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True Detective

4 stagioni - 35 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2014-2014
  • 9 episodi

L'autore

bradipo68

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La recensione su True Detective

di bradipo68
9 stelle

Paese d'origine : USA
Distribuzione : HBO
Episodi: 8 da 60 minuti cadauno

Le vite dei detective Rust Cohle e Marty Hart nella zona delle paludi della Louisiana si intrecciano dal 1995 al 2012 per la caccia a un sadico serial killer rituale che non erano riusciti a catturare nel periodo in cui avevano lavorato assieme. Poi i casi della vita si erano frapposti, scelte sbagliate, Rust che si dimette dalla polizia e Marty che l'abbandona anni dopo per fare l'investigatore privato.Nel 2012 i due si ritrovano per dare la caccia all'assassino: Rust ha continuato a raccogliere indizi in preda a una sorta di ansia compulsiva, Marty li deve rielaborare e riordinare.
Il cerchio attorno al serial killer si stringe....
Poche chiacchiere: True Detective è l'evento televisivo di questo inizio 2014.
Personalmente non amo molto le serie statunitensi, il loro modo di essere fabbricate in serie con tutte le furbizie del caso, la loro volontà di essere comunque rassicuranti nonostante tutto.
E non ho una particolare passione nemmeno per le serie targate HBO, forse l'unico tra i network americani che se ne frega ( relativamente ) del grosso pubblico in favore di un seguito più di nicchia, preferendo gli aficionados stile setta carbonara al volgo, alla plebe fruitrice della normale serie televisiva.

Non le amo particolarmente perché pur essendo e di molto superiori alla media americana , hanno sempre quell'aria da fighette, da prime della classe, sembra che a ogni episodio ti ripetano:" Ehi! Noi siamo una serie HBO, mica la spazzatura che ti fornisce la normale tv americana via cavo!!!".
Ecco perchè nel campo televisivo preferisco rifugiarmi nella vecchia Europa.
Con True Detective però è diverso: pur essendo una serie americana fino al midollo che gioca apertamente con gli stereotipi della cultura americana sudista ( i bifolchi redneck di cui pullula letteralmente la narrazione, le paludi vere della Louisiana e quelle metaforiche in cui si trovano i protagonisti, i grandi spazi che comunque hanno una capacità quasi unica di opprimere con il loro incombere costantemente, la tradizione del buddy movie però declinata in modo alquanto personale) è un qualcosa che ha un aspetto quasi europeo perché ha un'identità stilistica ben precisa, un look costante per tutte le 8 puntate che compongono la prima stagione.
E questo perché il team è unico, cosa rara da reperire al di là dell'Oceano in cui tutto è talmente 

industrializzato che sembra uscire tutto da un'impersonale catena di montaggio: parliamo di un unico regista per tutti gli episodi (Cary Joji Fukunaga, talento preso in prestito dal cinema), di un unico sceneggiatore ( Nic Pizzolatto che ha creato la serie), di due protagonisti che si mettono in gioco anche economicamente come produttori esecutivi assieme al regista e al creatore della serie.
True Detective è un unicum, un'entità indivisibile che se ne frega delle tecniche classiche dei serial per catturare più spettatori possibili: spesso e anche a sproposito si parla di prodotti televisivi dalla qualità cinematografica. Ecco , questa serie lo è.
Sembra un film che dura quasi 8 ore.
E questo è dovuto anche alla scelta di non infarcire la sceneggiatura di sottotrame accessorie, di personaggi usa e getta o di un numero esorbitate di avvenimenti.
In True Detective succede ben poca roba ma quello che succede lascia fottutamente il segno, lo incide quasi a sangue nel cuore e negli occhi dello spettatore.

Mentre divoravo gli episodi, perché non li ho visti , me ne sono nutrito avidamente, ho pensato più volte a quale fosse la carta vincente di questa serie, perché mi aveva così avvinghiato senza possibilità di fuga per vedere una puntata dietro l'altra.
Una spiegazione razionale non sono riuscita a darmela  ma forse qualche input riesco a fornirlo.
Per prima cosa l'alchimia che si sviluppa tra i due protagonisti Rust e Marty: non amici, al massimo colleghi, anche nemici, le due facce putride di una stessa medaglia.
Il primo ( McConaughey) è un disadattato che vive in una casa senza mobili, con un matrimonio alle spalle e un grave lutto non ancora superato, ha fatto quattro anni alla narcotici sotto copertura ed è pure un mezzo tossico , bisognoso di terapie molto particolari che gli donano quello "shining" che gli permette di vedere oltre le cose, di essere uno dei detective più bravi in circolazione e di essere quello decisamente migliore nel far confessare crimini agli indiziati con la sua capacità di identificazione totale in loro.

Il secondo ( Harrelson) è il classico poliziottucolo di provincia, una specie di agnostico santommaso che le cose non le vede fino a quando non ci sbatte il naso. Ha una bella casa, una bella moglie, due bellissime bambine, ha tutto insomma ma per lui l'erba del vicino è sempre più verde, quindi tradisce la moglie continuamente accorgendosi di quanto lei sia importante per lui , solo quando lo lascia da solo a rimuginare sulle sue malefatte.
Due poliziotti così male assortiti è difficile trovarli, eppure tra di loro c'è quell'alchimia che li rende una coppia vincente sullo schermo: non tanto per le indagini perchè ci mettono 17 anni a risolvere un caso, ma , come si suol dire, meglio tardi che mai, no?
Altro fattore che contribuisce a renderla un qualcosa di unico è l'ambientazione in una provincia umidiccia e fatiscente sottolineata da una fotografia che privilegia i colori spenti, metallici quasi, insomma qualcosa che sembra che sia lontano anni luce dal concetto di vita e di colore.

Da sottolineare anche il livello recitativo di tutti gli attori , dai principali, ma non avevamo dubbi, all'ultimo dei comprimari , tutti con le facce giuste nel posto giusto e al momento giusto.
E anche la bellissima colonna sonora fa la sua porca figura.
Eppure anche dicendo tutto questo , ancora non basta, non riesco a spiegare perché True Detective è assolutamente da vedere.
Allora vi posso convincere dicendo che questa serie ha il passo lungo della vita reale, tutto accade quasi in slow motion, dando il tempo allo spettatore di viverlo sulla propria pelle ed elaborarlo.
Vi posso dire anche che non usa i vari trucchi che usano tutte le consorelle televisive, cioè cercare di tenere in sospeso il colpo di scena tra un episodio e l'altro.
No, le 8 puntate sono le tessere che vanno a ricomporre un mosaico , momenti diversi nel corso degli anni che si vanno a incastrare tra di loro.
E poi c'è il dolore : si lascia ogni speranza appena si entra in questa Louisiana che sembra un incubo alla mescalina.
Si beve, cazzo quanto si beve in queste otto puntate, ci si ubriaca e ci droga pure e si fa tutto per dimenticare quel dolore sottile e lancinante che accompagna Rust e Marty.
Dolore di origine diversa ma qualcosa che fa sempre male.
Molto più dei cazzotti presi, delle coltellate o delle accettate.
Forse la luce si comincerà a vedere, forse vincerà.
O forse quella luce è un riflesso fasullo che giace sul fondo dell'ennesimo bicchiere di pessimo bourbon mandato giù, nella gola riarsa.

 

PERCHE' SI : è l'evento televisivo dell'anno. Serve altro?

PERCHE' NO :  astenersi fanatici del ritmo della normale serie televisiva.

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