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Curon

1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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Tiaz gasolio

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Curon

di Tiaz gasolio
3 stelle

Curon – 1 episodio – La Recessione.
Ovvero curon: quel paese che voleva essere Twin Peaks con la villa di Shining.
Dopo anni di produzione di serie televisive da tutto il mondo, il colosso dello streaming Netflix ha puntato i riflettori sull'Italia. Quindi eccoci a parlare della serie thriller-horror ambientata a Curon, paese conosciuto ai più perché nel 1950 venen sommerso per la costruzione di un lago artificiale per la produzione di energia idroelettrica, da quale spunta solo il campanile come unico ricordo del borgo antico. Il primo episodio si apre presentandoci i protagonisti in fuga da Milano per apparenti problemi coniugali non specificati tra la madre, Anna, e il padre dei due gemelli sedicenni: Daria, adolescente cazzuta, e Mauro, fratello sfigatello che i più disadattati di voi si ricorderanno da I Cesaroni, nei panni del tenero bambino Mimmo. Scopriamo nelle prime scene che Mauro è la timida spina nel culo della sorella, che è sordo e che utilizza un apparecchio acustico e che ha delle buone capacità elettrotecniche visto che si è costruito un drone da solo; Daria, invece, è una stronzetta da competizione, una di quelle ragazzine ribelli che fanno solo cose ribbelli perché se sono meno ribbbelli hanno paura di non contare un cazzo. Già dalle prime scene ci viene rivelato che la madre Anna ha un terribile segreto: ha una gemella cattiva che gli ha ucciso la madre davanti a colpi di fucile, ma lei non se lo ricorda. Come mai? Ancora non si sa. Forse il padre, dopo che Anna ha trovato la madre morta in una pozza di sangue, aveva a portata di mano una manciata di caramelle gusto "droga dello stupro" da far ingoiare alla figlia buona; fatto sta che Anna non si ricorda niente e pensa che la madre si sia suicidata. La famigliola infelice arriva alla casa del nonno, Thomas, che risulta essere un hotel inquietante dimenticato da dio. Come avrà fatto il nonno a portare avanti un'attività in perdita per anni non si sa, visto che si rivela un vecchio scorbutico che non vuole parenti in mezzo ai coglioni. Sarà che i parenti vengono a vivere lì a scrocco? Oppure che il paese è maledetto? Oppure gli sarà venuta la sindrome di Shining e gli scoreggia il cervello. Rimane il fatto che nonno Thomas è l'albergatore più stronzo di tutta la valle e non si capisce come riesca a tenere tutto quel popò di hotel in ordine da solo. Nonno Thomas, soprannominato amorevolmente dagli spettatori nonnommerda, vuole solo una cosa dalla figlia e dai nipoti: che si levino dai coglioni! Non perde tempo in inutili spiegazioni (che spoilererebbero la trama a tutti gli spettatori!), per questo Anna, madre coscienziosa, non ascolta il suo consiglio di levarsi dal cazzo e decide di stabilirsi lì, iscrivendo pure i figli a scuola. Mentre si fatica un poco a comprendere il passare del tempo, la storia si concentra sui due gemelli che a scuola vengono trattati di merda da tutti gli autoctoni, almeno fino a quando Daria non prende a calci in culo il bulletto di turno, guadagnandosi il rispetto dei coetanei (come in carcere, con tanto di citazione di Orange Is The New Black così i produttori di manica larga di Netflix possono sfoggiarla ancora un annetto; d'altronde, se il cast e la produzione de La Casa di Carta riescono a fottere i soldi a Netflix e a mantenere le famiglie già da due stagioni di troppo, perché non farlo pure noi?). I due gemelli si recano a una festa dove scoprono che non bisogna avvicinarsi mai al campanile, perché, come detto prima, non bisogna spiegare tutto subito, sennò lo spettare si annoia e guarda altro. I due si dividono e Mauro, lo sfigatello in fuga dalla festa per eccesso di agorafobia, finisce in acqua e quando torna a casa/albergo/abitazione sinistra per asciugarsi per asciugarsi scopre la gemella di sua madre chiusa in soffitta. Ta-da-daaaa!!! Sconvolto nel trovare la copia della madre legata in soffitta la libera, ma in un sussegguirsi di scene a cazzo di cane sviene e si ritrova tra le braccia del nonno che lo stringe forte e gli dice "è solo un sogno" e il ragazzino, invece di dirgli "cazzo dici, nonno" sembra non capire niente e accettare la cosa. L'episodio si conclude con nonnommerda che parte alla ricerca della gemella cattiva. In conclusione, questo primo episodio di Curon mi ha ricordato l'episodio Halloween dei Simpson, La Paura Fa Novanta VII - Il mostro e io, a cui hanno aggiunto (male) un pizzico di Shining, in un paese che vorrebbe essere un po' Twin Peaks de noartri e un po' Hill House. Il risultato per ora è noiosamente e prevedibilmente scontato.
#larecessione
per insulti anche non costruttivi.
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