1 stagioni - 5 episodi vedi scheda serie
Minserie in 5 prodotta dalla HBO (che ha il merito, tra gli altri, di averci regalato la prima stagione di True Detective), Chernobyl ha registrato fin da subito consensi ampissimi (una media, ad oggi, del 9,6 su Imdb, per quello che vale) e ha, quasi per diretta conseguenza da contrappasso, dato adito a (sinceramente ridicole) polemiche.
Polemiche da parte russa che lamentano di una supposta grande fabbricazione di eventi operata da questa serie dichiaratamente americana (oddio!) e che hanno portato alla decisione da parte della tv di stato (per definizione, e in qualunqe stato, dove più e dove meno, massimo emblema della libertà di parola e dell'oggettività fattuale) di produrre prossimamente (aspetteremo in trepidamente fermento) una "contro-serie" (nuovo obbrobrio linguistico) di risposta, nella quale, udite udite, l'origine del disastro sarà inopinatamente fatta risalire ad oscure macchinazioni della CIA (che, chiaramente ha le sue [molte] colpe, ma che altrettanto ovviamente non può essere ritenuta responsabile di ogni singolo disastro mai avvenuto sul pianeta Terra dal dopoguerra ad oggi).
Al di là di ciò, comunque, se forse non si merita di essere considerata la miglior miniserie di sempre, di certo Chernobyl rappresenta un ragguardevole traguardo della televisione. Un'opera di grande importanza e di grande emozione.
Non pretende, pare, di essere una ricostruzione "100% percent" attendibile, anche perché diversi particolari della vicenda rimangono ancora (e probabilmente rimarranno in perpetuum) piuttosto oscuri (non si riesce neppure ad avere una valutazione concordante circa il numero delle vittime, sia indirette che indirette, mentre la "stima sovietica", come viene ricordato nella serie stessa, rimane assurdamente bloccata alla bassissima e improbabilissima cifra di 32), ma ciononostante si può dire risulti del tutto plausibile, pur tra tutti i limiti della suddetta definizione.
Potente (basti solo la scena "muta" dell'esplosione che incendia la notte), tragica, straziante e commovente, si preoccupa di mostrare con grande compartecipazione le enormi e quasi inesorabili difficoltà che il gruppo di esperti riunito in tutta fretta solo a seguito del riconoscimento (tardivo) del disastro si è trovato costretto ad affrontare. Come viene ricordato, questi eroi, questi scienziati e tecnici, hanno salvato quasi sicuramente l'Europa intera da una devastazione immane e hanno pertanto impedito che un incidente già gravissimo degenerasse in una totale annientamento umano, sociale ed ecologico.
Il riconoscimento del loro sacrificio e dell'importanza della memoria è uno dei punti cardine della serie (tesissime e al contempo tremende le scene che mostrano gli sforzi dei numerosissimi "liquidatori", che ad esempio si sono dovuti recare sul tetto della centrale a pochi passi dal nocciolo scoperchiato [ricoperto solo da un po' di sabbia e boro] al fine di rovesciare all'interno del reattore obliterato i grossi frammenti di grafite altamente radioattiva, in un'area peraltro registrante picchi di radiazione pari a 40.000 rontgen [per un paragone basti pensare che una radiografia di media non espone a più di 10 rontgen, quand'è tanto]), ma altrettanto fondamentale risulta essere l'inequivocabile condanna dei danni provocati da un apparato statate e da una burocrazia incancreniti e corrotti.
Perché le cause del disastro vanno molto probabilmente fatte risalire a scellerate scelte umane (nella gestione, come viene spiegato, della diminuzione della potenza del reattore che ha provocato un quasi irreparabile avvelenamento da xeno) ma anche ad altrettanto scellerate scelte di carattere amministrativo volte al risparmio e alla sedicente "tutela dell'immagine sovietica e della sua industria" (che hanno fatto sì che le centrali sovietiche non avessero strutture di contenimento a circondarle come quelle occidentali, ovvero un ulteriore strato di protezione; e che le barre di controllo che avrebbero dovuto risolvere la situazione fossero alle loro estremità ricoperte di grafite: proprio questa è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso innescando l'esplosione).
Terrificante e pervasa da una perenne sensazione di disagio e tensione che toglie il respiro, Chernobyl è una grande rievocazione storica, un'opera da non lasciarsi sfuggire che ci ricorda dei danni che possono derivare da un sistema basato sulla menzogna e il raggiro, sui danni che possono derivare dall'oppressione e soprattutto dall'ignoranza, dall'arrivismo (l'unico motivo per cui Dyatlov, il capo ingegnere al momento del disastro, decise di andare avanti con il "test di sicurezza" pare fosse quello di far progredire la propria carriera) e dalla sciente manipolazione della realtà (attraverso la censura e riscrittura dei documenti che manco in 1984).
Angosciante ma indimenticabile, anche grazie alla notevole colonna sonora Hildur Gonadottir, Chernobyl si giova anche delle ottime interpretazioni degli attori e di una trama, una storia, un'ambientazione e degli effetti speciali tutti fortemente evocativi.
E' un'opera, come detto di grande rilevanza, che tutti dovrebbero vedere e che ci invita a riflettere. A riflettere su quale può essere il costo della menzogna (memorabile il monologo finale).
Un'opera imponente e, in ultima analisi, tutt'altro che una bieca operazione di supposta propaganda filo-occidentale.
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