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Russian Doll

2 stagioni - 16 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 0-2022
  • 8 episodi

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La recensione su Russian Doll

di mck
9 stelle

Spooky Action at a Distance (Inquietanti Azioni a Distanza).

 

Che possente, furibonda, leggiadra, furiosa, dolce meraviglia questa seconda stagione, venut’al mondo tre anni dopo la prima, di “Russian Doll”, la creatura architettata e plasmata da Natasha Lyonne [la cui carriera consta di un prima (Everyone Says I Love You, 4:44 Last Day on Earth), un durante (Yoga Hosers, AntiBirth) e un dopo (un cameo in Ad Astra) quel capolavoro corale di Orange Is the New Black] con Amy Poehler e Leslye Headland, in cui la concreta messa in scena esplicita del titolo matrioskale prende per l'occasione in questione forma e sostanza: madre di sé stessa e della propria madre.

“Chi ha la faccina da Rashomon? Cucci cù!”, ovvero: “Il trauma è una mappa topografica scritta sul bambino e occorre una vita intera per leggerla.”

 

 

In gran parte sceneggiata (con l’aiuto di Allison Silverman, Alice Ju, Cirocco Dunlap ed altri) e diretta (suddividendosi il compito con Alex Buono, che firma le regìe di 4 ep. su 7, lasciando alla demiurga il primo, l’ultimo e uno centrale) dalla stessa protagonista principale [assieme alle portentose Elizabeth Ashley (classe 1939; Happiness e Treme), Chloë Sevigny (Kids, Gummo, Boy’s Don’t Cry, Julien Donkey-Boy, DemonLover, DogVille, the Brown Bunny, Melinda and Melinda, Manderlay, Broken Flowers, Zodicac, Big Love, My Son, My Son, What Have Ye Done?, il già citato AntiBirth, Golden Exits, Queen & Slim, the Dead Don’t Die e We Are Who We Are) e Annie Murphy (Kevin Can Fuck HimSelf), con Greta Lee e Rebecca Henderson a fare da spalle, ed in più la controparte Charlie Barnett, la scheggia impazzita Brendan Sexton III e un (blomkampiano, più Europa Report e Free Fire) iconicamente im-•-pa-•-ga-•-bi-•-le Sharlto Copley], questa seconda annata non si sviluppa in eterni uroborici loop a circuito chiuso autoreplicantisi, ma per mezzo del convoglio 6622 della metropolitana newyorkese (echi distorti e lontani del “Moebius” di Gustavo Mosquera da Armin Joseph Deutsch) spazia – quand’ormai le cose sembravano essersi messe relativamente bene – dalla Grande Mela del 1982, passando per la Berlino Est del 1962 e arrivando alla BudaPest del 1944, al contempo alleata dei e (con l’avanzata dell’Armata Rossa) occupata dai nazisti.

- Pensavo fossi russa.
- La famiglia di mio padre era russa, o meglio, temporaneamente tollerata dai russi. Per la famiglia di mia madre era uguale, ma con gli ungheresi.

 


Natasha Lyonne – una magnifica e portentosa forza della natura – deve aver davvero ritrovato un tesoro di famiglia nascosto (gentilmente offerto da Netflix & Universal), perché la track-list (la colonna sonora originale è di Joe Wong) comprende the Velvet Underground & Nico, Brian Eno, Janis Joplin, Sun Ra, Nena, Falco, i Bauhaus, i Van Halen, i Depeche Mode, i Danzig, e varie interpretazioni di Bach, Mozart, Liszt, Bizet… E poi, oltre al ritorno di Harry Nilsson con la ri(s)propositatamente martellante “Gotta Get Up”, ecco a voi, signore e signori, i Pink Floyd: sentiti ed utilizzati innumerevoli volte, in questa circostanza sono, in armonia con ciò che passa sullo schermo, devastanti: prima, già con “the Thin Ice” (da “the Wall”), l’esito è ottimamente rimarcabile, ma è poi, con “Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V)” (da “Wish You Were Here”), con Natasha Lyonne davanti e dietro (coadiuvata dalla direttrice della fotografia Urszula “Ula” Pontikos) alla macchina da presa, che si rasenta l’improbabile & impensabile: la perfezione. E il folle paragone che subito sorge alla mente è (non con la successiva selvaggia parata di facce-che-erano & furono, ma) con la (precedente) passeggiata di Aldo Moro (Roberto Herlitzka) fuori dalla cella di detenzione brigatista alla fine di “Buongiorno, Notte” di Marco Bellocchio (di - a proposito di cronosismi - vent’anni - !?! - fa).

 

“Con tutte le storie sui viaggi nel tempo in cui la gente viene annientata [perché incontra un’altra versione d sé stessa o modifica degli avvenimenti che coinvolgono i suoi antenati: entrambi incongruenti sconvolgimenti impossibili resi & confermati inesistibili (♦) dalla logica della fisica] tu come fai a diventare doppia?!”

 

 

Russian Doll” dovrebbe (condizionale... imperativo) proseguire e terminare con un terzo volume, magari fra altri tre anni, eh, non importa: il tempo lo si affronta vivendo, finché ce n’è.

- Stag. 1 (8 ep., 2019): * * * ¾ - * * * *
- Stag. 2 (7 ep., 2022): * * * * - * * * * ¼

Spooky Action at a Distance (Inquietanti Azioni a Distanza).

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♦ Risolvendo il paradosso e rispondendo alla domanda “Se è davvero possibile viaggiare nel passato, perché nessuno è mai tornato dal futuro per insegnarci come si fa?” di Stephen Hawking…

Perché “viaggiando” (meglio: sbucando) indietro nel tempo, una volta comparsi (un quark, un essere umano, un’astronave) nel passato si verrebbe a creare (meglio: rendere accessibile) un’altra linea spazio-temporale, derivata e del tutto nuova (ma da sempre esistente in potenza), mentre l’originale non ne verrebbe toccata in alcun modo.
Noi facciamo parte di una linea spazio-temporale “originale” (almeno per noi) e i viaggiatori dal futuro che comparissero qui ed ora nel medesimo (letteralmente) istante ci abbandonerebbero… al contempo creandoci, rendendo quei “noi” originali “altri da noi”, che continuerebbero ad esistere lungo la Linea S-T dei viaggiatori spazio-temporali, che mai li avranno incontrati, ma che col tempo ne consentiranno l’esistenza.
Mentre viaggiare lungo e (attra)verso il futuro non comporta alcun cortocircuito da sventare, perché il continuum spaziotemporale non verrebbe modificato, continuando ad essere di per sé l’originale, essendo l’improvvisa assenza dei viaggiatori del presente-passato, sbucati nel presente-futuro, del tutto congrua e “lineare”: la Storia non è compromessa perché doveva andare così e così è andata.
Il passato è già stato scritto e vissuto e non si può riscrivere, modificare, sovrascrivere, ma si può solo aprire un altra Linea S-T “parallela/ortogonale”, creando un altro futuro abbandonando per sempre la propria casa per erigerne un’altra: stesse fondamenta, altre fotografie sulle commòde e le consòlle… 

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