3 stagioni - 50 episodi vedi scheda serie
Lunga vita a Donna Mocio.
Con inaudita ed invidiabile pervicacia indefessa ed indomita Matt Groening – ovvero “the Simpsons” (34 stag., Fox/Disney, 1989-in corso; 9.75) e “Futurama” (8 stag., Fox/Comedy Central/Hulu, 1999-in corso; 9.5), mica l’ultimo dei fessi – porta a compimento [a latere, senza particolari spoiler: resta narrativamente interessante il fatto che Tiabeanie Mariabeanie de la Rochambeau Grunkwitz, detta Bean, non saprà mai ch’è stato Luci(fer), per mezzo del Dio Lampadina - e no, non è un’imprecazione - a riportare in vita Moira], lungo un arco di 3 stagioni suddivise in 5 parti, “Disenchantment” (Netflix; 7.5), questa sua terza creatura maggiore che, irriducibilmente e saldamente diramantesi in orizzontale (specialmente poi se contrapposta alla verticalità spinta della quotidianità imperituramente protratta in un eterno presente immutabile che si muove col tempo della Storia ma non nel tempo della Famiglia di Homer & C. e a quella via di mezzo più morbida tra sviluppo azimutale ed ortogonale che vede snodarsi le avventure “a mille anni da oggi” di Fry & C.), a fiuto, potrebbe senz’altro essere catalogata sotto alla voce Sogno/Desiderio di una Vita/Carriera, di cui nella nostra epoca post-medi(ev)ale e post-Steampunk rimane, alla fine delle intemperie ch’evolsero l’impresa, un erboso promontorio verdeggiante a picco sul mare...
E lunga vita a Donna Mocio (Miri, the Mop Girl).
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