4 stagioni - 35 episodi vedi scheda serie
Dopo la recente espansione a livello mondiale, e in un’ottica di crescita continua, Netflix ha deciso di cominciare a produrre serie originali per stati esteri e di renderli disponibili in tutto il mondo. Questa è secondo me una piccola rivoluzione nonché uno dei punti di forza di Netflix. Perché fino a qualche anno fa se volevi esplorare l’estero o ti davi ai lungometraggi oppure c’era ben poco. A parte i dorama asiatici che hanno sempre avuto un nutrito zoccolo duro di fan, specialmente tra il pubblico femminile.
Ecco quindi disponibili Club de Cuervos in Messico, Marseille in Francia e Hibana in Giappone; mentre l’Italia e la Germania hanno rispettivamente in arrivo Suburra e Dark. In tutto ciò 3% rappresenta il Brasile con i suoi 8 episodi.
La trama parla di un universo distopico in cui la maggioranza della popolazione vive nel Continente, un posto povero e miserabile in cui mancano le più basilari delle risorse: cibo, acqua, vestiti ed energia elettrica. Ogni anno tutti i cittadini ventenni hanno la possibilità di partecipare al Processo: una selezione formata da una serie di prove di natura fisica e psicologica che decide chi di loro potrà andare a vivere nella ricca società del Maralto.
Parlando di sensazioni, quelle che 3% ha ispirato a quasi tutti dal trailer è che fosse una specie di episodio di Black Mirror trasposto in serie. A visione conclusa possiamo dire che non è così. Se Black Mirror fa della distopia un mezzo per raccontare il nostro rapporto con la tecnologia, 3% invece prova a raccontare una storia.
Un grande merito di 3% è infatti il suo sapersi creare una precisa identità. Riuscendo ad aprirsi al mondo pur ispirandosi al Brasile, riuscendo quindi a caratterizzarsi. Sempre dalla sua ha una scenografia e dei costumi capace di renderlo iconico. Per quanto, bisogna dirlo, la scenografia risulta castrata da un budget ridotto. Qualcuno lo ha trovato un problema, io invece ho trovato aumentasse il mistero e lo avrei accettato di buon grado anche se fosse stata una scelta stilistica (e non è detto che non lo sia) e non un problema unicamente di budget. 3% riesce a essere formalmente omogeneo e lineare per tutta la sua durata. Ciò si riflette anche nella recitazione, con interpretazioni sempre dosate evitando così che un personaggio prevalga sull’altro, aumentando l’effetto di coralità del cast.
Il format della serie prevede dei test e prove di natura psicologica incorniciati in una storia di più ampio respiro che si dipana nel corso delle puntate. Per quanto riguarda le prove, il loro fascino è quello delle poche regole da aggirare in modo geniale. Sotto questo punto di vista mi ha ricordato il manga Liar Game, pur senza arrivare ai suoi livelli però. La storia vera e propria invece risulta sì interessate ma viene conclusa in modo non soddisfacente, per quanto sia comprensibile dove la scelta voglia andare a parare.
Purtroppo sembra che Netflix non creda molto in questo progetto, o abbia deciso che non valga la pena spendersi troppo nel pubblicizzarlo tant’è che non lo ha neanche doppiato. Affiancandolo di fatto al povero Hibana che ebbe un destino ancora peggiore in fatto di marketing. Per chi fosse interessato ai numeri: il budget stanziato per 3% è stato di quasi 3 milioni di dollari. Per fare un paragone con un'altra serie a cui viene spesso associata, Black Mirror ha avuto un budget di 40 milioni di dollari circa.
P.S.: Sto sperimentando con Youtube, se volete supportarmi in questo esperimento cliccate QUI per vedere il video dedicato a "3%" aiutandomi con un "mi piace", un’iscrizione o anche solo con una visualizzazione e se possibile fatemi sapere cosa ne pensate. Vi ringrazio :)
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