5 stagioni - 35 episodi vedi scheda serie
(mostri) americani e (capitalisti) russi
Si ritorna a Hawkins, nel pieno degli anni 80. E si riallacciano i fili tematici lasciati in sospeso; il “coming of age” si fa più accentuato: i ragazzi sono cresciuti e gli amori sbocciano o si consolidano. Le tenute, i luoghi e le atmosfere si amalgamano di quelle fatue e “utopistiche” realtà eighties (amicizie che non dureranno per sempre, passioni purissime e…Bryan Adams da ascoltare in cameretta). Una Shangri-La, per gli spettatori orfani (ormai) del fatal decennio. Tutto americano, of course (loro Bryan Adams, Huey & the News and co., noi l’onda lunga di Baglioni e l’ascesa di Ramazzotti: a ciascuno il suo) e pertanto esportato (non freneticamente come oggi ma comunque efficacemente) a livello globale.
Il “mostro” capitalista consolida quindi le sue basi: i grandi centri commerciali scalzano i piccoli negozietti, il “junk food” impera. Si iniziò da qui:la fine di un mondo, l’avvio di un altro;
e si finì nella diffusione irreversibile del non-luogo per eccellenza
Una rivisitazione - apparentemente idilliaca – innestata nel racconto della (consueta) minaccia del sottosopra; le ombre della guerra fredda e la percezione di cambiamenti incombenti. Gli autori (la metà degli 8 episodi sono scritti dagli ideatori Duffer Brothers) per scongiurare la sensazione di deja vu scelgono – saggiamente – un’introduzione stuzzicante: un gruppo di russi – avanguardia della democrazia autoritario-capitalista d’esportazione (più cinese che post sovietica) odierna.- si installano nel cuore “sottosopra d’America e tramano per accedere nel portale faticosamente richiuso al termine della 2^ stagione.
Questa (la sovietizzazione - non miliusiana - d’america..o viceversa) rimane la novità di stagione maggiormente degna di nota, i cui sviluppi (lo scienziato “reazionario” Alexei, le schermaglie da “guerra dei sessi” tra Hopper e Joyce, il coinvolgimento del bizzarro Murray) permettono di intervallare le peripezie dei ragazzi – forse mai come in questa stagione novelli Goonies - alle prese con il Mind Flyer: avventure sicuramente ben ritmate ed efficacemente rese ma che spesso fanno suonare nello spettatore – almeno per quanto mi riguarda – un campanello d’allarme circa la (piacevole senz’altro) ripetitività delle situazioni mostrate. E non sempre l’effetto nostalgia anni 80 riesce a coprire tale sensazione, latente quasi in ogni episodio.
Ma bisogna infine ammettere che il progetto regge ancora bene e, grazie a tutti gli interpreti – ormai affiatati - la tenuta dell’intera annata (presa nel suo insieme, cliffhanger finale compreso) è comunque garantita.
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