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Gomorra - La serie

5 stagioni - 58 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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GIMON 82

GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gomorra - La serie

di GIMON 82
10 stelle

E' la prima volta in assoluto che dedico uno "spazio" personale ad una serie televisiva,non essendo fruitore accanito di serial,(anzi) ma "Gomorra la serie" rappresenta piu' di una semplice eccezione.E' un "cinema" in piccolo formato,degno rappresentante del ventre "storico" di una Napoli piagata dal dramma della camorra.

Suddiviso in 12 puntate, narra le vicende del clan Savastano e della guerra scatenata contro lo "scissionista" o "spagnolo" Salvatore Conte, fatti che  prendono spunto dalle pagine del best-sellers omonimo di Roberto Saviano.

E' un partenopeo plumbeo quello di questo serial,che nonostante la forte impronta etnologica rimane ancorato ad un livello narrativo facilmente esportabile all'estero.

Il motivo risiede nel percorso criminale dei vari personaggi,da don Pietro Savastano alla moglie Imma sino al "rampollo" Genny e il boss Salvatore Conte , finendo per il "deus ex machina" della serie,ovvero "l'highlander" Ciro Di Marzio.

Figure condannate gia' a priori sin dall'incipit,articolate secondo sovrastrutture che nonostante gli stereotipi di accentuata "napoletanita' " sono maschere tragiche,tratteggiate con estremo realismo dai registi Stefano Sollima,Claudio Cupellini e Francesca Comencini.

 

Inevitabile è una "full immersion" nel  crimine come sorta di "religione",inquadrando con impressionante aderenza dettagli che fanno parte dell'universo decadente e anche un po "kitsch" dei boss camorristi.Emblematici sono i minuziosi dettagli che compongono gli appartamenti pacchiani e consumistici dei capiclan,un edonismo sfrontato come segno tangibile di un potere malefico.Don Pietro appare nelle prime puntate come una figura chiave,reggente del clan che padroneggia in citta', riecheggiano in lui echi del Ben Gazzara di Tornatore.Un tipico boss vecchio stampo che non trascura le sirene del "modernismo" imprenditoriale,attorno ai fedelissimi di Don Pietro si scatena un meccanismo delatorio per cui il boss viene venduto alla polizia e rinchiuso in carcere.

Ed è a questo punto che il serial incrocia colpi di scena e sviluppi caratteriali dei personaggi,una "metamorfosi" che avvolge chiunque nelle spire di un ambizione al potere che trasforma "casalinghe" annoiate in imprenditrici del crimine o bamboccioni viziati in killer spietati e tormentati .

"Gomorra la serie" rasenta cosi' un punto di non ritorno tra le serie televisive italiane,un vero "caso" verrebbe da dire,  elevatosi oltre lo standard dei "serial" edulcorati e imbellettati di casa nostra.

Sollima,Cupellini e la Comencini compongono un affresco criminale straordinario,una saga familiare che diviene epos tragico,segnato da sete di potere e fiumi di piombo,un meccanismo ad azione serrata,disegnata secondo i canoni d'un cinema all'americana molto duro e d'impatto.

Colpisce molto la bravura degli attori,sicuramente poco conosciuti dal grande pubblico ma credibilissimi in dei ruoli coraggiosi,da Fortunato Cerlino a Maria Pia Calzone ovvero Don Pietro e donna Imma,sino a Salvatore Esposito (Genny Savastano) e il bravissimo Marco D'amore (Ciro Di Marzio).

 

Personaggi che riempiono lo schermo e a cui si contrappone il grottesco e vanesio boss Salvatore Conte,interpetato dall'impressionante Marco Palvetti.E' interessante la cura registica verso i personaggi,Sollima,Cupellini e la Comencini curano difatti per ogni puntata un "loro" attore.Una suddivisone di compiti che non appare frammentaria,ma diviene interessante nel creare una miscela di sensazionali colpi di scena che incollano lo spettatore alla poltrona.

Ogni regista gode difatti di un "marchio" tangibile di riconoscenza,con Sollima che affonda nello stile "noir" e il   cinema di genere piu' puro,Cupellini con uno sguardo piu' "antropologico",legato strettamente al territorio napoletano col degrado nelle vele di Scampia,ed infine la Comencini che "abbassa" di piu' lo sguardo virando verso una sensilibilita' piu' femminile legata al personaggio di donna Imma.

Colpisce molto questo serial,sopratutto per la maniacale cura di ambienti,personaggi,luoghi e situazioni,facce periferiche che si addizionano ad uno scempio urbano e sopratutto umano.

Le pagine di Saviano sono qui riportate molto fedelmente,senza tralasciare  una certa dose di spettacolarizzazione che non guasta mai,enfatizzando e portando al parossismo figure come quella di Salvatore Conte, boss religiosissimo e legato a doppio filo alla madre  che comunque non esita nell'uccidere a sangue freddo un adolescente.

 

 

Frammenti di una Napoli purtroppo conosciuta in tutto il mondo,che qui diviene materia frangibile ed esportabile,in un serial che è molto di piu' di "semplice televisione",ma puro cinema,intensificato da dialoghi e frasari che sono gia' nell'immaginario collettivo,tramutati in parodie per gli appassionati di Youtube.

La "Gomorra" odierna si differenzia da quella di Matteo Garrone,molto piu' iperrealista e "sporca" quella del regista romano,la "Gomorra...." televisiva gode di un taglio piu' "spettacolare" adatto al grande pubblico,quasi un "americanata" esportata nel  sud Italia.

Riesce a convincere ed incidere questo "serial",nei meccanismi sanguinosi di  potenti clan che col passare delle puntate si andranno dissestando e sgretolando fino al colpo di scena finale, un vero e proprio"botto" che ci lancia nella spasmodica attesa per l'uscita della prossima serie.......

Semplicemente imperdibile...... 

 

 

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