1 stagioni - 4 episodi vedi scheda serie
Hold On. Not Yet.
* * * * ¼
Variazione sul tema : la pistola di Cechov.
Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.
Stende una coperta di lana sul tappeto di foglie nel mezzo di un bosco ammantato d'autunno del Maine, tira ed allunga l'antenna di una vecchia radio portatile multibanda della Sony a transistor, l'accende e becca subito Mozart. Leopold Mozart. Mozart Padre; poi, prende un fagotto dalla borsa di pelle marrone che ha portato con sé assieme alle altre cose essenziali, svolge lo strofinaccio che contiene il pesante revolver e ne fa scattare all'infuori di lato il tamburo.
Nel quale inserisce una sola cartuccia, posizionando il bossolo-proiettile nell'apposito casuale foro della camera cilindrica, e una volta incapsulata la munizione lo richiude facendolo scattare nel suo alloggio solidale all'intelaiatura dell'arma, con cura, attenzione e precisione, a ore 12:00.
Uno scatto secco, ma dolce.
Clic.
Sospira e alza la testa volgendo lo sguardo al cielo : le chiome spoglie degli alberi mosse da una brezza leggera e illuminate dal sole radente, la coppa di lanugine di un nido a fiaschetto abbandonato fino alla prossima stagione dagli uccelli tessitori proprietari volati a sud, le rosse gemme degli aceri già pronte per la primavera e il disgelo.
La pistola ancora in pugno, alza il cane spingendolo in basso col pollice tirandolo a sé.
Uno scatto secco, e dolce.
Clic.
E persino il motivetto meno minaccioso sopravviverà varie generazioni più di te. C'è un piacere anche nel sapere questo.
Richard Powers - Orfeo - 2014 ( trad. di G. Granato, 2014, Mondadori )
Eccolo, per esteso, quello sprazzo di intollerabile primavera a venire - l'imago di una vita in disavanzo - che ne avrebbe consolato, accompagnato e favorito la fine, forse, se dal bosco non avessero fatto la loro comparsa i padroni di quella selva semiaddomesticata e circondata dalla civiltà, i despoti depositari assoluti di tutte le fiabe e le favole che diventeranno le loro storie future vissute. E finché ce n'è, anche la tua, Olive, come no.
Concerto per Tromba ( e corni e archi ) in Re Maggiore [ I. Andante (00'00''-05'11'') - II. Allegro Moderato 05'13-10'50'') ] - Leopold Mozart (1762)
Tromba : Niklas Eklund
Da 05'13'' [ 1080p ] :
https://www.youtube.com/watch?v=vWMRRfNnErI
Qui invece solo l'effettivo secondo movimento, l'Allegro Moderato, poi utilizzato nel prologo e nel pre-epilogo :
https://www.youtube.com/watch?v=--X6-5mn8w8 [ 720p ]
Credevo che avrei avuto dei nipotini, che avrebbero remato anche loro lungo il fiume. Ma mio nipote sta crescendo a New York. Immagino che sia così che va il mondo. Però fa male. Avere il proprio DNA disperso al vento, come un dente di leone.Elizabeth Strout - "Fiume", in : Olive Kitteridge - 2008 ( trad. di S. Castoldi, 2009, Fazi Editore )
Lo scarto temporale è il padrone assoluto che rigoverna e riassetta il fremere dei giorni.
25 anni prima ←↔⇔↔→ Adesso è autunno, un novembre di molti anni dopo.
E mentre il tempo fluisce e si aggroviglia attorno ai ricordi felici e ai rimpianti furibondi, una donna un po' robusta e anziana cammina in un bosco nel pomeriggio.
Cammina, fino a quando decide che lì dov'è giunta finora può anche andar bene.
Save us from shotguns & fathers' suicides.
John Berryman - “ Dream Song n. 235 ”, da : “ His Toy, His Dream, His Rest ” - 1968
Il dark side of the moon, il feeling blue di “Olive Kitteridge” è presto detto e non celato : a suo modo rientra in quel complesso sottoinsieme di opere ( limitandoci alla serialità u.s.a. : Breaking Bad, Mad Men, BoardWalk Empire, Game of Thrones, Boss, Six Feet Under, Weeds, the Sopranos...) che analizzano e scandagliano il fenomeno psico-sociale dei genitori che divorano i figli. Detto in modo più ampio, chi divora ( e fa del male, in/consapevolmente e/o colposamente, a ) ciò che ama. Chi non solo ugolinescamente fagocita i propri figli e le persone amate sbranandone l'esistenze nutrendosene per sopravvivere alle proprie debolezze, ma lo fa con la scusa e l'aggravante del classico complesso dell'assenza ( più acuta presenza ) del Padre ( e della Madre ), il rimosso u.s.a. ( e cosmopolita ) per eccellenza ( per rimanere alla contemporaneità statunitense degli anni '90-'00-'10 : "Affliction", "About Schmidt"-"Nebraska", "the Straight Story"...).
E intanto quel dannato cielo azzurro cosparso di nuvolette bianche non accenna a levarsi di torno, s'infila in ogni inquadratura : fa da sipario infinito all'iperbolico paesaggio, ne contrappunta la prospettiva ingigantendo la scala e ridimensionando le tragedie e le commedie degli esseri umani : eccolo che si riflette in ogni vetrina e finestra ove si (s)volge lo sguardo stornandolo dagl'inciampi dei marciapiede e dei vialetti di casa dove nel frattempo mentre non stavate guardando - a che cosa pensavate ? - la vita vi scorreva addosso, riverbera in barbagli baluginanti tra gli ultimi accumuli di neve, s'insinua tarlando di accecante bellezza ogni accadimento da predellino e da uscio...
Sinossi.
La vita dei coniugi Olive - insegnante di matematica in pensione ( Frances McDormand, al solito defilatamente monumentale ) - ed Henry Kitteridge - farmacista la cui attività è stata rilevata da una catena di negozi ( Richard Jenkins : chi ha amato la sua mastodontica prestazione in Six Feet Under nei panni del capofamiglia semi-''revenant'' Nathaniel Fisher, qui troverà pane per i propri denti ) -, del loro figlio Christopher - medico podologo ( John Gallagher Jr. ( the NewsRoom ) ), sposato da prima con una bionda proctologa poi convivente con una donna ( Audrey Marie Anderson ) già madre di due figli nati ognuno da una relazione precedente-, e dei loro amori, e amici, e di tutta una serie di personaggi a loro legati, nel corso di un quarto di secolo nella provincia statunitense ( la Storia vi rientra solo di sguincio, la Cronaca Sociale ne permea ogni anfratto : su quanto l'una influenzi l'altra e viceversa è lecito interrogarsi e l'opera non fa che registrare e restituire questa condizione umana ) : Crosby, Maine.
Nella vita di Olive tracciano il loro percorso Jim O'Casey ( Peter Mullan, di conformabile granito e basalto ) e Jack Kennison ( Bill Murray, adorabile, inclassificabile benpensante ), in quella di Henry compare Denise ( Zoe Kazan ), una rediviva Lolita ritornante anch'essa ( ma per l'appunto : sopravvissuta, svedovata, ri-maritata e viva ) da una propria Alaska ideale della dimenticanza e del malcontento ( due traumi ben diversi ), quest'ultimo incarnato dal secondo marito ( Jesse Plemons : l'infernale diavolo autistico, il carceriere-torturatore opie di Breaking Bad ).
Una parte importante la svolgeranno Kevin Coulson ( Corey Michael Smith ) - che recuperò dal mare Patty Howe ( Rachel Brosnahan ) - e sua madre Rachel ( Rosemarie DeWitt ), la pianista Angela O'Meara ( Martha Wainwright ), e tutti i fantasmi in vita che dalle pagine bidimensionali del romanzo ( la multidimensionalità della nostra immaginazione : il Nostro Film Perfetto ) non sono riusciti a trapelare attraverso lo specchio della traslazione cinematografica : ma lì sono, in secondo piano, se guardi bene puoi scorgerli, e riconoscerli, e puoi persino provare a fare loro un cenno con la mano, e stare a vedere se magari se ne accorgono, individuandoti tra la folla di lettori catapultati spettatori e, ricordandosi di quando tu ne reimmaginasti le loro vite, sorprendendoti te lo restituiscono, in risposta, il saluto.
...impara la lezione da queste foglie d'autunno :
non sprecano tempo ad aspettare la neve...
Leonard Cohen - “ the Smokey Life “, da : “ Recent Songs “ - 1979
Olive Kitteridge, ovvero : tutto quello che Stephen King non ha mai avuto il coraggio di raccontarvi sul Maine [ lo stato più povero - secondo svariati parametri - del ricco New England : e questo né Strout né Anderson lo esplicitano mai chiaramente ( mentre è chiaro che i coniugi Kitteridge appartengono alla middle class grazie alla rendita di un buon affare immobiliare ), ma per approcciarsi ad un'opera d'arte qualcosa bisogna pur saperla in partenza : Maine o Friuli ].
" Solitary, poor, nasty, brutish, and short " ( Solitaria, povera, pericolosa/sgradevole, brutale, e breve ) : Olive Kitteridge è qui per stornare almeno un termine - il primo - da questa sentenza sull'esistenza umana emessa da Thomas Hobbes nel suo “ Leviathan, or : the Matter, Forme and Power of a Common Wealth Ecclesiastical and Civil ”.
Hold On (Life). Olive Kitteridge : vitali tumuli di umanità eretti sulla scogliera di Spoon River.
Ciò che tiene in vita Olive, a questo punto della sua moderatamente travagliata vita, oltre al picco costante di lieve egoismo, è il fatto che continua ad innamorarsi, non solo di altre persone, ma della vita stessa: guardala come tiene duro!
Innanzitutto, quando avrà voglia di alzarsi, per prima cosa bisognerà mettere i tulipani recisi nell'acqua.
Not Yet (Dark). Non ancora, però. No, non ancora.
Per ''saperne di più'' riguardo a questa bella mini-serie --- e in parte anche alla splendida raccolta di racconti in forma di romanzo pubblicata nel 2008 da Elizabeth Strout dalla quale è stata tratta [ una scrittura composta da una resistente e taciturna reticenza a dire tutto e oltre, e dalla libertà autoimpostasi di non rimanere legata all'essenziale, ma di sconfinare - alla pari di autori ( nord-americani ) come Harold Brodkey, Richard Yates, John Cheever, Raimond Carver e Alice Munro - nell'elusività dell'allusione, del para-circostanziale, del secondario, cristallizzata e suddivisa in 13 ballate autoconclusive e compartimentate ma collegate e permeabili fuse in un'unica ''antologia di caratteri'' : Frances McDormand si è assicurata l'opzione sui diritti e ha poi proposto e passato il progetto a HBO, impersonando infine la protagonista con un'aderenza viscerale ( e con Richard Jenkins, Peter Mullan, Bill Murray, John Gallagher Jr., Rosemarie DeWitt, Zoe Kazan, Jesse Plemons, Martha Wainwright, Audrey Marie Anderson, Rachel Brosnahan, etc... forma un pregevole, prezioso, formidabile cast, a tratti letteralmente strepitoso ), Jane Anderson ne ha curato magnificamente l'adattamento e steso la sceneggiatura, Lisa Cholodenko s'è occupata della messa in scena dirigendo con controllata inventiva, mentre la fotografia ( umbratile e macchiaiola ma limpida ) è opera di Frederick Elmes e le musiche originali sono state scritte, orchestrate e condotte da Carter Burwell giocando di minimalismo e sottrazione ] --- si possono cliccare i permalink qui sotto che rimandano alle due parti in cui ho suddiviso un lungo post dedicatole.
Guardala, come vuole vivere, guarda come tiene duro.
Post sugli episodi 1 e 2 : Hold On
Il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo.
Post sugli episodi 3 e 4 : Not Yet
L'aggressiva, terribile, sconcertante bellezza della vita.
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Ultimi commenti Segui questa conversazione
carissimo mi riservo di leggere la tua bella recensione quando avrò finito la visione della miniserie. a ben presto
Ciao Luca, sono abbastanza ignorante del maggico mondo sky ma se come penso è data la possibilità di vedersela in originale, cerca di godertela a questo modo ( a parte certi momenti, non è nemmeno tanto ''parlata'', e i sottotitoli - così come le espressioni dei volti - si seguono bene ). Magari già lo fai, e come al solito parlo per niente ;-) Fammi sapere cosa ne pensi, a presto.
Leggere questo percorso dopo aver visto il film per intero è spettacolare.
Grazie LorCio, in caso...aspetto di leggere una tua in merito. Un saluto!
Riporto qui (con un copia-incolla selvaggio senza alcun intervento di "editing" : gli eventuali refusi rimarranno tali) uno scambio di battute (della cui imprescindibilità si può discutere, ma anche no) avuto a suo tempo con @Snaporaz68 (Fabio F******) e svampato quando l'utente in questione si cancellò dal sito scegliendo l'opzione "muoia sansone con tutti i filistei" (cancellando cioè tutte le recensioni, i post e le playlist). A suo tempo quest'opzione prevedeva anche la cancellazione di tutti i commenti (ora non è più così dato che i commenti restano e vengono resi anonimi). Nel caso specifico il capo-commento di Snaporaz68 si portò via con sé tutti i commenti in risposta, cioè tutta la conversazione. Il diritto all'oblio è sacro solo quando non agisce sulle cose altrui.
-- Snaporaz68
Vista in originale con sottotitoli. La mcdormand è semplicemente monumentale. Anche qui direi film di quattro ore più che serie tv. Cinema da brivido e solita recensione trasversale che stimola più di una ricerca. Grazie.
-- mck
Ciao Fabio, grazie a te.
Perdonami se parto un attimo per la tangente, stimolato dalla tua veridica ma strumentabile ( da chi non ha strumenti ) frase "direi film di quattro ore più che serie tv".
Per quanto mi riguarda, la distinzione tra cinema-cinema e serialità è un'importante questione tecnica ma niente affatto qualitativa : ne ho già parlato spesso su queste pagine ( questa playlist è stata una delle tante occasioni : //www.filmtv.it/playlist/50919/e-le-fiscion--in-differita-dalla-x-factor-arena/#rfr:user-47656 ), e qui mi permetto solo di ribadire un concetto, spesso ignorato per la / nella sua banalità : il cinema è nato, anarchico e industrializzato, più di cinquant'anni prima della serialità televisiva, sorta invece, al contrario, con l'handicap della censura e il peccato originale degli inserzionisti pubblicitari, e a tutt'oggi questo mezzo secolo di vita adulta si fa sentire, ma le cose sono iniziate a cambiare ( Cinema →→ Tv : Berlin AlexanderPlatz, Heimat, il Decalogo, Tanner '88, Riget..., e per l'Italia il lavoro con la Rai anni '70-'80 di Gianni Amelio, solo per fare un nome /// Tv →→ Cinema : Twin Peaks, Oz, the Sopranos...) a partire dagli anni '90, e più il tempo trascorrerà, minore la differenza di età inciderà solchi qualitativi tra le due modalità narrative e/o di espressione artistica audiovisiva : a mio avviso l'equilibrio è già raggiunto.
Porre differenze qualitative tra cinema e serialità è un'operazione miope, ingenua e puerile, e mi tocca leggerne un po' ovunque di castronerie dettate da ignoranza e superficialità.
A questo proposito mi sembra interessante rilevare un dato di fatto : se da un lato, oramai da una ventina d'anni a questa parte, si assiste al travaso di registi ( sceneggiatori, produttori, attori, direttori della fotografia, musicisti ) dal cinema-cinema verso la serialità ( televisiva e web ) --- M.Scorsese, G.Van Sant, M.Nichols, D.Lynch, S.Soderbergh, L.von Trier, W.Hill, B.Dumont, D.Fincher..., quando, da sempre, si iniziava con la tv : qualche nome a caso : Sidney Lumet, Robert Altman, Steven Spielberg... ---, dall'altra parte si nota il percorso inverso, quello dei creatori ( sceneggiatori-registi-produttori-showrunner ) di serialità che compiono il primo passo verso il Teatro, la Sala, il...Cinema-Cinema : il punto è che ad oggi ( a parte gli sceneggiatori ''puri'', con film non diretti da loro : Alan Ball, Terence Winter, e il più ''inserito'' Aaron Sorkin ) questo passaggio non ha ancora consentito-garantito di poter trasferire ( non è ovviamente una mera dislocazione, dev'esserci una trasformazione alla base del percorso ) al cinema ( due ore ) quella qualità che gli autori erano riusciti a produrre sulla lunga distanza ( 8-12 ore ).
Di seguito un breve ''catalogo'' : per ogni regista, la serie che più lo caratterizza ( e la più significativa prova da sceneggiatore per il cinema-cinema ) ed il ''conseguente'' ( a volte ''ancora'' mancante ) tentativo col lungomentraggio ( come detto, ognuno di questi film - opere prime supera abbondantemente la sufficienza, ma ancora non raggiunge la qualità delle serie : cinema-cinema come diversivo, quindi...) :
David Chase ( the Sopranos / Not Fade Away ), Matthew Weiner ( Mad Men / Are You Here ), Alan Ball ( Six Feet Under - (American Beauty) / TowelHead ), Terence Winter ( BoardWalk Empire ( the Wolf of Wall Street ) / --- ), David Simon ( the Wire - Treme / --- )...
...O.Assayas, T.Haynes, S.Durkin, O.Marchal, M.T.Giordana, J.Campion...
-- Snaporaz68
Sono completamente d'accordo a metà :-), forse la brevità del mio intervento può dare adito a fraintendimenti. Il mio è un problema di modalità della messa in scena. Ti faccio un esempio, l'utilizzo della luce da parte del direttoria della fotografia. Certe serie tv del passato erano caratterizzata dalla stessa illuminazione, dalla stessa esposizione, dagli stessi sfarfallamenti. Per non parlare delle serie televisive nazionali dove le scenografie sono assenti, i dialoghi riciclati e poche le immagini che producano senso anzi più quelle che fanno senso (ribrezzo). Premesso questo che sta un po' alla base della mia distinzione, con il fattore di confondimento di vivere in un paese che, a parte qualche sparuta eccezione (mi viene in mente Boris), sembra fotocopiare gli sceneggiati televisivi con lo stampino. Non solo, a tutto ciò aggiungo l'aggravante che questa matrice televisiva sembra inquinare due terzi della nostra produzione cinematografica con un maldestro effetto inverso.Amelio e anche Bellocchio (Il gabbiano) hanno provato a invertire questa tendenza ma devi ammettere che la nostra produzione seriale è inferiore a quella degli altri paesi europei e americani. Premesso questo quoto il tuo intervento parola per parola soprattutto quando ti riferisci alla recente produzione americana ( e anche a illustri esempi del passato), all'esempio inglese e tedesco. Attualmente la distinzione tra cinema e serialità è come dici tu probabilmente pretestuosa ma con le dovute eccezioni ricordate sopra. Un caro saluto Snap.
-- mck
Ah, per iniziare, sia chiara una cosa, Snap : sono d'accordo con te al...triplo della metà, un bel 150% pieno...
Il mio era un intervento ''preventivo'' e ''generale'' ( un tentativo - ammetto inappropriato - di parlare in tua vece contro ipotetici giaculatori j'accusatori ) non certo rivolto a te e nei tuoi confronti, e anzi mi permetto di dire che stiamo dicendo praticamente quasi la stessa cosa.
Snap, la fotografia ??!! Tu sei ignaro che i muri sono caduti !! Smarmella !! Apri tutto !! Un tanto al chiloooo !!! [ https://www.youtube.com/watch?v=5jc_R9_im9w ]
Certo che ''ammetto'' ( sgolandomi ) che la nostra produzione seriale ---{ dopo lo spegnersi della Rai anni '70-'80 [ per ripetere un po' di nomi già fatti : Agosti, Amelio, Bellocchio e via via fino alla Z e all'oggi di Zaccaro ( hm...) e Zanasi ( "Non Pensarci - la Serie" : molto bella )...] e prima dell'entrata in scena di Sky/Fox Italia, che finora ha prodotto buone serie ma non certo capolavori : né "Romanzo Criminale", né il reboot di "In Treatment", né "Gomorra" ( tutti buoni prodotti, con punte rimarchevoli ) lo sono. "Boris" è un altro discorso ancora. Boris è Boris. Boris è - a volte - addirittura meglio delle simili serie anglo-ammmericane : Extras, the Office, Park and Recreation ! }--- è inferiore a quella u.s.a., inglese, canadese, ungherese, moldava : ma qui però non ci capiamo : non ho mai detto il contrario, anzi ! Non faccio che dire proprio questa cosa, ma mi sembra ( sempre in generale ) di parlare al vento. Permettimi solo una allegra nota polemica : premesso che anch'io sottoscrivo il resto del tuo commento parola per parola, quando però mi si dice : "ma devi ammettere che la nostra produzione seriale è inferiore a quella degli altri paesi europei e americani", evidentemente penso ( non sto pesando le virgole, è che voglio capire ) che non sono riuscito a spiegarmi bene, e quindi cercherò di essere un cicinin più chiaro : per quanto mi riguarda il 95% della serialità italiana degli ultimi 30 anni rasenta lo sterco umano, o ''Caprera'' [ https://www.youtube.com/watch?v=3IgL_6zG6Js ].
La questione è talmente banale che proprio non capisco come possa esserci gente che la pensi diversamente. E' come se un appassionato di musica da camera o di street art si mettesse ad argomentare che lui il cinema non lo considera nemmeno perché, si sa, il Cinema è uno schifo, e portasse a sostegno della sua tesi il "dato di fatto" che il cinema odierno è composto solo da Brizzi-Genovese-Martinelli-Miniero-Moccia-Vanzina-Bay-Twilight. Bene, che dirgli : vai ai tuoi incontri pomeridiani di solfeggio e lieder gregoriani ( che addòro ) e criticalmassivi vernissage ( che addòro ) e lascia perdere il cinema.
Arduo quanto superfluo tentare di destreggiarsi in questo raimorfo regime da parrocchia e mediasettico catechismo di regime.
Poi, al contrario, c'è un'altra bestiaccia pericolosa che si aggira per il mondo del critichese, ovvero chi persino e addirittura, da oracolo di sventura, non fa che decretare la morte del cinema ad ogni scadenza di piano quinquennale del proprio canone occidentale di quartiere e trovare nella serialità televisiva il personale sacro graal dell'arte narrativa : un altro tipo di estremismo fondamentalista che non sta né in cielo né in terra.
Riepilogando : siamo d'accordo.
E anzi se permetti ti rubo e riciclerò in futuro la frase : "questa matrice televisiva sembra inquinare due terzi della nostra produzione cinematografica con un maldestro effetto inverso", ricollegandomi al terrificante elenco di nomi che ho posto più sopra, e al discorso che facevo qui sotto : la serialità è nata con un gap di mezzo secolo da colmare nei confronti del cinema, e soprattutto da subito è stata codizionata da una censura feroce e ha dovuto fare i conti con la quasi totale assenza di ''mecenatismo'' e con l'impossibilità di licenziare prodotti indipendenti [ che non fossero le soap-opera piemontesi : http://www.maidire.it/2011/mai-dire-tv-1991/telenovela-piemontese/sogni-damore-la-telenovela-piemontese-1-puntata-mai-dire-tv-1-1991/ ].
Ciao Fabio.
"Qualità o Morte!".
Per la time-line del journal: //www.filmtv.it/serie-tv/117930/olive-kitteridge/recensioni/811382/#rfr:user-47656
Beh, a parte l'ottima rece (ma su questo non pioverà mai) conveniva farsi questo giro tardivo e retrospettivo per ritrovare vecchie conoscenze sparite mentre io ero in ferie prolungate.
Essere previdenti è imperativo categorico, salviamo in pdf, sai mai che le cose cambino all'improvviso, magari sotto il tuo naso, toh, stai leggendo e il commento non c'è più.
Ricordo quando ero bambina, ma proprio massimo quattro anni, che ad un banchetto di nozze mangiavo un bel piatto di cappelletti in brodo (ero ad Ancona, chissà perché, un ristorante sul mare) e il cameriere me lo tolse all'improvviso, forse stavo riprendendo fiato, che ne so... ecco, questa rece col suo allegato mi ha fatto l'effetto della madeleine...
E tanto per restare in tema di rimembranze e sparizioni, sbaglio ma giorni fa circolava da 'ste parti un IPSEN semplicemente grandioso, roboante e ormonale, poi ridiventato un normalissimo Ibsen?
Ecco, ai bei tempi di Truffaut o strappavi le pagine del quaderno o niente, tutto restava là, a memoria perenne, ktéma es aéi, diceva il buon Tucidide, conquista eterna per l'umanità.
Scusa le divagazioni, si recupera così le temp perdu...
Hhmmm! Cappelletti in brodo! Poverina!
Cattivo, cattivo garçon! Probabilmente c'aveva fretta per via del levriero parcheggiato in seconda fila (e lo voleva "vede' che trotta!")...
https://www.youtube.com/watch?v=3OjabW-Ml3I
Je manca la pista... Nun sente la lepre...
//www.filmtv.it/serie-tv/117930/olive-kitteridge/recensioni/811382/#rfr:none
Al solito, pubblico il link a questa pagina, ché dal journal sennò non ci si arriva (il problema è (re)legato alle serie tv).
ma santo cielo, è mai possibile che si debbano fare tutti questi volteggi per arrivare qua o su altri della serie delle serie? se non mettevi il link sul journal questo pezzo era del tutto irreperibile, tranne a chi l'ha scritto. Se questo si chiama velocità, intuitività, agibilità del web io sono la madonna di Lourdes!!!!
//www.filmtv.it/serie-tv/117930/olive-kitteridge/recensioni/811382/#rfr:none
Eh si, la cosa è già stata segnalata con dovizia di particolari, in passato, alla redazione (con tutta probabilità si tratta di un difetto di scrittura durante l'implementazione della categoria "serie tv": è risolvibile...con tempo, uomini, mezzi e truppe leggere e cavalleria e areostatici aviogetti supersonici...).
Certo che un'intercessione dall'alto da parte di Madonna Paola... ;-))
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