2 stagioni - 20 episodi vedi scheda serie
Paolo Sorrentino, napoletano classe 1970, si è fatto notare con L’uomo in più e soprattutto con il successivo Le conseguenze dell’amore. La sua fama è divenuta anche internazionale a partire da Il divo, cui segue il film americano e irlandese con Sean Penn This Must Be the Place e la vittoria agli Oscar con La grande bellezza. Dopo Youth con Michael Caine e Harvey Keitel si cimenta in Tv per la prima volta con The Young Pope.
Jude Law, star internazionale di origine inglese, ha lavorato con registi come Sam Mendes, Steven Spielberg, Mike Nichols, Anthony Minghella, Guy Ritchie, Wes Anderson, Martin Scorsese, Steven Soderbergh, Kenneth Branagh, David Cronenberg, Clint Eastwood e Andrew Niccol. Del suo ruolo in The Young Pope e della collaborazione con Sorrentino dice: «Il mio primo istinto è stato cercare di capire la storia del Vaticano e dei Papi, l’effetto che hanno avuto sulla Fede cattolica. C’era una enorme bibliografia da affrontare e mentre la leggevo non avevo però la sensazione che mi stesse aiutando, perché questo Papa è molto particolare e legato al mondo di Sorrentino. E così mi è sembrato che fosse meglio concentrarmi sul creare il personaggio di Lenny Belardo, un uomo che potesse credibilmente diventare papa a 47 anni. Abbiamo stabilito una serie di regole su chi lascia avvicinare e chi tiene a distanza e come gioca la sua partita lasciando che tutti cerchino di capire cos’ha in mente. Ho voluto riporre tutta la mia fiducia nel personaggio così com’è stato concepito in sceneggiatura per arrivare alla rivelazione finale. Ho guardato soprattutto all’infanzia e al passato e come stabiliscono le basi della direzione che prende Belardo.
La mia gestualità è stata influenzata semplicemente dai vestiti: mi chiedevo perché i pontefici tenessero le mani conserte e ho capito che le raccolgono perché non si ha altro posto dove metterle. Per rendere il suo ruolo di potere ho deciso di fare gesti minimi, essenziali.
Non sono un attore che ha un particolare processo, credo che il mio lavoro sia soprattutto di capire cosa vuole il regista, perché è il suo medium. Il regista crea la scena, ma sta all’attore dar vita al personaggio.
Tutti abbiamo contraddizioni, e non ho cercato di capire quelle di Lenny quanto di crederci, perché lui è molte cose ma non è un bugiardo, crede alle cose che dice anche quando sono in apparente contrasto. Questa è stata la mia principale sfida.
Credo che The Young Pope parli di come le persone cambiano e questo lo rende un dramma appassionante».
Silvio Orlando, napoletano come il regista, è uno dei volti più importanti del cinema italiano dagli anni 90 a oggi ma questa è la sua prima collaborazione con Sorrentino: «Mi sono sentito alla fine come la Cristoforetti, reduce dalla missione internazionale nello spazio: tutti mi facevano sentire così, perché non si aspettavano niente dal mio inglese. Sono orgoglioso di aver partecipato a una cosa così bella, nella mia generazione la ricerca della bellezza è stata considerata una cosa quasi volgare, mentre Paolo ha sparigliato le carte e ha cercato la bellezza senza paura degli estetismi».
Diane Keaton, grande attrice americana la cui carriera è stata segnata soprattutto dalla trilogia del Padrino, da Reds di Warren Beatty e dal rapporto con Woody Allen, con cui è stata anche a lungo sposata. Di recente ha recitato per lo più in commedie hollywoodiane e The Young Pope segna invece il suo ritorno a un ruolo più drammatico.
Scott Shepherd, attore americano dalla carriera teatrale a New York e recentemente emerso anche al cinema, dove ha partecipato a Il ponte delle spie, La famiglia Fang e Jason Bourne. The Young Pope è la sua prima serie Tv e la sua prima esperienza europea. Del suo personaggio dice: «Nella mia prima scena dico che il vaticano puzza di incenso e morte e io preferisco l’odore della merda e della vita e per me è stato il punto di partenza nel lavorare sul mio personaggio. Dussolier, a differenza di Lenny, non guarda alla Chiesa nella sua grandezza, la vede come una cosa più umile. C’è una scena in cui i due ragazzi scappano dall’orfanotrofio e Dussolier dice che devono tornare indietro, mentre Lenny dice “ok” e va avanti per la sua strada senza guardarsi dietro: è emblematica del diverso senso di direzione che hanno. Entrambi hanno una fede molto profonda, dei dubbi che li lacerano, ma affrontano le cose in modo molto differente».
Cécile de France, apprezzatissima in Francia, la si ricorda all’estero per L’appartamento spagnolo, Alta tensione, Nemico pubblico n. 1, Hereafter e Il ragazzo con la bicicletta. Di The Young Pope racconta: «Ho dovuto lavorare molto sull’inglese, ma mi sento molto fortunata e orgogliosa di essere in questa serie. Paolo è uno dei migliori registi al mondo, sono una grande fan della Grande bellezza e lui apprezza davvero il lavoro degli attori… È stato molto inventivo, ispirato da ogni accessorio e ci ha sfidato a portare qualcosa di divertente anche nelle scene drammatiche».
Javier Cámara, spagnolo classe 1967, ha partecipato in patria a diverse serie Tv. Il film che gli dà fama internazionale è Parla con lei, cui seguono La mala educación, Paris, je t’aime, Il destino di un guerriero – Alatriste. Più recentemente si è fatto di nuovo notare con la commedia Truman – un vero amico è per sempre. La serie The Young Pope è la sua prima esperienza italiana e in lingua inglese: «Ho lavorato inventando di giorno in giorno il mio italiano, francese e inglese senza saperli parlare: credo di essere il primo miracolo di The Young Pope!»
Ludivine Sagnier, con Gocce d’acqua su pietre roventi inizia una fortunata collaborazione con François Ozon che continua fino a Swimming Pool. La si ritrova poi nel dittico Nemico pubblico n. 1 e nel polar La résistance de l’air. In The Young Pope lavora per la prima volta a in Italia: «Sorella Mary dice che il Vaticano è pieno di anime perse che non hanno vissuto ed Ester è una di loro, non direi che è un’integralista ma ha un modo tradizionale di vedere le cose e la Fede. Si identifica con Lenny perché sente di non essere degna di avere un figlio e vive un profondo senso di colpa. Ho un passato di profonda fede religiosa e so cosa significa essere una fervente credente, è una cosa che non ho mai potuto esplorare finora come attrice ed è stata una grande opportunità».
James Cromwell, attore losangelino ha una lunga carriera teatrale oltre che di piccoli ruoli in Tv e da caratterista cinematografico. Al cinema ottiene visibilità soprattutto grazie a Babe – maialino coraggioso e al ruolo di villain in L.A. Confidential. In Tv inizia a partecipare più cospicuamente a varie serie con Six Feet Under, Angels in America, American Horror Story, Boardwalk Empire, Halt and Catch Fire fino a The Young Pope.