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The Expanse

6 stagioni - 65 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2019-2019
  • 10 episodi

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mck

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La recensione su The Expanse

di mck
7 stelle

Spazio, ennesima frontiera.

 

La quarta stagione di “the Expanse”, quella del passaggio da SyFy (qui le annate uno, due e tre) ad Amazon, è anche la “peggiore”, pur rimanendo costantemente ben sopra la sufficienza: scivola via scorrevolmente, ma in maniera piuttosto innocua, a parte un paio di bei momenti di hard-sf speculativa posti all'inizio e alla fine che hanno per protagonista l'ex-Miller protomolecolarizzato in lotta esplorativa con le arcaiche rovine ancestrali dei costruttori/precursori: "...cerca di comunicare cerca di comunicare cerca di comunicare cerca di comunicare... Centotredici volte al secondo, non c'è risposta, ed esso cerca ancora di comunicare. Non è cosciente, anche se alcune sue parti lo sono. [...] E si protende sempre più lontano. [...] Rivolge la sua attenzione allo spazio morto, al mondo, a come risolvere problemi insolubili. A come trovare cose che non sono là. A cosa succede quando le trovi..." (James S.A. Corey - "Cibola Burn" - 2014).

 


Mentre la terraformazione di Marte perde gran parte del suo abbrivio iniziale a causa dell'apertura dei varchi attraverso i quali l'umanità tutta (Terra-Luna, Marte, Fascia di Asteroidi e Lune Galileiane di Giove) può or'ora giungere su migliaia di pianeti che già possono ospitare la vita così come la conosciamo (quella cioè sommariamente basata sul ciclo del carbonio-ossigeno), le sentinelle e i lacerti di due fazioni ben più antiche della vita sulla Terra combattono una battaglia immensa a bassa intensità...

 


- Non avrei mai pensato di vedere l'aurora boreale su Marte.
- È quello che ottieni quando crei una magnetosfera.
- Sei così romantica... Si sono creati le loro nuvole. Mi ricorda le persone che costruirono le grandi cattedrali gotiche, sapendo che sarebbero morte molto prima che il lavoro fosse finito, confidando sul fatto che i loro pronipoti avrebbero posato le ultime pietre. Sulla Terra abbiamo perso quel tipo di pensiero generazionale. Qui, invece, è presente in tutto ciò che fanno. 

 


Mentre l'anima western è evidente, lapalissiana, reiterata:
- Le persone come te dimenticano sempre. La civilizzazione ha un tempo di latenza, una specie di ritardo, come nelle comunicazioni interplanetarie. Venite qui e pensate, dato che voi siete civilizzati, che la civilizzazione arrivi insieme a voi. […] Tutti noi non facciamo altro che seguire le impronte della storia. La vecchia frontiera... Costruire tutti quegli uffici postali, le ferrovie e le prigioni ha richiesto il sacrificio di migliaia di vite, e qui non è diverso. Io sono l'uomo di cui la frontiera ha bisogno, e tu sei quello che arriva dopo che il mio lavoro è finito. Dovevi restartene a casa mentre costruivo il mio ufficio postale.
- Conoscevo un altro tizio a cui piaceva utilizzare i genocidi del passato per giustificare le proprie stronzate.
- Non ti ha persuaso?
- Il mio amico gli ha sparato in faccia. 

 


Detto ciò, e a parte il (in)solito suono che si crea e propaga nel vuoto (l'idiota impossibilità che va tanto a sminuire quanto ad impreziosire -INIZIO SPOILER- il sottofinale di stagione: l'esecuzione del bosmang – FINE SPOILER- non avrebbe posseduto quella forza mitopoietica senza quel trucchetto mendace), in stile “Star Trek”, “the Expanse - 4” vale la visione solo per lo sguardo di Amos a “noi” mentre ascolta Holden dire: “L'uomo nella mia testa ha aperto una porta [nelle rovine] e poi l'ha richiusa.”

 


Thomas Jane (già l'uomo col cappello, ora l'uomo criptato), David Strathairn, Cara Gee, Wes Chatham e Cas Anvar come sempre gli attori migliori (mentre Dominique Tipper e Frankie Adams sono semi-dee asteroidali e marziane), ai quali si aggiungono le new entry Burn Gorman, Lyndie Greenwood e Rosa Gilmore.

10 episodi da 40 minuti l’uno, sviluppati (utilizzando come base "Cibola Burn", il quarto volume della saga di James S.A. Corey, alias Daniel Abraham e Ty Frank) e showrunnerizzati dai creatori Mark Fergus e Hawk Ostby con gli stessi Daniel Abraham e Ty Franck, e Dan Nowak, Naren Shankar & C., diretti da Breck Eisner (1,2,9,10), David Petrarca (3,4), Jeff Woolnough (5,6) e Sarah Harding (7,8).

 


“Tutto può essere un’arma. La gentilezza può essere un’arma.”

* * * (¼) ½

PS. Kevin Smith explains “the Expanse”: "There are Mormons in the future! So it's like floating Space-Utah."

 

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