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Star Trek: Picard

3 stagioni - 30 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2022-2022
  • 10 episodi

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mck

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La recensione su Star Trek: Picard

di mck
6 stelle

The Time is the Limit.

 

 

Con questa seconda stagione mezzana (di un arco narrativo che dovrebbe concludersi con l’annata successiva, la terza), “Star Trek: Picard” compie un passo indietro rispetto alla scorsa, prima parte del proseguimento della serie “the Next Generation” (1987-1994) e della saga cinematografica ad essa riferentesi (1994-2002), diventando un calderone convulso (gradevolmente fastidioso o fastidiosamente gradevole) con dentro - e in un certo senso è il fattore più pregevole - di ogni e la qualunque [un continuum alternativo con una distopica linea spazio-temporale xenofoba e fascista, un Q (John de Lancie) alla fine dei suoi giorni, i Borg in versione pucciosa grazie alla grazia di Alison Pill, eugenetica e clonazione umana, e, per finire, un bel Big Dumb Object quale cliffhanger & deus ex machina, come se fossimo finiti in uno “Star Trek: Discovery” qualsiasi), pur se tutto combaciante e filante [e mi riferisco in particolare ai personaggi - “imparentati” fra loro, e con Data/Soong (Brent Spiner) - interpretati da Isa Briones nel 2399 e nel 2024, con l’inserimento finale di Wil “Fucking” Wheaton, il Viaggiatore, come preambolante ciliegina sulla torta, in attesa, dopo il “crossover” con “Star Trek: Voyager” per mezzo di Sette di Nove (Jeri Ryan), del ritorno di gran parte del cast di tNG, capitanato da Jonathan Frakes], ma soprattutto scritto (con Akiva Goldsman al comando e il contributo di Michael Chabon praticamente scomparso), girato (un paio di episodi, come da consuetudine, dallo stesso Frakes) e recitato [ok il gran mestiere di Patrick Stewart, ok a prescindere Alison Pill e ok i già citati de Lancie, Spiner, Briones e Ryan, e aggiungiamoci pure il Rios di Santiago Cabrera, la Regina Borg di Annie Wershing, le Laris/Tallin (la governante e il Supervisore) di Orla Brady e la versione giovane della Guinan di Whoopi Goldberg (che compare in un cameo) impersonata da Ito Aghayere: sì, insomma, forse s’è capito ch’è l’accoppiata Michelle Hurd (Raffi) e Evan Evagora (Elnor) che m’ha fatto cadere le braccia e calare le palpebre, oltre a tutta la parte - per com’è scritta, inserita ed utilizzata - dedicata alla madre (e al padre, James Callis: bentornato Gaius Baltar! Ah già, no, certo, quella è “BattleStar Galactica”: beh, diciamo che gli manca una parte nel franchise esteso di Star Wars per fare un impagabile triplete fantascientifico) di Picard, incarnata della comunque brava Madeline Wise di “Lapsis”] col pilota automatico.

 

 

(È che il vestito merita.)

 

The Sky… - Oh, Sorry… - the Time Is the Limit.

* * ¾ - * * * (¼)   

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