2 stagioni - 20 episodi vedi scheda serie
Inconcludente e confusa celebrazione di un titolo di culto nel genere horror, la prima serie de L'esorcista tradisce ogni più elementare aspettativa, proponendo una noiosa e interminabile "soap opera", per nulla spaventosa.
Inizialmente pensata come un reboot de L'esorcista (William Friedkin, 1973), la prima serie televisiva assume - dall'episodio n. 5 in poi - la configurazione di un confuso sequel, nel quale vengono riproposte alcune scene iconiche assieme ad un paio di personaggi (i due "problematici" esorcisti) ricalcati su analoghi protagonisti del film di Friedkin. Se vincente appare l'idea di riproporre Regan MacNeil (ovviamente invecchiata), assolutamente scarsa è la sceneggiatura della serie che regge sino a metà, per poi scadere in un lungo e inefficace festival dell'approssimazione all'interno del quale trovano posto la love story di padre Thomas, l'approccio violento agli esorcismi dello scomunicato padre Marcus, l'incredibile figura materna (la madre di Reagan), una setta satanica, omicidi rituali e una fila di posseduti incalcolabile.
Questo non è più L'esorcista e con il libro di William Peter Blatty non ha nulla da spartire, così come cancella del tutto l'esistenza dei seguiti (L'esorcista 2 e 3). Diventa un prodotto inseguibile per ogni appassionato di horror in generale e per i cultori de L'esorcista in particolare, dove i vari personaggi agiscono in maniera inverosimile (tipo Angela che tranquillamente sfoglia foto del passato mentre la figlia Casey è sottoposta a dolorosa funzione pseudo religiosa), e il rito dell'esorcismo passa a momento di contorno e di secondario rilievo. Nella lunga durata (10 episodi di circa 42' ciascuno) la prima serie non fa mai paura, esattamente al contrario del capolavoro al quale gli autori vorrebbe riagganciarsi. Poco gore, effetti speciali standard e dialoghi insolitamente contenuti (il turpiloquio della posseduta è in versione addirittura edulcorata rispetto a quello proposto nel film del 1973). La visione, al sottoscritto consigliata dall'incomprensibile sopravvalutazione dell'imdb, si è rivelata sfiancante, soprattutto per tutta la seconda parte che dall'episodio 6 in poi ne fa una delle più sgradevoli e mancate celebrazioni di un capolavoro.
Geena Davis interpreta il personaggio più importante della serie, ma per quanto nulla ci sia da rimproverare sulla sua recitazione, non riesce mai a convincere apparendo figura caricaturale, esattamente come gli altri interpreti. Si tenga anche presente che ogni episodio vanta un budget quantificabile in circa 3.000.000 di dollari, a fronte di un risultato del tutto inferiore alle potenzialità garantite dalla sostanziosa produzione. Se dopo la seconda stagione è stato deciso di chiudere con la serie, se ne comprendono ampiamente le ragioni.
In conclusione si salvano i primi cinque episodi, in particolare quello pilota che eccezionalmente ripropone in chiusura anche il prezioso leit motiv "Tubular Bells" di Mike Oldfield.
"Solo il cristianesimo ha dipinto il diavolo sulla parete del mondo; solo il cristianesimo ha portato il peccato nel mondo."
(Friedrich Nietzsche)
Trailer
F.P. 17/10/2021
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