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The Knick

2 stagioni - 20 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2014-2014
  • 10 episodi

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gaiart

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La recensione su The Knick

di gaiart
9 stelle

The Knick

 

di

Steven Soderbergh

 

La bruttezza è mediocre. La mostruosità è grandiosa.

Diceva Victor Hugo! Da questo assunto sono forse partiti Jack Amiel e Michael Begler, ideatori e scrittori di The Knick, trascinando vorticosamente nel copioso sangue della loro narrazione anche Steven Soderbergh e il camaleontico Clive Owen.

E si perché, The Knick, la sorprendente serie televisiva di dieci puntate, in onda su Sky Atlantic dall’11 novembre 2014, (a cui si accosteranno altre 10 puntate nell’anno nuovo), lascia col fiato sospeso per dieci interminabili ore, il malcapitato spettatore che decide, cosciente o meno, di entrare nel più rinomato ospedale della New York di fine 800. The Knickerbocker, appunto! Ma, occhio a chi soffre di stomaco!

Pance squarciate, sangue a fiotti, nasi saltati: causa sifilide, operazioni chirurgiche sperimentali e indimenticabili, alternate a siringhe di cocaina nella fossa poplitea, nelle vene dorsali dei piedi o nelle vene inguinali, sono solo alcune delle visioni “forti” che il regista ci inanella una sull’altra, senza tregua.

Eppure, nonostante lo splatter, la serie è riuscitissima; la fotografia, sempre di Soderbergh, (seppur con pseudonimo Andrews) è splendida, il ritmo è ottimo, i dialoghi geniali, intensi, intelligenti, accompagnati dalla musica psichedelica di Cliff Martinez che, a tratti, ricorda pulsazioni cardiache o carillon rallentati, spesso dissociata dalla scena che accompagna, ma comunque volta alla suspence.

Già dalle prime sorprendenti inquadrature, in una carrozza d’epoca, spetta a degli elegantissimi scarponcini bianchi in primo piano fare da eroi. Indimenticabili, scelti con cura da Ellen Mirojnick, l’eccellente direttrice dei costumi con il plauso di Soderbergh che, come in una sineddoche, la parte per il tutto, descrivono già il carattere arrogante, elegante, sarcastico, eccentrico del personaggio che li indossa John Thackery, mirabilmente sorretto da Clive Owen, nei panni del chirurgo del vero genialoide: William Stewart Halsted.

Infatti, essi presenti sempre, celano, oltre ai piedini incantevoli, ma ahimè bucati e corrosi dalle siringhe di cocaina che il noto medico si spara in vene diverse, più volte al giorno, anche il carattere di Mr. Tackeray, personaggio inquietante, a metà tra Doctor Jekill e Mr Hyde. Un genio che trasformò la medicina in intuito, passione, creatività. Anche se per farlo, abusava abbondantemente di droghe, come oppio e cocaina.

Un period drama antico, ma estremamente moderno, attuale a tal punto che anziché l’ebola di Dallas odierna, narra di febbre tifoidea a New York, oppure di corruzione all’interno dell’ospedale, oggi sostituita dai soprusi di case farmaceutiche e multinazionali spietate, The knick è una riflessione su come si è cambiati dal punto di vista corporeo e scientifico, data l’epoca, quella delle più straordinarie scoperte come la penicillina e i raggi X.

 

“Quando Soderbergh mi ha dato la sceneggiatura, ho pensato fosse una delle migliori che avessi mai letto e un personaggio tra i più interessanti tra quelli che mi è capitato di interpretare. Ho studiato molto, ho fatto le mie ricerche, ho incontrato un medico che a sua volta mi ha dato altri libri che raccontavano il mondo della medicina a quell’epoca. Ho letto libri sulla New York di inizio Novecento e poi ho fatto di tutto per cercare di imparare ad usare le mani per essere credibile negli interventi chirurgici". Così esordisce Owen alla conferenza stampa del film festival di Roma, conquistando inoltre una sala gremita di gente che lo ama, venuta apposta anche il giorno seguente, per un incontro con il geniale, camaleontico umile, attore inglese.

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