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The Orville

3 stagioni - 38 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2018-2019
  • 14 episodi

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mck

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La recensione su The Orville

di mck
7 stelle

“La pace è forte quanto coloro che la sostengono.”

 

 

I. Lyrical Compass (metro/bussola poetica).

- “Signore, queste persone effettuano cesarei pericolosi solo per assicurarsi che i bambini nascano prematuri sotto un segno zodiacale positivo. Praticamente, tirano fuori i neonati dall’utero settimane, perfino mesi, prima della data naturale.”
- “È più complesso di quello che noi intendiamo come giusto o sbagliato. Siamo nel loro territorio, con le loro leggi. Pensate al processo su Moclus. E se foste entrati e aveste preso con la forza il figlio [la figlia; NdR] del Comandante Bortus?”
- “Qualcuno dice che avremmo dovuto farlo...”

Ebbene sì, “the Orville” è l'unica, vera, autentica serie non fan-made che, fumandosi “Star Trek: Discovery”, ha preso il testimone del franchising creato da Gene Roddenberry a metà anni '60: canon nell'anima (non è sempre un bene, ma questo è, e tant'è: onde sonore che si propagano nello spazio, misura e parametro di codificata moralità politica, ingenuità e retorica che trascendono nella classicità, SF speculativa che soverchia quella Hard, semplificazioni fantasy).

“Su Moclus, la mediocrità è l’unico comportamento al di sopra del sospetto.”     

 

 

II. Episodi.

Il 1° ep. è uno scherzo serio che, oltre ad introdurre la relazione fra la dottoressa umana Finn e Isaac, appartenente alla specie aliena umanoide/androide dei Kaylon (affaire che diverrà una componente fondamentale dello sviluppo della trama dell’intera annata, dal doppio ep. centrale al doppio ep. finale), ha per co-protag. la titolante funzione biologica e rituale di minzione catartica che deve svolgere Bortus, l’alieno Klingon, pardon, Moclan del pianeta Moclus, personaggio che assume su di sé una delle più importanti componenti politico/religiose rivoluzionarie dell’intera serie: appartenente ad una specie/razza guerriera che per superstizione modifica il sesso dei neonati femmine trasformandoli in maschi, nella stagione scorsa ha ceduto alle pressioni del compagno e ha sottoposto la figlia al processo di mutazione di genere sessuale.

Il 2° ep. di questa 2a stag. [che in realtà sarebbe dovuto essere il 12° e penultimo (dato che avrebbe dovuto collocarsi tra l'11° e il 13° ed ultimo) della 1a, che alla fine si è fermata a 12 ep., mentre questa arriva a 14, ovvero 13 + quell’1 già pronto] vede ancora Bortus come co-protag., qui alle prese con un simulatore olografico porno e, come trama collaterale, un’intera civiltà da salvare…    

 

 

Il doppio ep. centrale (l’8° e il 9°), ovvero il climax di stagione, diretto da Jon Cassar e scritto da Bannon Braga & Andre Bormanis e da Seth MacFarlane (che ne sceneggia in totale 6, quasi la metà, e ne dirige 3), è discreto, quasi buono, e regge al compito assegnatogli (I.A. robotiche vs Umani). Zona: Borg.

Il 10°, “Blood of Patriots”, scritto da Seth MacFarlane e diretto da Rebecca Rodriguez, è molto ben realizzato e “risolto” (i terroristi sono i buoni, cioè i partigiani, e da questo PdV ci si ricollega al finale di stagione con la storyline dell’universo alternativo), e contiene una delle linee di dialogo migliori, pronunciata dalla guest star Mackenzie Astin: “Perderla è stata la cosa peggiore che mi sia mai accaduta. Sai cosa mi spaventava di più? La consapevolezza che un giorno, a distanza di anni, sarebbe arrivato il momento in cui la sua assenza sarebbe stata normale, in cui mi sarei rassegnato per la sua perdita e la mia vita, che io accetto come reale, sarebbe stata senza di lei. E ora è questa la mia realtà.”

L’11° è una piccola perla [I.A. olografiche (la simulazione ricostruita di una personalità pre-esistente defunta) ♥ Umani] che proviene da due settimane di stop cui ne seguiranno altre tre: insomma, è un ep. incorniciato da un giusto silenzio agevolatore di meditazione [senza la presenza di Greg, il rivale in amore di Gordon, lei, Laura, l’amata da entrambi, non sarà la Lei di cui Gordon s'è innamorato, mentre con Greg, l'amore tra Laura e Gordon non potrà compiersi; la medesima situazione, poi, allargata ad un'intera linea S/T alternativa e alla distruzione di tutte le forme di vita biologica, senziente e non, dell'intera galassia, sarà alla base del doppio ep. finale di storia alternativa (e POPPE), con prot. il capitano Ed Mercer (Seth MacFarlane) e il comandante Kelly Grayson (Adrianne Palicki)]. Zona: “Her”.   

 

 

Il doppio ep. finale (il 13° e il 14°), diretto da Gary Rake e scritto da Janet Lin e David A. Goodman, suggerisce, nel cliffhanger tra uno e l’altro, un bel gioco coi paradossi temporali, ma è risolto, pur rimanendo nella sufficienza, con l’ennesimo espediente portante del “se uccido mio nonno svanisco”, tipo “Back to the Future”. Nooo-neee! Non funge così.
Portare Kelly dal suo presente (l'Orville passato) al “suo” futuro (l'Orville presente) ha già cambiato la linea ST dell'Orville presente. Riportare Kelly nel suo passato (il suo presente), creerebbe un'ulteriore linea ST alternativa (che non andrebbe ad influenzare né la sua né la “nostra” dell’Orville-canon). Nulla si può ripristinare, niente è reversibile. “The Road Not Taken”, una volta aperta, tracciata e percorsa, esiste. Ma va beh, tant’è.
Epperò rivediamo Alara (Halston Sage), ed è sempre cosa buona e giusta, anche se Talla (Jessica Szhor) un poco il vuoto lo ha saputo colmare…   

 

 

III. Intermezzo.

La California ch’è il Mondo (e Oltre…). Since 1927… 

 

(Cliccare QUI o sull’immagine per aprirla ingrandendola alle dimensioni originali.)

IV. Canzoni.

Ep. 11. Cantano: Leighton Meester e Scott Grimes...

 

Music...
Isn't one with me
It runs from me
It runs from me
And I tried to write a symphony
But I lost the melody
Alas, I only finished half
And finish I suppose...
I never may.

...e chissà perché e per come io non posso fare a meno di ripensare a Bisca e a “Ho scritto una canzone (ma non ricordo come fa)”

 

Ep. 12: “Sanctuary”, scritto da Joe Memnoski e diretto da Jonathan Frakes.

- “Every revolution begins with a single act of defiance.”
- “One of yours?”
- “Actually, I don't know who said it.”

Go, Dolly!

Workin' 9 to 5 / for service and devotion
You would think that I / would deserve a fat promotion
Want to move ahead / but the boss won't seem to let me
I swear sometimes / that man is out to get me!    

 

V. Conclusioni.

“I cliché diventano tali proprio perché sono abbastanza validi da riuscire a sopportare una ripetizione infinita.”

Terrorismo, fondamentalismo religioso/superstizioso, idrogeno e idiozia, totalitarismo, viaggi nello spazio-tempo avanti e indietro, “Radici” quando ti aspetti l’Olocausto (che però è già in atto, perciò…) e Isaac Newton quando ti aspetti Isaac Asimov, e un olofono (versione Futurama, non Pink Floyd). Tutto questo è “the Orville”.

“La pace è forte quanto coloro che la sostengono.”

Stagione Uno, 12 ep., 2017: * * * ¼ (½)
Stagione Due, 14 ep., 2019: * * * (½) ¾    

 

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