Prima trasmissione: 8 nov 2007
Biagio e Teresa, ormai sposati, hanno appena avuto un bambino (Antonio). Intanto a Palermo Riina e i suoi compagni vanno negli uffici di Michele Cavataio travestiti da militari della Guardia di Finanza. Il gruppo è composto da Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini (soldati di Tano Badalamenti, il boss di Cinisi). Lo scopo dei Corleonesi è quello di uccidere Cavataio, che in precedenza aveva eliminato Salvatore La Barbera.
Un soldato di Badalamenti, nervoso, ha troppa fretta di sparare e causa una strage: prima di arrivare da Cavataio vengono uccise altre 5 persone. Il gruppo arriva nell'ultima stanza, dove si trova Cavataio. Dopo aver aperto il fuoco, entrano nella stanza. Michele Cavataio si è tuttavia finto morto e, non appena Binnu e Calogero si avvicinano, egli si volta e spara, colpendo al petto Calogero, che muore, e scatenando la rabbia di Binnu che lo uccide, fracassandogli il cranio con il calcio del fucile. Schirò viene trasferito a Palermo e comincia ad indagare sulla strage di Viale Lazio.
A Corleone, Totò rivela la morte di Calogero alla sorella Arcangela, la fidanzata dell'amico, e lei reagisce piangendo e dando uno schiaffo al fratello. Totò manda uno dei suoi uomini a prendere Ninetta (che è diventata insegnante in una scuola femminile) e le confessa l'accaduto. Ora, avendo bisogno di denaro da investire a Palermo, sequestra il piccolo Antonino Caruso e questo provoca il dissenso dei mafiosi palermitani, specialmente dei boss Stefano Bontade e Giuseppe Di Cristina. Intanto Vito Ciancimino è diventato sindaco della città.
Il 5 maggio 1971 Riina ordina a Vito Maranza e a Pochet coffi, due suoi soldati, l'omicidio del procuratore Pietro Scaglione. Nel corso dell'agguato viene ucciso anche il maresciallo Lo Russo. Totò decide di partire con Ninetta prima di sposarsi; i due si fanno una foto insieme e la mandano ad Arcangela (sorella di Totò). La foto però viene trovata durante una perquisizione e per questo motivo decidono di allontare Ninetta, trasferendola al confino nel Nord Italia. Durante il processo, Vito Maranza, un uomo di Riina, va a casa di Biagio e, con la scusa di vedere un appartamento, porta Teresa al terzo piano di un palazzo in costruzione. Teresa e Antonio (moglie e figlio di Schirò) vengono liberati soltanto quando il giudice decide di non mandare al confino Ninetta.
Luciano Liggio viene arrestato a Milano dal commissario Mangano: così Riina diventa capo supremo del Clan dei Corleonesi e viene scelto da Don Michele Greco come suo prediletto.
Due soldati di Riina, incaricati di uccidere Giuseppe Di Cristina, sbagliano e uccidono l'autista. Intanto Totò e Ninetta si sposano. Vito Maranza e Pochet Coffi pedinano Giuseppe Di Cristina e scoprono che sta collaborando con il commissario Boris Giuliano.
Alcuni uomini (Pippo Calderone, Badalamenti, lo stesso Di Cristina) cominciano ad avere dei rapporti freddi con Totò. Nella successiva riunione della Commissione Totò chiede la vita dei tre. Gli viene concessa solo quella di Di Cristina, ma lui fa uccidere anche Calderone.
Silvio Albertini, un valido collega di Biagio Schirò, indagando su alcune carte, scopre il covo dove si nascondono Totò Riina con sua moglie e Bernardo Provenzano. Telefona a Biagio da una cabina telefonica e gli dice di venire. Ma arrivato, Schirò sale nell'appartamento e trova il cadavere di Silvio per terra. All'improvviso viene preso e picchiato da Vito Maranza e da Pochet Coffi. Allora si fa avanti Totò che avverte Biagio di lasciare stare la sua famiglia ma soprattutto Ninetta, e gli dà un colpo alla testa, lasciandolo svenuto e fuggendo con i suoi due uomini.
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