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Borgen - Il potere

4 stagioni - 38 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2022-2022
  • 8 episodi

L'autore

genoano

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La recensione su Borgen - Il potere

di genoano
6 stelle

Nella quarta stagione, giunta ben nove anni dopo la terza, allo schema tipico di Borgen (sarabanda politica e mediatica + drammi privati) si affianca un intrigo internazionale nell'Artico che presenta qualche punto di contatto con la serie "Yellowstone". Buona variazione sul tema. Voto 6 e mezzo.

Nell'Eden ghiacciato della Groenlandia s'è insinuato, al primo zampillo di petrolio, un serpente tentatore; alla potente zarina della politica estera danese Birgitte Nyborg (Sidse Babette Knudsen, sempre più brava) spetta la decisione se cogliere o meno la mela, sapendo che la ricchezza che ne deriverebbe potrebbe esigere un prezzo altissimo per l'ambiente e la pace. E non è il solo problema che la Nyborg deve affrontare: col passare degli anni si è trovata sempre più sola, i figli sono cresciuti e ormai (quasi) indipendenti (commovente il tratteggio del rapporto conflittuale ma affettuoso col secondogenito Magnus) e il lavoro sembra essere per lei sempre più importante, forse troppo, tanto da farla scendere a compromessi; dovrà ancora una volta decidere se perdere il potere o perdere se stessa. Il coprotagonista della serie è Mikkel Boe Folsgaard (magistrale in "Royal affair", ricorda nello stile di recitazione il grande Bill Nighy) nel ruolo dell'Ambasciatore artico Kirkegaard che, come Kasper Juul nelle prime stagioni, è il legame e il mediatore tra due mondi che si attraggono e confliggono al tempo stesso (in questo caso Danimarca e Groenlandia); nella sua complicata, forse impossibile, relazione con la diplomatica Inuit Emmy, sembra rivivere quella tra Juul e Katrine Fonsmark. Già: e Katrine (Birgitte Hjort Sorensen), la bella giornalista, che fine ha fatto? Ha fatto carriera, ma in questa serie conoscerà tutte le amarezze connesse al ruolo di capo e avrà uno spazio ridotto, come tutto il settore news del racconto. Spiccano ancora una volta le caratterizzazioni di Peter Mygind alias "cattivissimo me" Laugesen, sempre coerente con se stesso, e di Lars Knutzon nella parte del mentore buono Bent Sejro che, benchè assediato dagli anni e dagli acciacchi, saprà ancora scuotere la sua pupilla Birgitte e aiutarla a scegliere l'opzione migliore. La serie svolge un intelligente parallelo tra la "civilizzazione forzata" della Groenlandia per mano danese e la neocolonizzazione estrattiva che minaccia di far ancor più danni, e rappresenta efficacemente il clima di instabilità geopolitica che caratterizza gli Anni Venti. Un'emozionante resa dei conti politica finale chiude degnamente la saga di questa moderna shield-maiden vichinga, ma potrebbe, chissà, anche condurre a nuove avventure. In fondo il potere è sempre lì, in attesa di chi venga a reclamarlo. E di chi sappia raccontarlo.

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