epilogo di Avengers Endgame, vede un Sam Willson incapace di trascinarsi sulle spalle il peso dell’essere il nuovo Captain America. Quel simbolo, sul quale anche la mdp insiste continuamente, diviene un simulacro di doveri e responsabilità gargantuesche. Quando però l’eroe cede, il governo affida lo scudo a John Walker, ufficiale della marina mosso da una forte inspirazione.
The Falcon and the Winter Soldier è stato senz'altro un prodotto dalle grandi ambizioni, un cammino lungo 6 ore non esente da qualche inciampo: l'espediente narrativo di Falcon in bancarotta è una castroneria che si sarebbe potuta giustificare o risolvere più ragionevolmente, come anche la funzione del gruppo terroristico dei Flag-Smashers, che risulta, alla fine dei conti, una presenza davvero modesta; complice ne è il ruolo assegnato alla leader Karli, carattere a cui si sarebbe potuto riservare uno spazio maggiore per esplicitare più adeguatamente le ragioni politiche dietro la lotta. Piacevole è invece il ritorno dello Zemo interpretato dal bravo e simpatico Daniel Brühl, che conclude (almeno per ora) l'interessante percorso iniziato con Civil War, incentrato sul peso etico detenuto dalle azioni (e relative conseguenze) dei supereroi – e questione che la serie sviluppa ulteriormente e, forse, porta a compimento. Ciò che invece sorprende, ed è il motivo cruciale per il quale The Falcon and the Winter Soldier merita la visione, è proprio il John Walker di Wyatt Russell, tanto ben scritto e impersonato (evidentemente il sangue dei Russell è fatato) da relegare in secondo piano i due coprotagonisti che danno il nome alla miniserie.
Il personaggio di Walker è stato giustamente accostato a quello dell'Homelander di The Boys. Ci siamo illusi di vivere nel mondo degli Steve Rogers, ma ahimè non è così. John Walker è l’eroe che ci meritiamo, è il Captain America della nostra realtà, è l’America: l’incarnazione dell’eccezionalismo statunitense, di un ideale corrotto, di una patria inarrestabile solo in apparenza e al contrario profondamente turbata, smarrita, in piena crisi sociale, politica e culturale. Un Paese fra le più grandi potenze globali, nel quale i George Floyd redimono i propri peccati con la morte. Un triste e terrificante quotidiano, degno di un film di Friedkin, dal quale la miniserie non si tira indietro: Falcon, un Avenger, che nel punto di una discussione viene interrotto da due poliziotti con le mani già belle che pronte sulle fondine è indubbiamente un’immagine potente, nonché necessaria, specie se proveniente da una grossa produzione Disney. Sono questioni fondamentali, fatti vitali che riguardano ognuno di noi e non solo il popolo statunitense, molto più vicini di quanto si possa pensare – tenendo presente, per esempio, che persistono centinaia di morti in mare nell'indifferenza più totale.
Quel simbolo che voleva essere sinonimo di concordia e inclusività è invece profanato, macchiato di sangue e colpe oramai irrimediabili. Nella condizione odierna di ostinate discriminazioni, formae mentis fascistoidi e confini artificiali volti a favorire l'individualismo, l'unità rimarrà un'utopia, verosimile solo grazie alla fiction, ove può esistere un 'Captain America' senza alcun 'black'.
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