6 stagioni - 49 episodi vedi scheda serie
Le ragazze del centralino non riunisce molti nomi di spicco del grande e piccolo schermo spagnolo, ma si affida all’alchimia di tre attori che già in passato avevano saputo creare, non a caso, un vero e proprio culto intorno alle loro storie in El internado (2007). È merito di Netflix, quindi, se dopo esattamente dieci anni, Yon González, Martiño Rivas e Blanca Suárez si trovano nuovamente sul set insieme.
Blanca Suárez, ormai già chica Almodóvar, è dei tre quella a cui il successo ha arriso maggiormente. Da El internado in poi ha lavorato maggiormente nell’ambito cinematografico, prendendo parte a valide produzioni e ottenendo sempre ruoli di primo piano. Ricalcando il carattere del suo personaggio recalcitrante alle regole, incarnato proprio in El internado, è protagonista di El barco (2011-2013), rocambolesco sci-fi in alto mare al fianco dell’altro attore di spessore di questa generación del 9 – anno di Mentiras y gordas (2009), film corale che riunisce alcuni di questi attori, e anno in cui altri attori e attrici si mettono a loro volta in evidenza – ovvero Mario Casas con cui aveva già lavorato in Fuga de cerebros (2009) e in Carne de neón (2010). Tra le più belle e conturbanti attrici di Spagna, Blanca non poteva che diventare una chica Almodóvar – come si dice in Spagna sulla falsariga delle Bond girl – lavorando in film come La pelle che abito (2011) e l’anarchico Gli amanti passeggeri (2013). Allo stesso tempo ha lavorato a più riprese con un altro grande maestro del contemporaneo, Álex de la Iglesia, partecipando a Mi gran noche (2015) e El bar (2017), in entrambi al fianco di Mario Casas, habitué di de la Iglesia.
Yon González, poderoso attore alfa del cinema spagnolo, è stato per lo più sacrificato al piccolo schermo, dando però grandi lezioni di professionalità e umanità. Uomo semplice e antidivo, Yon aveva dati dimostrazione delle sue doti in El internado, dove il suo Iván Noiret, adolescente rabbioso e trasgressivo, aveva bucato lo schermo e appassionato gli spettatori per padronanza del gesto, presenza scenica e modulazione vocale. Ha presumibilmente raccolto meno di quanto avrebbe potuto, lavorando poco al cinema e maggiormente in televisione. Tra tutte le produzioni televisive e di successo in cui ha lavorato, tutte dell’emittente spagnola Antena 3, spicca Gran Hotel (2011), il miglior affresco epocale venuto fuori dalla collaborazione tra Atresmedia e Bambú Producciones e da cui ne è derivato il trend delle fiction in costume sulla storia del novecento spagnolo. Ad oggi è il suo ruolo di maggior successo insieme al chico travieso di El internado. In Bajo sospecha, Yon viene sacrificato in un ruolo ampiamente tagliato e troppo compresso per un attore abituato a lasciar parlare il corpo e la sua creatività. In ambito cinematografico partecipa a film che, tra distribuzione e incassi, passano inosservati, ma è degna di nota la sua partecipazione al cult Mentiras y gordas (2009), dove si concede in un torbido rapporto a tre con Mario Casas, offrendo agli spettatori anche un coraggioso nudo frontale integrale. Yon prende parte anche a Torrente 4 (2011) per la regia di Santiago Segura (oltre che attore feticcio di de la Iglesia e protagonista nel ruolo del commissario Torrente). L’unico successo di pubblico arriva con Perdiendo el norte (2015) dove lavora al fianco di un grandissimo attore spagnolo, José Sacristán e incontra nuovamente Blanca Suárez, in una commedia di equivoci lontana dalle atmosfere melodrammatiche de El internado o Le ragazze del centralino.
Anche per Martiño Rivas, figlio del noto scrittore Manuel Rivas, il successo di El internado non ha rispettato le aspettative. Prima della fiction che avrebbe dovuto renderlo famoso, ha lavorato da bambino in due serie galiziane (lui è di La Coruña). In seguito partecipa a SMS – Sin Miedo a Soñar, serie di Atresmedia, in onda su LaSexta, dove, ancor prima che in El internado, si raggruppano alcuni dei nomi più interessanti di questa generazione, come Mario Casas, Yon González, Amaia Salamanca e lo stesso Rivas. Partecipa a Los girasoles ciegos (2008), tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Méndez, uno dei più apprezzati sulla Guerra Civil Española, ancora oggi tormento e musa ispiratrice per scrittori e registi. Fa parte anche di El don de Alba (2012-2013), una serie di poco successo di Telecinco, mentre al cinema recita in due titoli che trovano il favore del pubblico: Tres bodas de más (2013) e la commedia romantica, minimalista ed evocativa, Por un puñado de besos (2014), di nuovo al fianco di Ana de Armas. Dopo due anni di fermo, torna in tv con Sé quién eres (2017), relegato al ruolo minore dell’eterno adolescente, anche se risulta tra i più convincenti della serie insieme a Francesc Garrido. È stato anche Romeo nella trasposizione televisiva Romeo e Giulietta (2014), diretta da Riccardo Donna per Canale 5.
Il cast di Le ragazze del centralino si completa con le altre suffragette rivoluzionarie, interpretate da Maggie Civantos, Nadia de Santiago, Ana Fernández e Ana Polvorosa; il cast maschile è completato da Sergio Mur, Nico Romero e Borja Luna. Va segnalata la presenza fondamentale di una decana del cinema, della tv e del teatro spagnolo al pari di José Sacristán, ovvero Concha Velasco, madre iperprotettiva di Martiño Rivas, e che ritrova nuovamente sul set Yon González dopo il successo di Gran Hotel (2011).