6 stagioni - 78 episodi vedi scheda serie
TFF 2013 - BIG BANG TV
Si puo' pensare alla tv e alla sua narrazione distesa, controllata, lineare e adattabile per ogni esigenza, carattere e propensione del vasto ed eterogeneo pubblico che possa decretarne (o meno) il successo , mantenendo uno stile potente che ricorda e profuma di grande cinema e memorabili interpretazioni? Con David Fincher alla regia, tutto cio' e' possibile. Intrighi di potere nel castello di carte della Casa Bianca, dove seguiamo un apparentemente "trombato" politico democratico al Congresso, farsi astutamente strada fino a riuscire a sbaragliare l'avversario eletto al suo posto e divenire il nuovo potentissimo Segretario di Stato della più consolidata democrazia esistente. Di pari passo con le astute mosse da scacchista scaltro e praparato a saper colpire l'avversario quando questi tende ad allentare le difese e a rilassarsi, seguiamo altresi' le giornate concitate della miglior sposa che possa tener testa all'ambizione di Francis Underwood (questo il suo nome): una Claire parimenti cinica, che si nasconde dietro allo scialle inattaccabile della leader di associazioni benefiche, senza porsi il minimo scrupolo di licenzare buona parte dei dipendenti che ne fanno parte, quando capisce che i fondi vanno distolti per altri e ben meno solidaristici scopi. Kevin Spacey giganteggia e parla direttamente col suo pubblico, gattone esilarante cosi' simpatico che ci dimentichiamo della sua pochezza morale. Il suo sguardo intenso e porcino ci seduce, strizzando l'occhio alla camera per farci capire quanto egli sia astuto, previdente e abile a capire gli umani recessi della mente; inoltre, da bravo ed instancabile calcolatore, ci dimostra, come fosse un teorema scolastico da risolvere alla lavagna, il fatto che un politico di razza come lui debba saper incassare, sopportare anche momenti bui ed ingloriosi, riorendendo pero' le forze per attaccare al momento giusto. Ecco al festival i due appassionanti episodi pilota di una produziine seriale che potra' appassionare, nei quali emerge pure una Robin Wright diabolicamente cinica e spietata che ricorda le celebri avvenenti cattive texane del serial Dallas.
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