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Undone

3 stagioni - 17 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Undone

di mck
9 stelle

Fix(ed): Dawn. Beyond the Curtain.

 

scena

Undone (2019): scena

 

“We are broken people. And broken people break people.”

Lontano tanto da “the OA” (ed è un bene, anche se “paradossalmente” il finale di “the OA - 2” è più compiuto, pur rimanendo inspiegato: m'a tal proposito aspettiamo la probabile/auspicabile “UnDone - 2”...) quanto da “Twin Peaks - the Return” (e non è un “male”, solo una constatazione, e tant'è) - due produzioni che hanno dei punti di contatto fra loro ma che in nessun modo potrebbero essere più diverse per portato concettuale/speculativo e artistico -, “UnDone”, la serie Amazon Original creata e showrunnerizzata da Raphael Bob-Waksberg (il fondamentale “BoJack HorseMan” e il recente “Tuca & Bertie”) e Kate Purdy (sceneggiatrice di MADtv e di alcuni episodi di BjHm, qui passata alla collaborazione stretta con Bob-Waksberg) che si dipana lungo 8 episodi da circa 23 minuti l'uno tutt'interamente diretti (e dipinti) da un artista del rotoscope qual è l’Hisko Hulsing di “JunkYard” [e sceneggiati dalla coppia Bob-Waksberg/Purdy, i primi 4, dalla sola Purdy il 5°, e, in ordine: Lauren Otero il 6°, Joanna Calo il 7° ed Elijah Aron il finale di stagione dell’8° ed ultimo; e co-prodotti, gestendo i soldi della Tornante Company di Michael Eisner, oltre che dagli stessi Bob-Wasberg & Purdy (Boxer vs. Raptor), da Richard Choi (“BjHm” e “T&B”), Tommy Pallotta (già non a caso al lavoro con Richard Linklater per i rotoscopici “Waking Life” e “A Scanner Darkly”, oltre che per “BoyHood”) e Femke Wolting (che con Pallotta ha scritto e diretto “Last Hijack” - i cui fondali sono creati e curati da Hulsing - e “More Human than Human”], è un'opera sui generis che riesce ad esprimere una propria peculiarità: certo, vi sono risonanze (tralasciando i miti fondativi di “Alice in WonderLand” e “Wizard of Oz”, e via verso "la Jetée" e Charlie Kaufman), tanto per contenuto e sostanza quanto per forma e stile, con coeve produzioni seriali (“Legion”, “Frontera Verde”, “Kiss Me First”, l'ep. "Fish Night" di "Love, Death & Robots"), cinematografiche (“A Scanner Darkly” - e certo non solamente per il rotoscope, anzi, ma proprio per l'indagine sulla realtà che ne costituisce l'essenza - e il cinema di Shane Carruth: “Primer” e “UpStream Color”) e letterarie [il Jonathan Lethem di “Chronic City” e il Matt Ruff di “the Mirage”, anche se, ovviamente, in primis viene il già per interposta opera citato P.K.Dick (“Time Out of Joint”, “the Man in the High Castle” e “Ubik”), rinvenibile letteralmente in alcune linee di dialogo esplicite: «Hai mai l'impressione di sentirti come se facessi parte di uno spettacolo, di una commedia? In cui, però, sei l'unica a sapere che si tratta di una messa in scena, di una farsa, mentre tutti gli altri recitano una parte, un ruolo che credono debbano interpretare perché si suppone ch'è così ciò che si deve fare. E pensi: “Ehi, ma è solo uno spettacolo! Non dovremmo farlo!” E forse non dobbiamo...»], ma la sua unicità (qualità neutra) nel panorama serial-cinematografico è abbastanza inconfutabile: detoo ciò... si potrebbe definire “UnDone” come la versione Sci-Fi (fantascienza speculativa e non Hard-SF) di “FleaBag”.

 

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Undone (2019): scena

 

“Alma, cállate!”

Rosa Salazar (ParentHood, la serie Maze Runner, Man Seeking Woman, CHiPs, Big Mouth, Bird Box) è passata dalla motion capture per “Alita: Battle Angel” di Rodriguez/Cameron al rotoscope, guadagnadoci: la versione tex-mex indios-amerinda di Aubrey Plaza convince, emoziona, empatizza.
Bob Odenkirk ("Breaking Bad", "Better Call Saul") ha quel certo modo di fare alla Bob Odenkirk da essere proprio... Bob Odenkirk: e nient’altro vorresti se non che continuasse a farlo, per sempre.
Al loro fianco: Angelique Cabral (Becca, la sorella di Alma), Constance Marie (la madre di alma e Becca) e Siddharth Dhananjay (il compagno di Alma).
Fotografia: Nick Ferreiro. Montaggio: Michelle Mendenhall e Brian Swanson. Musiche: Amie Doherty.

 

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Undone (2019): scena

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Undone (2019): scena

 

“Happiness can be an escape.”

Due, tra i tanti, indizi a favore della schizofrenia come spiegazione delle avventure vissute dalla protagonista: uno, che appartiene alla schiera delle intuibili evidenze reiterate (non un solo dato od elemento scientifico è incontrato e approfondito da Alma durante i suoi incontri col padre resosi defunto tempo addietro), e un altro, appartenente alla categoria dei suggerimenti nascosti in bella mostra (Alma che inconsapevolmente, autoingannandosi, deduce - come i mentalisti - la storia personale di chi interagisce con lei da fattori e dettagli presenti nell'ambiente di vita e lavoro dell'interlocutore: “Lo percepisco. Hai perso una sorellina. Tanto tempo fa. E a volte... ti ritrovi a cercarla. Faccio lo stesso con mio padre. A volte, quando vedo certi uomini di schiena, mi fisso sui loro capelli, e li inseguo, isolato dopo isolato, anche se so bene che mio padre non c'è più... Ma una parte di me crede che sia ancora qui, e che aspetti solo che lo trovi...”).

 

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Undone (2019): scena

 

La serie, di per sé, è eccezionale [nella letterale accezione del termine: costituisce una parziale eccezione nel computo della media del panorama seriale e cinematografico generale: non per il come - il rotoscope - racconta il cosa, ma proprio per cosa racconta: tipo che allo stato dell'arte scientifica attuale il primo viaggio nel tempo autenticamente realizzabile è quello che si compie attravers(and)o la memoria]. Il finale è "salvato" - pur essendo "perfetto" così com'è, con tutto il suo portato di sfruttamento del dispositivo/topos/espediente del troncamento sospeso - dal fatto che finale non è.

 

* * * * ¼ - 8½

 

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Undone (2019): scena


E alle stecche delle persiane già l'alba. Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.
Carlo Emilio Gadda – la Cognizione del Dolore – 1963 (1938-1941)   

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