3 stagioni - 25 episodi vedi scheda serie
Accuratissima ricostruzione ambientale nel nuovo serial HBO, prodotto del genio e della competenza del rodato duo David Simon&George Pelecanos che proseguono nel difficile mestiere di conciliare la ricostruzione di uno spaccato esemplare della società americana che fu con le esigenze di spendibilità economica di un prodotto destinato all'on demand.
Nella New York degli anni '70, lungo le trafficate vie attorno a Times Square, il barista Vincent (Vince) Martino deve darsi molto da fare per mantenere una moglie scapestrata ed i figli ancora piccoli, ma anche per pagare i debiti di gioco dell'irresponsabile fratello gemello Frankie. Attorno a lui, un mondo in fermento, dove il traffico di droga, la prostituzione ed il racket mafioso sono il vero motore economico di un ecosistema urbano che riflette la corruzione morale della politica di Richard Nixon e quella materiale di un dipartimento di polizia connivente e parassitario. Le innovazioni tecnologiche ed il liberalismo giuridico però, favoriscono l'emergere di un clandestino mercato della pornografia che assume sempre più i connotati di una vera industria a luci rosse e dove ciascuno vuole ritagliarsi un proprio spazio economico ed un preciso ruolo professionale.
Le vie del porno...tra la 7° e la 8° Avenue
Frutto di un progetto di certificata attendibilità storica e di accurata ricostruzione ambientale, il nuovo serial-movie targato HBO è il prodotto del genio e della competenza del rodato duo costituito da David Simon e George Pelecanos (The Wire), narratori che per formazione ed esperienza sul campo non le mandano a dire a nessuno e che proseguono nel difficile mestiere di conciliare la ricostruzione di uno spaccato esemplare della società americana che fu (e che sarebbe diventata) con le esigenze di spendibilità economica di un prodotto destinato comunque al grande pubblico dell'on demand. Il risultato è una prima stagione di 8 puntate dalla solita struttura orizzontale (non autoconclusive e narrativamente contigue) che riproducono il meltin pot di una Grande Mela, quale grande frutto bacato di un sogno americano che si sarebbe infranto sulla fallimentare esperienza bellica in Vietnam e sulla caduta degli dei repubblicani dello scandalo Watergate, ma pur sempre in grado di replicare, sulla scala ridotta delle sue contraddizioni metropolitane, quel fermento sociale ed economico in grado di generare PIL(o) per tutti ed una vera e propria rivoluzione dei costumi di portata internazionale.
La capacità di cogliere la complessità delle reali interconnessioni tra tutti i soggetti in campo, dagli sfruttati di un milieu urbano di degrado e sussistenza ai soggetti istituzionali preposti ad un controllo più o meno lecito di questi traffici, rappresenta la cifra più importante di un prodotto che ammicca con classe ed eleganza ad una stagione in cui la strenua volontà di riscatto o la smodata avidità dei singoli sono facce diverse di una stessa moneta che rappresenta idealmente il motore di una inarrestabile progressione economica verso la mercificazione intensiva del corpo femminile (ma anche maschile) e le infinite repliche della sua riproducibilità in celluloide. Il luogo (la New York di una più evoluta convivenza multietnica) ed il tempo (gli anni '70 di un inevitabile stop and go sociale ed economico) costituiscono così il terreno più fertile per sfruttatori neri di prostitute bianche, puttane bianche e impresari giudei col pallino dell'arte amatoria applicata al cinema, baristi italoamericani in doppia copia nelle spire tentacolari dei picciotti di quartiere, vertici corrotti della polizia che manovrano con operazioni mirate lo sviluppo e la gestione delle varie attività criminali, ragazze di buona famiglia cooptate dall'aria di indipendenza e di libertà che si respira non ostante tutto e persino la timida intromissione del quarto potere sotto le conturbanti spoglie di una bella redattrice dai capelli crespi con personali ed intimissime entrature nelle forze dell'ordine.
Insomma una giugla umana assortita e multiforme che facilita caratterizzazioni millimetriche (pure nei personaggi minori e secondari) e che anima un ecosistema territoriale ramificato e settoriale minuziosamente analizzato in cui tutto sembra interconnettersi ed influenzarsi reciprocamente, evolvendo gradualmente dall'arbitrio di una gestione artigianale a forme sempre più centralizzate ed organizzate di sfruttamento e pianificazione industriali. Questa ricostruzione filologica e sociologica di uno spaccato urbano di crudo realismo e di sicura presa spettacolare poi, viene valorizzata dall'understatement di processi sotterranei che agiscono col favore del silenzio o sfruttando le pieghe del sistema: dalla sottesa ambiguità di un potere politico e marziale che agisce nell'ombra alle continue interpolazioni legislative di un apparato giuridico ampiamente delegato alla discrezionalità delle corti locali e che dimostrano in modo elegante e sottile il significato dell'aggettivo libertario nelle continue approssimazioni ed aggiustamenti di un sistema democratico giovane e flessibile come quello americano.
A voler esagerare, si potrebbe dire che la serie di Simon&Pelecanos rappresenta lo stato dell'arte di produzioni seriali ad alto budget, in cui l'accuratezza della cofezione è la naturale cotroparte formale di un impegno professionale di assoluto valore cinematografico. Più che fiction insomma, siamo dalle parti del saggio televisivo a tema, con l'inevitabile corollario di un respiro ampio che introduce solo gradualmente in questa prima stagione il tema della pornografia, puntando ad ampliarlo e svilupparlo maggiormente nell'economia di una seconda stagione che non possiamo che attendere con trepidazione. Cast stellare con i due produttori-protagonisti James Franco (anche regista di due episodi ed interprete di due personaggi) e Maggie Gyllenhaal che sono solo le ciliegine sulla torta di un casting mai così azzeccato ed equilibrato, nel quale spicca la bella col cervello di una lanciatissima Margarita Levieva.
Il tema musicale di apertura "(Don't Worry) If There's a Hell Below, We're All Going to Go", è un pezzo di trascinante funcky-soul music di Curtis Mayfield, che ricapitola alla perfezione il clima e le tematiche di un pezzo di storia del costume americano...tra la 7° e la 8° Avenue. In Italia dal 24 ottobre 2017 su Sky Atlantic.
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