1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie
La quinta puntata inizia con Pio La Torre, segretario regionale comunista, che da una parte fa un dibattito a Corleone per impedire la costruzione di una base militare a Comiso e dall'altra parte con la Commissione riunita. Nella commissione vi è un certo Apuzzo, un carissimo amico di Tommaso Buscetta che finge di essere fedele a Totò Riina. Il commissario Mangano, ormai pensionato, consiglia ai magistrati di Palermo (che vogliono combattere la mafia a tutti i costi) Schirò come jolly per trovare tutti i più grandi latitanti e torna a Corleone per dire a Schirò di andare a Palermo per lavorare con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rocco Chinnici. Mentre Totò gioca con suo figlio Giovanni, Ninetta è di nuovo incinta e si sta preoccupando per le idee del marito. Totò allora decide di chiamare un paio di suoi soldati e ordina l'omicidio di Pio La Torre. Carlo Alberto Dalla Chiesa viene mandato a Palermo. La prima azione del generale Dalla Chiesa è quella di mandare dei suoi uomini a perquisire l'esattoria di Ignazio Salvo, potente uomo colluso con la mafia. Poco dopo il generale Dalla Chiesa viene ucciso dai "soldati" di Riina e di Nitto Santapaola. Viene ucciso anche Rocco Chinnici. Intanto Apuzzo si reca in Brasile da Tommaso Buscetta. Totò ne viene a conoscenza e fa uccidere lui e tutti i parenti di Buscetta. Don Masino viene arrestato per traffico di eroina. Nella prigione brasiliana viene torturato, ma non parla. Viene trasferito in Italia e comincia a collaborare con Giovanni Falcone, al quale spiega la struttura di Cosa Nostra. Dopo l'interrogatorio vengono arrestate centinaia e centinaia di persone, tra le quali anche Vito Ciancimino. Il 28 luglio 1985 viene assassinato il commissario Giuseppe Montana, che stava indagando insieme a Biagio sui morti della seconda guerra di mafia. Dell'omicidio viene accusato un giovane. Portato in caserma, Giacalone (appuntato della polizia) si lascia trasportare dalla violenza e uccide il ragazzo. Il questore Ninni Cassarà informa Falcone e viene aperta un'inchiesta dalla magistratura sull'accaduto. Teresa e Antonio (moglie e figlio di Schirò), che erano a Roma, tornano intanto a Palermo. Il 6 agosto 1985 Ninni Cassarà viene ucciso sotto gli occhi della moglie e della figlia. Intanto, nella casa circondariale dell'Asinara (in Sardegna), Falcone e Borsellino preparano il Maxiprocesso che, qualche giorno dopo, inizia i suoi lavori. Al termine del processo, Riina e Provenzano vengono condannati in contumacia mentre Michele Greco e Luciano Liggio e molti altri, presenti in aula di tribunale, vengono pure condannati all'ergastolo. La puntata si conclude con una sparatoria dove troviamo da una parte Schirò e dall'altra Vito Maranza e Leoluca Bagarella. L'esito della sparatoria è un morto (Vito Maranza) un ferito grave (Biagio Schirò).
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