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True Detective

4 stagioni - 35 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2024-2024
  • 6 episodi

L'autore

John_Nada1975

John_Nada1975

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su True Detective

di John_Nada1975
2 stelle

Altro fulgido esempio di quanto sia oggi impossibile per lo spettatore poter semplicemente vedere una serie poliziesca e di indagine che non sia divenuta solo una scusa, o al meglio uno sfondo, per veicolare invece il solito menù fisso della narrativa di intrattenimento americana volta a ''condizionare le masse" senza che esse possibilmente se ne possano neppure rendere conto. Qui non manca proprio nulla a cominciare dall'architrave che è ovviamente la condizione femminile sempre maltrattata dal maschio etero bianco bastardo sciovinista e sopraffattore domestico, assassino di genitori in fieri, o al meglio psicopatico inetto e imbelle, amoroso filiaco, come nel personaggio del vicesceriffo interpretato da John Hawkes

Data l'ambientazione nella gelida Alaska(ovvi e scontati i riferimenti citazionistici per un pò di luce d'emergenza rossa a "La Cosa", e per il medesimo presupposto a "30 giorni di buio" e tanti altri titoli di coeva ambientazione) e in una cittadina abitata da nativi indiani della regione, che rimane nel picco della sua stagione invernale per un mese all'oscurità senza nemmeno un'ora di sole, e con vicino una compagnia mineraria che sfrutta le risorse traviando l'ambiente naturale circostante, e rilasciando silentemente pericolosissime sostanze tossiche, con complicità e coperture ai massimi livelli governativi.

Non può mancare il solito anche lì ormai da "cura Ludovico", l'argomento dogma contemporaneo del riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci, transizione climatica, sfruttamento rapace delle risorse e blablablabla andando di cotanta "inskippabile" come si direbbe oggi, barba. 

Essendoci gli indiani, perdipiù comunità di donne, figuriamoci se Pizzolatto e Cary Joji Fukunaga(sempre più ormai ridimensionabili e al cinema hanno praticamente sempre toppato tranne per uno degli ultimi 007-come dire quasi impossibile fallire-, tanto che il timone della sceneggiatura di questa serie è ormai di una donna attivista femminista, come si conviene in questi tempi di intruppamenti con l'elmetto calcato in testa) potevano farsi mancare un virulento e sempre presente in ogni episodio, discorso sulle minoranze discriminate? Cerrrrrto che no.

Talmente anzi rese lo scopo unico e principale della serie, da essere pure le "dominus ex-machina" dell'intero intreccio giallo e alla "10 piccoli indiani" da cui si dipartiva il primo episodio. Le assassine vere insomma, ma solo ovviamente per giustizia e supremo gesto morale e di vendetta riparatoria quindi pure se tecnicamente pluriassassine non punite in alcun modo anzi plaudite, alle spese degli omaccioni ricercatori di una base scientifica nel deserto di ghiaccio, ai pressi della cittadina. 

Uomini e invero anche insigni e titolati accademici, studiosi, ma pur sempre numerosi e rudi, da anni rotti ad ogni tipo di dura esperienza in un ambiente così isolato e inospitale, però anche pronti a farsi tutti assieme e numerosi sopraffare come in un cartone dei Puffi da Gargamella, dalla combriccola armata di donne indiane giovani e meno giovani incazzose. In una sequenza finale di "presa della Bastiglia'' che vorrebbe essere un momento "alto" pre-finale della serie e di episodio, dunque di massima catarsi e pathos nel disvelamento dell'enigma, e che invece risulta invero solo ridicolo al pari di Fantozzi e degli altri colleghi dell'ufficio quandi vanno all'assalto paramilitare del piano del Megadirettore galattico.

Jodie Foster invecchiata ahimè purtroppo malissimo, sarà sempre una bravissima attrice, ma come detto molto invecchiata e persino ingobbita, ricorda sempre più una versione "sceriffa" di Sandra Mondaini. La co-protagonista è una poliziotta nera e con sangue anch'ella nativo-americano, che miracolosamente incarna in una sola persona praticamente tutto quello che è il pantheon da obbligatoriamente rappresentare delle minoranze discriminate e oppresse di oggi, secondo i miliardari delle multinazionali ormai dietro a queste creazioni "di distrazione". Non è lesbica però, e pur facendo e comportandosi come uomo durante le sue "robuste" relazioni e rapporti sessuali-come da dimostrazione con il suo amante bianco e barista, forse uno dei due o meno personaggi maschili vagamente accettabili, nella intera serie-; non è però un grande sforzo per lei fare l'uomo, essendo questa interprete semi-esordiente una nera campionessa niente meno che di boxe femminile, e sensuale, delicata, esile come un Ving Rhames con acconciatura femminile, due piercing alle guance, e rossetto sulle labbra. Anzi forse in verità, Ving Rhames ha un che di più dolce e aggraziato di ella, sul suo viso. 

Per ritornare al nostro mitico ragioniere si potrebbe se non per questo quando concludere senza bisogno di essere volgari con il grido "una boiata pazzesca", al riguardo di questo punto bassissimo del "franchise" di "True Detective", che ben con diversi intenti anzi "scorretti" e non irriggimentati era iniziata dieci anni fa, invero andando sempre e solo a calare nelle due serie successive e autoconclusive.

Altrettanto ovviamente e per gli stessi motivi da me elencati fin dal principio di questa mia, sarà osannata e portata ai sette cieli dalle solite penne spermatiche per questo genere di operazioni, che li chiamano ad adunata come in tutte queste occasioni per guadagnarsi la pagnotta.

 

John Nada

 

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