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The Expanse

6 stagioni - 65 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2017-2017
  • 13 episodi

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mck

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Expanse

di mck
8 stelle

Se la prima stagione di "the Expanse" era un conto alla rovescia, in questa seconda annata la serie entra in orbita, e iniziano le danze.

 

Spazio: s.m., sinonimo gergale (dell'Homo sapiens ssp. sapiens f. spatialis) per “aria fresca”. 

 

 

“Vuoi negoziare con una ragazza che pensa di essere una stazione spaziale?” 

 

 

La seconda stagione di “the Expanse” [qui la prima: *** ½ (¾) - 7+] esprime -[lungo i suoi 13 ep. - 3 in più rispetto all'annata precedente - da 40' l'uno, diretti da Breck Eisner (1,2), Jeff Woolnough (3,4), David Grossman (5,6), Kenneth Fink (7,8), Mikael Salomon (9,10), Rob Lieberman (11,12) e Thor Freudenthal (13), e scritti per metà dagli stessi Mark Fergus e Hawk Ostby, i creatori e showrunner, e Daniel Abraham e Ty Franck, gli autori della serie di romanzi originali]- memorabili momenti sopr'al cielo affollato di Giove, attraversandone le orbite e i satelliti (Ganimede e altri corpi più piccoli usati come fionde spaziali per il tragitto silenzioso in gravità assistita messo in scena in una sequenza di due minuti che condensa ore e giorni), mentre le voci su Eros si spengono e qualcosa nasce dal cratere d'impatto su Venere.

 

 

“Il possesso è i nove decimi della legge.”  

 


Condito di compromessi con e concessioni a (ciò che si crede possa volere/non infastidire) il pubblico (trattandolo insomma da vero idiota, che poi, paradossalmente, in parte è davvero ciò che si merita), ecco a voi l'Iperrealismo: truppe d'assalto volontarie spedite allo sbarco e abbordaggio con container requisiti alla Fedex, proiettili che smitragliano e perforano scafi da parte...

 

 

...a parte, parlarsi nel vuoto attraverso le vibrazioni trasmesse dai caschi delle tute spaziali che si toccano entrando in contatto con le visiere, la (mi verrebbe da dire inflazionata, banalizzata, stra-abusata, ma qui inserita e utilizzata al meglio) equazione di Drake (o formula di Green Bank: N = R* x fp x ne x fl x fi x fc x L), non ancora, anzi non più, smentita dal paradosso di Fermi.

 

 

Nota a margine: fra 200 anni, ancora niente intelligenza artificiale (solo la solita, vecchia, cara stupidità/idiozia/ignoranza/cattiveria umana). 

 

 

- “Cosa ci accadrà adesso?”
- “Non lo so. Moriremo, forse. Ma se non moriremo...sarà interessante.”   

 

 

[La citazione qui sopra non corrisponde alla scena qui rappresentata, ma la loro crasi mi fa ridere, perciò: notare le differenti velocità di spoliazione: lui, impacciato tra...

 

 

...cerniere lampo (zip), bottoni a incastro/pressione e chiusure a strappo (velcro), e lei che gli smaterializza la maglietta in un nanosecondo. #MeToo!]

 

 

New entry cazzute che vanno ad affiancarsi a Dominique Tippert...

 

 

...e Cara Gee...

 

 

(qui con Jared Harris)

 

 

...nel cast: Frankie Adams...

 

 

...e la faccia da B Movie di Nick E. Tarabay (“Spartacus”), qui...

 

 

...ritratti entrambi assieme alla conferma della monolitica presenza di Shohreh Aghdashloo.

 

 

Montaggio a volte didascalico, fotografia senza particolari guizzi ma centrata, effetti speciali - visivi e sonori - ben sopra la media di produzioni con simile budget (medio), e musiche sempre molto buone di Clinton Shorter.

 

 

- - - - - - - - - - SPOILER - - - - - - - - - - 

 

 

E “addio” a Florence Faivre e Thomas Jane.

 

 

“Quella donna non le piaceva, ma stare da sola le piaceva ancora meno. La seguì. La donna attraversò un breve corridoio, digitò un codice di accesso su una gross aporta di ferro simile a un portellone di vecchia concezione, e, quando quella si aprì verso l'interno , lei l'attraversò con passo sicuro. Mei la seguì. La nuova stanza era fredda. Alla bomba non piaceva. Lì dentro non c'era un tavolo medico. Solo una grossa scatola di vetro come quelle in cui tenevano i pesci all'acquario, solo che dentro era asciutta e la cosa che conteneva non era un pesce. La donna fece segno a Mei di avvicinarsi e, quando la piccola lo fece, bussò seccamente sul vetro.
La cosa all'interno alzò lo sguardo a quel suono. Era un uomo, ma era nudo e la sua pelle non sembrava pelle. I suoi occhi baluginavano azzurri, come se avesse un fuoco dentro la testa. E c'era qualcosa che non andava nelle sue mani.
La cosa venne verso il vetro e Mei cominciò a gridare.”
James S.A. Corey (Daniel Abraham e Ty Franck) - “Caliban's War” - 2012 (ediz. ital. Fanucci, 2015 - trad. S.A.Cresti) 

 

 

Poi, quando stai ber darle un bel 7 pieno (Miller che fa cambiare idea alla ragazza/semi-dèa/astronave e invece che sulla Terra la porta a schiantarsi su Venere), considerando tutti i difetti (di recitazione, di scrittura dei dialoghi e concernenti tutta la gran varietà in folta schiera di compromissori cliché, luoghi comuni, topoi e ingenuità volute o inconsapevoli), compensati anche da una discreta e intelligente dose di umorismo, ecco che avviene la traslazione dall'inchiostro e carta...

 

 

...ai pixel e schermo della dissezione disassemblante della Arboghast, una piccola (tremenda, terribile, terrificante) meraviglia, e allora: * * * (½) ¾ - 7+ (½).  

 

 

Nel frattempo, "oltre" Ganimede, quella luna un po' più piccola, "alla sinistra" di Giove, dovrebbe essere, ad occhio, Io...    

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