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La casa di carta

3 stagioni - 43 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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Marziller

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La recensione su La casa di carta

di Marziller
5 stelle

Idea buona ma trattamento un disastroso! La progressione psicologica dei personaggi e delle relazioni è insensata; molti snodi di sceneggiatura risolti in scene che non stanno in piedi; struttura degli episodi ripetitiva; pistolotti filosofeggianti insostenibili. All'inizio piace ma poi si ha l'impressione di rubare tempo a cose migliori da vedere.

La serie parte bene. Buona l'idea, molto letteraria, della banda chiusa cinque mesi in un casolare di campagna a preparare il colpo nei minimi dettagli, come a scuola, sotto la guida di un professore  (i cinque mesi li vedremo poi solo frammentati in vari flashback); indovinati alcuni personaggi; semplice ma efficace la struttura del plot: praticamente l'Iliade (che infatti è anche citata). All'inizio ti prende, sei curioso di capire quale sia il piano architettato dal professore, ti affezioni ad alcuni personaggi e al continuo procedere sul confine del rischio assoluto del fallimento. Poi pian piano inizi ad annoiarti: il piano è quello di prendere tempo alla polizia prendendosi gioco degli investigatori, ma ti senti un po' preso per il c*** anche tu, spettatore. Gli snodi della sceneggiatura sono risolti in scene risibili (insegnanti delle medie che rubano forbici sotto il naso di spietati rapitori armati di mitragliatrice, ostaggi che comunicano da sotto le porte di due cessi contigui in un bagno silenziosissimo con i rapinatori fuori dalla porta). I profili psicologici e le relazioni tra personaggi hanno sviluppi contraddittori (personaggi che in una scena quasi si ammazzano e nella successiva sembrano fratello e sorella, crisi esistenziali risolte in cinque minuti di fuori scena e che non lasciano alcuno strascico, relazioni adolescenziali tra assassini e sequestratori che mandano all'aria i piani di una rapina da mille milini di euro per una scopata...) La narrazione è grammaticalmente insensata: la voce fuori campo è quella di una sequestratrice ma parla da onniscente, penetrando anche nel privato di personaggi che non conosce. Pian piano risulta chiaro che il gioco è solo uno: allungare la minestra per farne una serie veramente troppo lunga e mentre l'entusiasmo cala si arriva al punto dell'epifania finale: stiamo perdendo tempo anche noi, rubandolo a visioni ben più meritorie. Fare il verso agli americani non porta bene. Occasione perduta. Peccato.

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